
“Ma nuit au musée”. A Capodimonte la notte della scrittrice francese Justine Augier
“Ma nuit au musée”
A Capodimonte la notte della scrittrice francese Justine Augier
La celebre opera di Elisabetta Sirani su Timoclea ispirazione per la solitaria esperienza notturna
La collana “Ma nuit au musée” è stata creata nel 2019 da Alina Gurdiel con Editions Stock per far incontrare letteratura e arte. La formula è semplice ma originale e feconda: uno scrittore trascorre una notte in un museo. Da solo nel mondo di un altro artista, dal tramonto all’alba. Con solo una brandina a disposizione, in mezzo alle opere d’arte.
La scrittrice Justine Augier (Parigi 1978), ha scelto di ispirarsi trascorrendo una notte al Museo e Real Bosco di Capodimonte, dinanzi ad uno dei più celebri quadri di Elisabetta Sirani, Timoclea uccide il capitano di Alessandro Magno,1659.
“Abbiamo aderito con entusiasmo alla proposta giuntaci dall’Institut Francais Italia presso l’Ambasciata di Francia di Roma felici di essere coinvolti in un progetto culturale così originale e raffinato – dichiara Eike Schmidt, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte .- La scelta di Justine Auger, scrittrice impegnata quanto sensibile, ci ha colpiti subito: Capodimonte racconta tanto delle pittrici del XVII secolo e delle loro storie rivoluzionarie. Come quelle di Artemisia ormai simbolo universale della ribellione alla violenza maschile. E quella diversa e parallela della ‘maestra’ bolognese Elisabetta Sirani, autrice di un capolavoro capace di lasciare di lasciare il segno anche nelle donne d’oggi”.

Da questa solitudine imposta dal progetto “Ma nuit au musée” agli scrittori, emerge quindi un testo libero e personale, una fiction, un racconto, un saggio o una graphic novel. Tutto è possibile nella cornice di una esperienza di totale libertà, in un momento unico in cui l’autore, messo di fronte ai suoi dubbi, ai ricordi, alle fantasie, spesso rivela parti di sé che non aveva mai osato esplorare.
Justine Augier dopo la laurea all’Istituto di studi politici di Parigi (Sciences Po) si è dedicata a progetti umanitari, in particolare per l’Afganistan.. Ha vissuto a Gerusalemme scrivendo un ritratto della città. Ha ricevuto il Premio Fénéon nel 2011 per il suo romanzo di successo En règle avec la nuit sugli effetti della guerra attraverso gli occhi di una donna. Nel 2017 ha pubblicato un’inchiesta su Razan Zaitouneh, un’avvocata siriana rapita nel 2013 vicino Damasco. Nel 2024 Justine Augier ha pubblicato Personne morale, ispirato allo scandalo Lafarge (il produttore francese di cemento incriminato per aver versato milioni di euro al gruppo terroristico Daesh tramite una fabbrica in Siria) raccontando la battaglia di avvocatesse e attiviste.

L’opera scelta è di Elisabetta Sirani, nata a Bologna l’8 gennaio 1638, maggiore dei cinque figli dell’artista Giovanni Andrea allievo di Guido Reni che conduceva una delle scuole di pittura di maggior successo della città già allora ambiente fertile per la creatività femminile. Bologna, sede della più antica università d’Europa, era nota per la sua tradizione umanistica di donne erudite nelle arti, nella giurisprudenza e nelle scienze. Sirani aveva una speciale attitudine per la pittura storica con donne come protagoniste, che ritraeva come personaggi politici attivi, figure volitive, coraggiose e nobili. Nel 1660 la pittrice venne eletta professore a pieno titolo dell’Accademia d’arte di San Luca a Roma, eclissando il genitore alla cui scuola si era formata.
Figura rivoluzionaria, sviluppò un nuovo modello pedagogico, secondo cui ragazze figlie di nobili e di artisti imparavano a disegnare e dipingere da un’artista donna, invece che dai rispettivi padri, mariti o fratelli. Portò a termine, nei suoi undici anni di carriera, circa duecento dipinti, quindici incisioni e innumerevoli disegni e schizzi ad acquerello
Elisabetta non si sposò mai, rimase lavoratrice nubile e fu uno degli artisti più rispettati, a Bologna, più popolare del Guercino. Morì il 28 agosto 1665, tra voci di avvelenamento (che costarono un lungo processo alla domestica) ma probabilmente per peritonite. Il funerale fu solenne nella chiesa di S. Domenico, sepolta accanto a Guido Reni. Aveva 27 anni.
Una delle sue opere più note è Timoclea uccide il capitano di Alessandro Magno,1659, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte.
ll quadro rappresenta un personaggio storico greco narrato da Plutarco, Timoclea nobildonna di Tebe la quale, dopo essere stata violentata da un comandante della Tracia lo spinse in un pozzo per vendetta. Sul pozzo in un bassorilievo è raffigurata la battaglia tra Centauri e Lapiti durante la quale i primi tentarono di stuprare le Lapitesse, ma vennero sconfitti dalle donne con l’aiuto di Teseo.
——————-
Nella collana “Ma nuit au musée” sono stati pubblicati già diciassette titoli, con autori come Lola Lafon, Leïla Slimani, Kamel Daoud, Yannick Haenel e Lydie Salvayre tra gli altri. Le esperienze che li hanno generati si sono svolte a Parigi, al Museo Picasso o al Louvre, al Museo di Storia Naturale o al Centre Pompidou, al Museo d’Orsay o al Museo Guimet, ma anche fuori dalla Francia, al Museo Thyssen di Madrid, alla Casa di Anna Frank ad Amsterdam, a Tervuren in Belgio con il Museo Reale per l’Africa Centrale, la Tate Britain di Londra e la Galleria Borghese di Roma. Alcuni di questi libri sono stati premiati con riconoscimenti prestigiosi, come QUAND TU ÉCOUTERAS CETTE CHANSON di Lola Lafon alla Casa di Anne Frank, che ha vinto diversi premi letterari tra cui il Prix Décembre, il Prix des Inrockuptibles e il Prix des Lectrices ELLE, e COMME UN CIEL EN NOUS di Jakuta Alikavazovic al Musée du Louvre, che ha vinto il Prix Médicis essai.