Ora per Burri è diverso: Burri il varco se lo deve aprire a forza, tra la sezione che fa centro sul Cristo Flagellato di Caravaggio, e l’altra che si appunta sul Paesaggio con la Ninfa Egeria di Claude Lorrain. E questa volta l’improvvisa escrescenza non può passare inosservata. Un inserto anomalo, una violenza, forse anche una prevaricazione.
E se non ci fossero altre ragione (e ci sono, Dio sa se ci sono!) sarebbero le stesse dimensioni di quella straordinari novità creata appunto per la mostra di Napoli, il Grande Cretto Nero del 1978 a far bene evidente, per i più sprovveduti, la presenza di una esperienza affatto diversa.
Perché il “salto” tra un dipinto del Seicento e una creazione di Burri è certamente molto più provocatorio di quello che può stabilirsi tra Masaccio e Cavallino, Giambellino e Traversi, Tiziano e Recco, che pure convivono agevolmente, e quasi a contatto, gomito a gomito, nelle sale di Capodimonte”Testo di Raffaello Causa tratto dal “Alberto Burri” Amelio Editore, Napoli, 1978, catalogo della mostra tenuta al Museo di Capodimonte, maggio – settembre 1978
Gli inizi: il Grande Cretto Nero di Alberto Burri, 1978
L’Arte Contemporanea arriva al Museo di Capodimonte nel 1978 con la mostra personale di Alberto Burri, curata dal soprintendente Raffaello Causa e dal gallerista napoletano Lucio Amelio. L’artista realizza per Capodimonte il Grande Cretto Nero, che viene collocato, secondo il desiderio dell’autore, tra Caravaggio e i caravaggeschi.
Negli anni successivi il museo collabora con alcune celebri gallerie napoletane, tra cui lo Studio Morra, la Galleria Rumma, lo Studio Trisorio, la Galleria Artiaco e, in maniera più duratura e continuata, con Graziella Lonardi Buontempo, fondatrice degli Incontri Internazionali d’Arte (prima mostra nel 1987 Mario Merz e ultima mostra nel 1991 Polke).
Capodimonte accoglie così le mostre di artisti di fama internazionale come la personale di Andy Warhol nel 1985 articolata in una sequenza di dipinti dall’esuberante policromia, raffiguranti il Vesuvio in eruzione di cui il museo conserva oggi un esemplare.
Con le donazioni degli artisti che si confrontano con gli spazi e le collezioni del museo, si allestisce, tra il secondo e il terzo piano, la sezione di Arte Contemporanea che documenta l’impegno civile e culturale di artisti italiani e stranieri come Carlo Alfano, Daniel Buren, Luciano Fabro, Joseph Kosuth, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Mario Merz, Louise Bourgeois, Candida Höfer e Sigmar Polke.
Alcune delle opere acquisite al termine di queste mostre temporanee hanno trovato ciascuna un propria collocazione permanente negli ambienti storici del percorso museale (William Kentridge, Luca Pignatelli), in altri spazi del palazzo o nel Real Bosco, come nel caso della scultura di Eliseo Mattiacci, o dell’installazione di Sol LeWitt (2002), che occupa un intero ambiente del piano terra.
Più recenti le donazioni degli artisti John Armleder e Umberto Manzo che arricchiscono ulteriormente la sezione, diventando parte delle memorie e delle sensibilità artistiche proprie della storia di Napoli.
La Galleria Fotografica
Nel 1996 viene aperta al pubblico la galleria fotografica Mimmo Jodice, un nucleo di 52 opere fotografiche vintage stampate a mano dell’autore, in bianco e nero.
Il celebre fotografo napoletano cattura nei suoi scatti la fervente stagione culturale vissuta a Napoli negli anni artisticamente fortunati tra il 1968 e il 1988, offrendo una eccezionale testimonianza delle complesse sperimentazioni di artisti come Warhol, Beuys, Nitsch, Merz, Burri, Kounellis, Alfano, Longobardi, Pane e molti altri, che spaziano dall’informale alla pop art, dall’arte povera al concettuale, dalle performance dell’azionismo viennese alla transavanguardia.
