Monelli e Ribelli. Rassegna Cinema all’aperto 2020 a Capodimonte
L’11-12-13 settembre e il 18-19-20 settembre 2020 nuovo appuntamento con Monelli e Ribelli, la rassegna cinematografica all’aperto al Museo e Real Bosco di Capodimonte, a cura di Maria Tamajo Contarini in collaborazione con Anna Masecchia, organizzata in collaborazione con la società Restart e realizzata grazie ai fondi europei del progetto “Capodimonte popolare e colto”, finanziamento POC-Programma Operativo Complementare 2014-2020 della Regione Campania, in continuità con le precedenti rassegne cinematografiche: Pittori di cinema (23-28 luglio 2019), La settima arte. Cinema e pittura (novembre 2017-gennaio 2018) e Napoli nel cinema (19-25 luglio 2018 e poi ogni ultimo giovedì del mese in Auditorium fino al 28 marzo 2019).
Sei pellicole dedicate al tema dell’infanzia e dell’adolescenza, che saranno proiettate alle ore 21.00 nel secondo Cortile del Museo e Real Bosco di Capodimonte nei due weekend di settembre: venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 e poi, successivamente, venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 settembre.
Ingresso gratuito, ma obbligo di prenotazione per il protocollo anti-Covid sulla piattaforma http://restarteventi.eventbrite.it per garantire una fruizione in sicurezza.
Info al numero 349 21 47 804
Prenotazione obbligatoria su:
http://restarteventi.eventbrite.it
Cortile centrale della Reggia, ore 21.00
Ingresso Porta Piccola, via Miano 2 – Napoli
L’adolescenza è l’epoca in cui si conquista a morsi l’esperienza
Jack London
Cinema e mostre in programmazione
Il tema dell’infanzia e dell’adolescenza al centro di Monelli e Ribelli, la rassegna cinematografica di quest’anno, si pone in stretta relazione con quello delle due mostre in programmazione a Capodimonte nei prossimi mesi: Vincenzo Gemito, dalla scultura al disegno (10 settembre – 15 novembre 2020) e Capodimonte ringrazia la Sanità (17 dicembre 2020 – 18 maggio 2021) con opere di Paolo La Motta, in cui gli adolescenti sono protagonisti della rappresentazione.
Giovinezza tormentata, pensierosa e con il peso della povertà, ma anche giovinezza come ribellione manifestata nei diversi modi, sono i temi che affrontano la poetica di Gemito, quanto quella di La Motta.
Raffigurazioni intime e isolate, indagate con spessore introspettivo. In stretta relazione con la ricerca figurativa anche quella cinematografica ha messo a fuoco più volte la figura del ragazzetto come personaggio principale.
I ragazzi saranno i modelli preferiti di Vincenzo Gemito nell’intero percorso della sua lunga attività. Lo scultore e acuto disegnatore, illustra i volti dei ragazzi napoletani, molti di questi veri e propri scugnizzi, ripresi dal vero nei momenti della loro poetica quotidianità.
Fin dagli anni della gioventù, Gemito ritrae adolescenti raffigurati, specialmente negli esordi, in una ricerca che si confronta con quella dell’amico Antonio Mancini, famoso per aver portato a Parigi, in occasione dell’Esposizione del 1878 a cui partecipano entrambi, il modello Luigi Gianchetti, detto Luigiello, a dimostrazione della sua ricerca verista e antiaccademica.
Per saperne di più sulla mostra visita la pagina dedicata
L’esperienza di Paolo La Motta nasce dal rapporto con il quartiere della Sanità, pulsante nella sua eterogeneità. E’qui che La Motta lavora coinvolgendo i ragazzi del quartiere. Tra questi il purtroppo celebre Genny Cesarano, ucciso per errore a 17 anni da giovani camorristi, di poco più grandi, la notte del 5 settembre 2015 nella piazza San Vincenzo.
La mostra, secondo le affermazioni dello stesso artista, è un omaggio alla Sanità attraverso il volto dei suoi bambini.
Il progetto parte dall’acquisizione da parte del museo di Capodimonte del polittico che l’artista ha eseguito nel 2007. Lungo il percorso dell’esposizione sarà possibile cogliere la genesi dell’opera, dalla prima idea per la scultura realizzata per piazza Sanità con figura del ragazzo a mezzobusto, ma anche di avvicinare i singoli ritratti di altri ragazzi del quartiere, volti che esprimono storie diverse che si intrecciano tra loro creando nuovi racconti.
Il tema: infanzia e adolescenza
Nel cinema italiano il tema dell’infanzia difficile è stato spesso raccontato. Si trovano riferimenti significativi alla figura dello scugnizzo nel cinema napoletano delle origini, come dimostra il cinema di Elvira Notari (Salerno 1875-Cava dei Tirreni 1946), in cui più volte recita il figlio Edoardo nel ruolo di Gennariello, primo attore bambino in Italia.
Nella cinematografia italiana è stata importante anche l’esperienza del cinema neorealista, da Sciuscià di Vittorio De Sica (1946) a Germania anno zero di Roberto Rossellini (1948), con effetti sul cinema d’autore più recente, da Io non ho paura di Gabriele Salvatores (2002) a Anni felici di Daniele Luchetti (2013).
