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Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica. Una mostra unica e irripetibile

La spettacolare mostra Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musicavisitabile fino al 10 ottobre 2021, nelle parole cariche di emozioni di Giusi Giustino, Direttrice della Sartoria del San Carlo.

 

In un attimo la mente è immersa nella musica e gli occhi inondati dalla bellezza.

Un tuffo in un’epoca sensibile all’arte.

Mostra unica e irripetibile, sontuosa, che unisce la porcellana di Capodimonte ai costumi delle Opere del Teatro di San Carlo.

Un costume è la rappresentazione di un personaggio e nasce da una ricerca minuziosa. Studio del libretto, bozzetto, campionatura prima che mani esperte cuciano i pensieri e i sogni per regalarli al personaggio e allo spettatore.

Dietro ad ogni spettacolo ci sono mesi di preparazione e tutti lasciano un ricordo.

La particolarità dei costumi scelti per la mostra di Capodimonte è la loro maestosità, nel percorso si intrecciano le molteplici facce di Napoli, il sacro e il profano, la miseria e la nobiltà.

 

Giusi Giustino Direttrice della Sartoria del San Carlo
La mostra Napoli, Napoli. Di Lava, Porcellana e Musica


Si può constatare la grande maestria degli artisti e degli artigiani che hanno riempito di magnificenza
la nostra città e ascoltare il nostro repertorio musicale eccellenza nel mondo.

In preghiera, le Madonne nere dello Stabat Mater di Pergolesi si stagliano come ombre cinesi sulle bianche onde marmoree del ciborio. Le spighe e i ricami di fili d’oro che incorniciano l’abito catturano la luce e fanno risplendere come perla il pizzo bianco del velo.
Dal lato opposto quattro incappucciati bianchi salendo le scale ci invitano ad entrare nelle altre sale. Il ricordo di tutte le feste religiose fa parte dei nostri ricordi e accomuna i popoli nella fede.
Oltre la porta, un’orchestrina di Pulcinella ci introduce nella sala della musica. Che meraviglia! Ecco i costumi del Flaminio di Pergolesi disegnati da Odette Nicoletti.

 

I costumi del Flaminio di Pergolesi disegnati da Odette Nicoletti
La mostra Napoli, Napoli. Di Lava, Porcellana e Musica, ph. L. Romano

 

Il Flaminio rappresentò nel ‘700 un nuovo genere della commedia in musica e si rivolgeva a tutti i ceti sociali. Negli anni Ottanta il Maestro Roberto De Simone lo ripropose al Teatro di San Carlo e fu un trionfo mondiale.

In quel tempo ero l’assistente costumista di Odette.

Odette non si può descrivere, Odette è Odette. Occhi profondi, scuri, intelligenti.

Lei mi ha insegnato ad essere tenace, forte e a non mollare mai. Quanti ricordi. Non fu impresa semplice rendere i costumi come ceramica di Vietri, il tessuto di tela plastificata fu trattato e poi dipinto a mano come la Scenografia di Mauro Carosi e l’attrezzeria.

 

La mostra Napoli, Napoli. Di Lava, Porcellana e Musica

 

Nella sala del Grand Tour danzano i tessuti dei costumi disegnati da Emanuel Ungaro: “Giusi, ricordati, se sbagli, il tessuto si vendica“, sua celebre frase. Grande Maestro Ungaro, affascinante, era un uomo geniale.

Riusciva con le sue mani a creare tagli inusuali, rouches, pieghe, volant con insuperabile maestria.

Indossava delle piccole forbici al collo come una collana che spuntavano da perfetti nodi di una elegante sciarpa di seta.  Mentre il suo profumo inebriava la sartoria.  I suoi occhi azzurri si illuminavano quando ricordava suo padre amante delle canzoni napoletane. “Voglio abiti fluidi che volino sul palcoscenico “.

Gli mostrai moltissimi campioni di seta, chiffon velluti impalpabili e incominciammo a confezionarli.

Guardandoli non possono sfuggire i raffinati dettagli, i bottoni, i piccoli fiori di organza, le rifiniture dei tagli, sottolineati da minuscoli coralli e i colori mescolati come in un quadro. I costumi di Ungaro per La Clemenza di Tito di Mozart rappresentano la sintesi in chiave moderna dei punti fondamentali degli abiti  settecenteschi filtrati dalla mente di un raffinato couturier.