Con sguardo privilegiato sul mondo dell’arte Jodice intende la fotografia come mezzo espressivo piuttosto che di documentazione, una forma di scrittura attraverso la luce, che guida la visione e le scelte concettuali dell’autore, per questo predilige il bianco e nero che lascia maggior spazio all’immaginazione.
In collezione anche il trittico di Jodice Omaggio a Rodin, 1993, donato nel 2007.
Tra il 2021 e il 2022, sono entrate in collezione anche altre opere di Mimmo Jodice. Grazie all’acquisto di 4 polittici della serie Transiti con il bando della Direzione Creatività Contemporanea e all’acquisto di altri 16 polittici della stessa serie, più la donazione di altro da parte della famiglia si è potuta completare tutta la serie dei 21 polittici di Transiti, lavoro site-specific per il Museo di Capodimonte che l’artista realizzò mettendo a confronto l’espressività dei volti della Napoli popolare di oggi con quelli dipinti nelle opere di Caravaggio, Ribera o Luca Giordano presenti nelle collezioni di Capodimonte.
In corso di acquisizione di altre 76 opere fotografiche vintage di Mimmo Jodice della serie La città invisibile. Nuove vedute di Napoli del 1990. Capodimonte detiene così uno dei maggiori corpus fotografici dell’artista. D’accordo con la famiglia Jodice, il direttore Sylvain Bellenger intende titolare l’edificio Cataneo all’artista Mimmo Jodice che ha elevato la Fotografia a vera forma d’arte, un luogo unico in cui poter ripercorrere la sua straordinaria carriera, comprendere a fondo la sua ricerca artistica e conoscere i suoi strumenti di lavoro e la sua tecnica, una sede che accoglierà per studio, ricerca e conservazione anche varie collezioni fotografiche campane.
Arti a Napoli dal Dopoguerra agli anni Sessanta
La sezione raccoglie le opere dei principali protagonisti del rinnovamento delle arti a Napoli dal secondo dopoguerra agli anni Sessanta, riscoperti in occasione della mostra Fuori dall’Ombra del 1991 e oggi in collezione permanente a Capodimonte, grazie alla generosità degli artisti e dei loro eredi.
Dalle ricerche geometriche e cromatiche di Guido Tatafiore si passa alle sperimentazioni espressive della materia pittorica con Renato Barisani, Raffaele Lippi, Domenico Spinosa, Armando De Stefano e Carmine Di Ruggiero. Tra le opere ‘tridimensionali’ sono esposte quelle di Augusto Perez, Gianni Pisani, Lucio Del Pezzo e una ‘praticabile’ di Mario Persico, che prevedeva l’intervento dello spettatore-fruitore.
Gli artisti e la sezione di arte contemporanea di Capodimonte: un dialogo che continua
Il dialogo con l’arte contemporanea prosegue ancora oggi, rinsaldato nel tempo grazie a collaborazioni con altre istituzioni museali, artisti e galleristi e prosegue con la tipologia di mostre-focus “Incontri sensibili”, con cui artisti contemporanei si confrontano con le collezioni storiche di Capodimonte in una sala del secondo piano del museo.
Dal 2017 ad oggi sono state realizzate ben 9 mostre in una sala dedicata al secondo piano del Museo: Louise Bougeois – Francesco Guarino (26 marzo-17 giugno 2017), Jan Fabre. Naturalia e Mirabilia (1 luglio 2017-7 gennaio 2018), Paolo La Motta guarda Capodimonte (30 giugno-30 ottobre 2018), Jan Fabre. Oro Rosso (30 marzo-15 settembre 2019), Yeesookyung. Whisper Only to You (12 ottobre 2019-13 gennaio 2020), Christiane Löhr incontra Capodimonte (26 settembre 2020-11 aprile 2021), Diego Cibelli. L’arte del Danzare assieme (13 maggio-2 novembre 2021), Andrea Bolognino. Cecità, accecamento, oltraggio (13 gennaio-18 aprile 2022).
