skip to Main Content

Presentato il volume “Depositi di Capodimonte. Storie ancora da scrivere”

Presentato dal Direttore Sylvain Bellenger il piano di digitalizzazione dei depositi e delle collezioni in occasione della presentazione del volume “Depositi di Capodimonte. Storie ancora da scrivere” (Paparo editore, 2022) a cura di Carmine Romano e Maria Tamajo Contarini

 

 

E’ stato presentato il 27 luglio 2022 in un’affollata sala Burri al Museo e Real Bosco di Capodimonte il volume “Depositi di Capodimonte. Storie ancora da scrivere” (Paparo editore, 2022) a cura di Carmine Romano e Maria Tamajo Contarini.

Il volume, realizzato col sostegno dei fondi POC della Regione Campania, comprende il catalogo della mostra, gli atti delle giornate di studi e una sezione dedicata alla digitalizzazione delle opere conservate nei depositi di Capodimonte.

 

 

“Molto più di un catalogo di mostra, un volume che contiene anche gli atti delle giornate di studio che seguirono all’esposizione e le foto in alta risoluzione realizzata proprio in occasione della mostra, l’inizio di un impegnativo lavoro di digitalizzazione ancora in corso” come ha sottolineato il Direttore Generale del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger. “La storia è fatta sempre da una scelta, e questo vale anche per cosa è esposto e cosa non lo è nei musei. Con la mostra “Depositi” sono uscite oltre 150 opere dai nostri depositi che ora sono esposte nel percorso museale. Con l’occasione abbiamo avviato una campagna di digitalizzazione per avere fotografie in alta definizione, operazione già avviata con Google Art&Culture e che abbiamo inserito in modo stabile nelle missioni del museo, accanto a quella di tutela patrimoniale, alla missione ambientale e sociale” prosegue Bellenger. E aggiunge: “Oggi stiamo presentando un libro e spesso si dice che il digitale minaccia la carta stampata, ma non è così, i libri sono ancora più visibili con il digitale, sono arricchiti con un nuovo linguaggio, non c’è una competizione digitale-carta stampata. Anzi le foto in HD a colori ci consentono di vedere dettagli invisibili”.

E Capodimonte ha ben chiaro il suo futuro digitale come spiega Carmine Romano, Responsabile Digitalizzazione e Direttore del Catalogo digitale delle opere del Museo e Real Bosco di Capodimonte e co-curatore della mostra e del volume.

 

 

“Digitalizzare un’opera d’arte significa partire dagli inventari che ci svelano la carta d’identità dell’opera stessa, ci consentono di scoprire non solo il nome di un’opera associata a un numero, ma anche la ratio con cui è stata catalogata. Digitalizzare significa rendere fruibile l’opera dovunque, a chiunque e in ogni sua parte. Dopo la ricognizione inventariale, si verifica lo stato di conservazione dell’opera con il supporto dei restauratori, poi viene redatta la scheda dell’opera e realizzate le varie foto in HD. Al momento abbiamo catalogato 2200 opere che sono entrare sia nel sistema della Regione Campania sia nel sistema nazionale. C’è una vera e propria stratigrafia degli inventari e il nostro obiettivo ultimo è di giungere a un inventario unico”.

 

 

In linea col Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale (PND), promosso dall’Istituto per la digitalizzazione del patrimonio – Digital Library – e grazie al sostegno della Direzione dei Musei e della Regione Campania si parlerà del progetto di Digitalizzazione delle 49.000 opere d’arte delle collezioni del museo e della realizzazione dell’Inventario Unico che potrà sistematicamente ordinare i fondi e le collezioni confluiti nel museo durante gli ultimi 250 anni.

 

 

Allo studio dei 120 volumi di inventari presenti negli archivi del museo, già digitalizzati e trascritti (in parte), si aggiungeranno gli 80 dell’Archivio di Stato di Napoli digitalizzati sotto la direzione di Candida Carrino. Questo consentirà di tracciare in maniera rapida e precisa la ricostruzione delle catene inventariali delle opere di Capodimonte e in un contesto più ampio, delle opere che circolavano all’interno del circuito dei Siti Reali Borbonici. Un’operazione, quella dell’Inventario Unico, che semplificherà in maniera sostanziale tutte le operazioni interne di gestione delle collezioni esposte e di quelle nei depositi, spazi che nel futuro prossimo del museo saranno resi visitabili, tecnologicamente avanzati e che assomiglieranno sempre di più all’estensione degli allestimenti museali, luoghi di conoscenza, di studio e di valorizzazione.

 

 

Le operazioni di digitalizzazione sono inserite nel Piano Nazionale Digitalizzazione e sono state sostenute dalla Regione Campania come hanno ricordato con piacere Patrizia Boldoni, Consigliera per la Cultura del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e Rosanna Romano Direttore generale per le Politiche culturali e il Turismo della Regione Campania. La Boldoni, che ha portato i saluti del presidente De Luca, ha ringraziato il direttore Bellenger per la crescita esponenziale del Museo di Capodimonte, rendendolo all’avanguardia in Europa. “Abbiamo realizzato insieme varie mostre e iniziative in questi anni, dalla mostra di Vermeer a quella di Picasso e Calatrava con l’apertura della chiesa di San Gennaro, a quella futura del 2023 al Louvre che la Regione sosterrà. E poi La Fagianeria come hub vaccinale e ora anche Centro di salute e benessere e il percorso vita realizzato con le Universiadi”.