 

La clemenza di Tito di Wolfgang Amadeus Mozart ,Teatro di San Carlo 2010, Costumi Emanuel Ungaro


E di un altro grande Maestro sono i costumi scelti per la Sala delle Chinoiseries.
Si specchiano e si moltiplicano i briosi abiti dell’Opera “L’Idolo Cinese” di Paisiello creati da Emanuele Luzzati.

Il suo approccio bambino con tutto ciò che creava è affascinante. Artista sensibile e fantasioso trasformava mescolando fantasie, tessuti e colori tutto in una gioiosa armonia. Le mille sfumature del rosso e dell’azzurro si rincorrono e giocano con le preziose pareti di porcellana. 

Esplode il teatro nel grande salone dedicato a Pulcinella. Tanti Pulcinella di tutte le dimensioni si arrampicano su torri, giocano incorniciando il grande schermo, si trasforma in gigantesco serpente.

Sullo schermo un giovane Leonide Massine impersona la maschera in “Carosello Napoletano”.

 

La mostra Napoli, Napoli. Di Lava, Porcellana e Musica

 

Indimenticabile coreografo e ballerino, avvalendosi della collaborazione di Picasso, dedicò un balletto alla maschera partenopea – raccontato nella spettacolare mostra al Museo e Real Bosco di Capodimonte Picasso e Napoli: Parade – e in Sartoria, molti anni dopo ne riproducemmo i costumi a partire dagli originali dell’artista. 

E la Regina Carolina, già incontrata all’ingresso mentre, ironicamente, esce da una tazza da caffè brandendo tra le mani il Re suo marito diventato cucchiaino, nel suo abito blu ornato di rouches oro guarda la “Caduta dei Giganti” sulle note del malinconico canto “Serpe a Carolina”, satira aspra e pungente su di lei.

 

La mostra Napoli, Napoli. Di Lava, Porcellana e Musica

 

La sala del gioco ci invita ad entrare. L’atmosfera ci rimanda a vizio e alcool. Dorme ubriaco un giocatore un altro si dispera per la perdita del gioco gli altri pensano al gioco e all’amore, la giostra della vita.

Le ultime due sale sono fantastiche, i manichini vestiti con gli irripetibili costumi creati dalla Nicoletti per L’Osteria di Marechiaro e Festa Teatrale entrambe dirette dal Maestro De Simone.

Nella prima sala Miseria e Nobiltà c’è un gioco tra lazzaroni e nobili.

Adagiati sul grande camino Chiarella e il Conte amoreggiano mentre gli scugnizzi sfidano l’ira dei nobili.

Alta prova di maestria la bellezza di questi costumi costruiti con paglia e rafia che incredibilmente diventano povere e ricche allo stesso tempo.

 

© photo Luciano Romano
La mostra Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica

 

Abbiamo ideato e costruito le parrucche per tutti i manichini, volevo un materiale inusuale e su suggerimento del fotografo Luciano Romano che lo conosceva ho usato un tessuto di metallo oro e argento. Con Sara Berto le abbiamo costruite su basi di metallo. Spettacolari sono la parrucca con la nave e l‘ironica parrucca a forma di fallo ripresa da una stampa del 1700.

Collaborare con lo staff di Capodimonte è stata un’esperienza fantastica. Entrare nelle sale immersa nell’arte, attraversare la bellezza, salutare tutti i giorni la “Dama con l’ermellino”, ammirare il “carro dell’aurora” è un grande privilegio. 

È stato sorprendente conoscere e lavorare con Sylvain Bellenger. Lo definirei SMARTIES (superlativo, magnifico, amabile, romantico, tenace, ironico, elegante, splendido) termine da me usato per definire una persona eccezionale.

 


Giusi Giustino, Direttrice della Sartoria del San Carlo

 

La mostra è visitabile fino al 10 ottobre 2021 e il venerdì sera costa soltanto 2 euro.

Scopri la mostra 

È possibile accedere ai contenuti musicali attraverso l’app scaricabile e utilizzabile anche lontano dal museo.

 

Di seguito i link di accesso:

Playstore:

https://play.google.com/store/apps/details?id=it.coopcultureitalia.app.capodimonte&hl=it

Appstore:

https://apps.apple.com/us/app/capodimonte/id1524460860

 

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