Yeesookyung – Tranlated Vase Special Edition of Napoli_2019 TVSN 2, frammenti di porcellana del XVIII secolo provenienti dal Museo di Capodimonte, gesso, polistirene, epossido, foglia d’oro 24k
Donazione dell’artista nel 2019 che ha lavorato cocci della Real Fabbrica di Porcellana di Capodimonte
Incontri sensibili – Diego Cibelli. L’arte del Danzare assieme (13 maggio-2 novembre 2021)
L’ultima mostra della tipologia Incontri Sensibili è dedicata a Salvatore Emblema (26 maggio-30 ottobre 2022). In questa occasione la sezione di arte contemporanea si è arricchita di altre due donazioni da parte degli eredi di Salvatore Emblema.
dimensioni: 5 x 18 m – istallazione ambientale di reti metalliche colorate
Santiago Calatrava e la Chiesa di San Gennaro nel Real Bosco
Nel luglio 2021 l’architetto e artista Santiago Calatrava ha realizzato un nuovo decoro nella Chiesa di San Gennaro nel Real Bosco di Capodimonte, una rilettura dello spazio dalle vetrate artistiche ai paramenti sacri in seta di San Leucio per gli altari, alle numerose opere in porcellana e composizioni ceramiche (decori al soffitto, nelle nicchie, nel fonte battesimale, candelabri e vasi) prodotte nella storica Manifattura di Porcellana di Capodimonte, insieme ai maestri ceramisti e agli studenti, esaltando così le maestranze e le eccellenze locali. Un intervento artistico globale che è anche un dono per Capodimonte di tutte le opere realizzate.
Progetti in corso
Massi Erratici di Marisa Albanese
Ed è in corso di realizzazione nel Real Bosco anche l’opera site-specific Massi Erratici commissionata dalla Direzione del Museo e Real Bosco di Capodimonte all’artista Marisa Albanese, recentemente scomparsa.
Il progetto, che trae origine dal ritrovamento di circa cinquecento massi di rovine monumentali, resti di edifici antichi bombardati nel 1943 emersi all’interno del Bosco durante i lavori di restauro del giardino storico, è stato candidato per il bando PAC-Piano dell’Arte contemporanea 2020 e ha ricevuto il finanziamento per la committenza e la valorizzazione dalla Direzione generale Creatività Contemporanea.
Residenze per artisti
Inoltre, sono in corso di ultimazione i lavori di ristrutturazione dei locali dell’ex Casa canonica, alle spalle della Chiesa di San Gennaro nel Real Bosco per poter allestire residenze per giovani artisti.
Capodimonte e l’arte contemporanea, un rapporto che non si è mai interrotto dal 1978 ad oggi e che anzi, negli ultimi anni, vive una felice stagione di intense progettualità incrementando il numero delle opere in collezione.
La sezione di arte contemporanea di Capodimonte oggi è composta da 175 opere tra dipinti, fotografie, sculture e opere site-specific, esposte tra il secondo, il terzo piano e altri spazi nella Reggia e nel Real Bosco e, come si è visto, si è formata attraverso precoci e lungimiranti collaborazioni pubblico-privato, con la realizzazione di mostre dedicate ad artisti contemporanei di primo piano, cui sono seguite, acquisizioni e comodati, il più delle volte donazioni, rendendo Capodimonte uno dei rari musei in cui è rappresentata l’arte dal XIII secolo ai nostri giorni.
La sezione continua ad arricchirsi anche attraverso numerose donazioni (149 dal 1978 ad oggi).
L’intenso dialogo del direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Sylvain Bellenger con la collezionista Lia Rumma ha portato oggi alla storica donazione della prestigiosa raccolta che sarà esposta negli spazi della Palazzina dei Principi, e che porterà così a ben 248 il numero totale delle opere presenti nella sezione di arte contemporanea del Museo.