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Fotogrammetria da Napoli a Madrid

Si è conclusa, al Museo di Capodimonte, la campagna di fotogrammetria del Salottino di Porcellana. La fotogrammetria, in origine, era una tecnica di rilievo che permetteva di acquisire informazioni metriche di un oggetto tridimensionale a partire da una coppia di fotografie scattate da due punti diversi. Con lo sviluppo delle moderne tecniche informatiche, questo principio è stato implementato attraverso software capaci di generale modelli tridimensionali in maniera semi automatica, a partire dall’acquisizione di un altissimo numero di scatti fotografici dell’oggetto di studio. Questa tecnica è ampiamente utilizzata in settori come l’architettura, l’ingegneria, l’archeologia e la cartografia, per creare rappresentazioni precise e dettagliate del mondo reale.   

Il Salottino di porcellana foto di Claudio Metallo

 

 

Nel caso del Salottino, la campagna di fotogrammetria è parte del progetto di ricerca Royal Power, Exoticism, and Technology: Porcelain Rooms from Naples to Madrid, promosso dall’Edith O’Donnell Institute of Art History (University of Texas at Dallas) e dal Custard Institute for Spanish Art and Culture (Meadows Museum, Southern Methodist University), in accordo con il Museo e Real Bosco di Capodimonte, con il Centro MUSA – Musei della Reggia di Portici e con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli.  

 

 

 

 

 

Il salottino cosiddetto di Maria Amalia è una delle ultime creazioni della Real Fabbrica della Porcellana di Capodimonte voluta da Carlo di Borbone. L’ambiente fu completato tra il 1757 ed il 1759 e quindi installato nella Reggia di Portici. Con l’avvento dei Savoia, nel 1866 il salottino venne smontato da Portici e trasferito nel palazzo di Capodimonte, mentre il soffitto in stucco raggiunse il Museo solo nel 1957. Un salottino molto simile, realizzato in parte dalle stesse maestranze, è quello che si trova nel castello di Aranjuez in Spagna. Anch’esso deriva dalla committenza di Carlo che nel 1759 aveva lasciato Napoli per ascendere al trono spagnolo come Carlo III, e che aveva trasferito con sé la fabbrica di porcellana da Capodimonte al Buen Retiro, presso Madrid. Il gabinetto di porcellana di Aranjuez, anch’esso decorato a tema cinese, è considerato il capolavoro della produzione madrilena e fu realizzato tra il 1763 e il 1765.  

 

 

Il progetto di ricerca Royal Power, Exoticism, and Technology: Porcelain Rooms from Naples to Madrid, di durata biennale, intende analizzare e porre a confronto questi due famosi salottini di porcellana attraverso la creazione di due modelli digitali. Il team del progetto, composto da storici dell’arte ed esperti di tecnologie dei due enti promotori, con la consulenza esterna di un gruppo di studiosi, metterà insieme le più recenti ricerche storico-artistiche con le nuove pratiche digitali nel campo dei beni culturali, al fine di costruire modelli digitali completi di ciascun ambiente. I modelli fungeranno da importanti strumenti di ricerca, consentendo l’analisi comparativa degli aspetti chiave della progettazione e della produzione delle due stanze, del loro aspetto originale, anche in relazione al contesto architettonico e paesaggistico, e delle trasformazioni successive; a loro volta, i modelli potranno generare nuove domande per ulteriori approfondimenti. I modelli, inoltre, saranno messi a disposizione dei musei coinvolti per essere fruibili dai visitatori su apposite piattaforme online.

 

 

 

 

Nel caso di Capodimonte, la fotogrammetria è stata eseguita da Nevio Danelon, archeologo di formazione esperto nell’utilizzo di tecniche digitali per il rilievo, con la collaborazione del dipartimento di arti decorative di Capodimonte (Maria Rosaria Sansone e Alessandra Zaccagnini) e la supervisione e consulenza dei suoi restauratori (Antonio Tosini e Antonio De Riggi). Il salottino di porcellana è stato un soggetto particolarmente ostico da restituire in fotogrammetria, a causa delle molteplici superfici riflettenti e degli specchi, che notoriamente non si prestano al rilievo digitale. Inoltre, la complessità e articolazione della decorazione in porcellana ha reso necessario acquisire un numero molto elevato di fotografie, circa 2.200. Il modello digitale, che sarà integrato con i dati che verranno raccolti a Portici, sarà disponibile per l’autunno del 2024. 

 

 

Da sinistra: Francesca Santamaria, Alessandra Zaccagnini, Nevio Danelon, Antonio De Riggi, Antonio Tosini nel salottino di porcellana. Foto di Claudio Metallo

 

Photo Credits: Claudio Metallo

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