 

 

“La Regione ha un piano strategico per la Cultura elaborato nel 2016 in sinergia con i direttori dei Musei e i responsabili degli Istituto di Cultura e valido fino ad oggi – afferma Rosanna Romano Direttore generale per le Politiche culturali e il Turismo della Regione Campania – Ci siamo dotati dell’ecosistema digitale della Cultura, in una sola piattaforma, un lavoro immenso rispetto all’offerta del patrimonio culturale. Se volessimo digitalizzare la Biblioteca nazionale, ci vorrebbero 40 milioni di euro. Noi abbiamo 3 progetti del valore di 30 milioni di euro ma è ancora insufficiente, e questo ci deve spingere a fare sempre di più e meglio. Digitalizzazione non significa sostituzione alla visita ma preparazione alla stessa e integrazione alla stessa, consentire ai visitatori di preparare il proprio viaggio. Abbiamo definito con i vari soggetti i fabbisogni e abbiamo realizzato un cantiere. Abbiamo digitalizzato la Collezione Farnese, divisa tra vari musei. La cultura non è un costo, ma è un investimento che produce a sua volta valore economico per quel territorio”.

 

 

Visibilmente soddisfatto Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei. “Mi congratulo per l’uscita di questo volume che mette in luce il rapporto tra depositi e digitale, accessibilità e depositi. Appena mi sono insediato come DG Musei ho voluto valorizzare i depositi, forte dell’esperienza maturata a Pompei. E così abbiamo portato avanti l’iniziativa “100 opere tornano a casa” a cui ha contribuito anche Capodimonte con opere inviate a Palazzo Lanfranchi a Matera. Abbiamo fatto una ricognizione sui 480 musei e luoghi della cultura nazionali: su 480mila reperti esposti, 4 milioni e mezzo sono in deposito. Un rapporto impressionante che merita un approccio sistemico, una visione generale. Con la collega Laura Moro, direttore della Digital Library, si è deciso di destinare risorse significative ma non ancora sufficienti alla digitalizzazione e la facciamo partendo dai depositi, e non dalle opere esposte, perché quelle sono già visibili. Dobbiamo concentrarci sul patrimonio sommerso, cominciamo con un piano di conoscenza dei depositi con progetti significativi, una conoscenza prodromica per trasformare i depositi in biblioteche di oggetti e di fruizione per il pubblico. Questo significa aumentare l’accessibilità. E’ uno sforzo titanico, ma è molto importante”.

Giovanni Pescarmona, Digital Humanist alla Digital Library parla del Piano Nazionale di Digitalizzazione: “E’ un documento dinamico, che evolve con la tecnologia e risponde ai cambiamenti sociali e culturali. Un documento aperto con fasi di consultazione pubblica e vari strumenti operativi. Il PNRR sarà una grande occasione di modernizzazione del museo e di digitalizzazione del nostro patrimonio culturale”.

Giorgio Ventre, Direttore Scientifico della Apple Developer Academy e Pietro Nunziante, Docente di Design dell’Università di Napoli Federico II hanno illustrato i progetti dell’Università con Capodimonte.

“Nel 2019 abbiamo stipulato un accordo quadro e poi due accordi esecutivi: corsi per sviluppatori di  app che abbiamo portato avanti con Apple Academy destinati a studenti dell’Accademia Belle Arti e dell’Aeronautica militare e il progetto di realizzare una Scuola di Digitalizzazione nella Casa Colletta, uno degli edifici del Bosco. Ho profonda gratitudine verso Bellenger che ha capito il potenziale di trasformazione del digitale. Per la Federico II avere una casa destinata all’innovazione e trasformazione nel Bosco di Capodimonte è molto importante” afferma Ventre. Gli fa eco Nunziante: “Finora abbiamo parlato di digitalizzazione orientata agli oggetti, ma c’è anche una necessaria formazione orientata ai soggetti che devono poi fare la digitalizzazione delle opere”.

 

 

Jelena Jovanovic, Direttore Generale Magister Art ha sottolineato come i servizi digitali possano aiutare a educare lo sguardo, generare valore, fidelizzare il pubblico al proprio museo. Le iniziative digitali migliorano la fruizione delle opere per un’accoglienza e un’accessibilità intesa come accesso totale al sapere, come abbattimento non solo di barriere fisiche ma anche cognitive.

 

 

E per chiudere la storica dell’arte Maria Tamajo Contarini, Curatrice e Responsabile Depositi del Museo e Real Bosco di Capodimonte, co-curatrice della mostra “Depositi di Capodimonte. Storie ancora da scrivere” ha ricostruito la storia dei depositi nel Museo di Capodimonte: “Già nel 1957 i depositi erano insufficienti perché dedicati solo ai dipinti, successivamente ne sono stati ricavati altri nel museo per gli oggetti di arti applicate e le sculture, dividendoli per categorie”. E sottolinea un dato importante: “Il lavoro sui depositi aiuta a riflettere anche sull’allestimento permanente del museo, dopo la mostra del 2018 abbiamo tirato fuori più di 150 opere che erano in depositi e oggi sono visibili a tutti”.

 

foto della mostra “Depositi di Capodimonte. Storie ancora da scrivere”. Photo credit Luciano e Marco Pedicini
Back To Top