Nel quadro delle mostre presentate al Museo e per accompagnare le serate di fine estate e accogliere i visitatori del museo e del bosco, dai cinefili alle famiglie, si offre al pubblico Monelli e Ribelli, una selezione di film internazionali realizzati negli ultimi decenni, aperta da un grande classico della Disney.
Per ricordare i tanti romanzi di formazione Disney, è stato scelto Il libro della giungla (1967), in cui le avventure dell’orfano Mowgli, accolto da un mondo animale in realtà pieno di regole, si concludono con l’ingresso nell’età adulta e nel mondo degli umani. Un diverso incontro tra culture è raccontato nel recentissimo Dililì a Parigi (2018), di cui è finalmente protagonista una bambina. Dililì, piccola Kanake, arriva a Parigi dopo aver studiato con l’anarchica Louise Michel. Coraggio e intelligenza le consentono di sventare un terribile piano per ridurre in schiavitù le donne. La protagonista del film di Michel Ocelot ricorda i piccoli eroi di tanti romanzi classici, come l’Oliver Twist che Roman Polanski (2005) ha riportato di recente sullo schermo. Il fantastico e la visionarietà caratterizzano i percorsi degli altri tre racconti cinematografici proposti. In Big Fish di Tim Burton (2003) un figlio rivaluta il padre ricordando la sua infanzia, mentre in Hugo Cabret di Martin Scorsese (2011) la nostalgia per il padre e l’infanzia perduta di Hugo incontra l’amore per il cinema del regista e la ricerca di un’origine della settima arte attraverso la sperimentazione in digitale. Le visioni di Wes Anderson chiudono Monelli e Ribelli, la piccola rassegna di film con il ruolo strategico svolto dai giovani Zero e Agatha nello scioglimento di un mistero in Gran Budapest Hotel (2014).
Come la letteratura indaga sulla condizione dell’adolescente definita da Ian Mc Ewan “quella dolorosa, dolcissima sensazione di lontananza dal resto del mondo”, anche il cinema riflette su quel periodo della vita profondamente formativo. L’adolescente si sente lontano sia dagli adulti che dai bambini e si distanzia dal mondo che loro rappresentano. Isolamento vissuto come espressione ipersensibile: “Non c’è bisogno di soffrire per essere un poeta; l’adolescenza è una sofferenza bastante per chiunque” secondo il poeta americano John Ciardi.
Alcuni dei film presentati nella rassegna Monelli e Ribelli sembrano riflettere, anche in forma giocosa e spensierata, su alcuni temi legati al pensiero psicoanalitico sull’adolescenza. Lo psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet, specializzato in analisi teoriche psicoterapeutiche dedicate agli adolescenti, afferma: “Quando i ragazzi hanno l’impressione di non riuscire a capire come realizzare la propria vocazione allora è possibile che il futuro muoia. E assistere alla morte del proprio futuro, in adolescenza e anche qualche anno dopo nella fase di giovani adulti, è una vera tragedia. Significa perdere la speranza e trasformare il presente in un eterno presente celebrando il lutto della perdita della relazione con il proprio sé futuro” (Intervista a cura di Monica Onori, 2013).
Ma i ragazzi hanno forza e energia creativa e questo lo sanno bene gli artisti, tra questi Pablo Picasso che affermò: “A quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ci ho messo una vita per imparare a dipingere come loro”. Oppure Paul Klee che scrisse:“I signori critici dicono spesso che i miei quadri assomigliano agli scarabocchi dei bambini. Potesse essere davvero così! I quadri che mio figlio Felix ha dipinto sono migliori dei miei. Vorrei essere come appena nato, ignorare i poeti e le mode, essere quasi primitivo”. Potenzialità del mondo infantile e adolescenziale sottolineate anche da Maria Montessori: “Se aiuto e salvezza possono venire ci verranno soltanto dal bambino perché il bambino è il costruttore dell’uomo”.
Quindi tornare piccoli per riscoprire il genio libero della fanciullezza, una potenzialità narrativa che il cinema coglie con partecipazione. I bambini e i ragazzi si offrono, agli occhi del cineasta, come possibile spinta al miglioramento delle condizioni umane e ambientali, dotati di capacità di rinnovamento e avanzamento, divenendo i piccoli, ma grandi protagonisti di avventure realistiche o fiabesche che il cinema ci presenta nelle diverse declinazioni.
Monelli e Ribelli
Calendario dei film
Venerdì 11 settembre, ore 21.00
Michel Ocelot, Dililì a Parigi
2018
Durata: 1 h e 35 m
Il fermento della Parigi Belle Epoque accoglie la battagliera Dililì, piccola kanak che giunge avventurosamente in Francia. Il suo sguardo ci farà cogliere le luci e le ombre di un’epoca di cambiamento sociale e politico, in cui le donne, come sempre accade, hanno svolto un ruolo fondamentale, tutto da riscoprire. Premio César come miglior film d’animazione del 2018.
Tim Burton, Vincent
1982
Durata: 6 minuti
Vincent è un bambino di 7 anni affascinato da Edgar Allan Poe, di cui legge avidamente i racconti immedesimandosi nei suoi personaggi. Corto di Tim Burton prodotto dalla Walt Disney, che segnò un nuovo corso della casa di produzione.
Sabato 12 settembre, ore 21.00
Wolfgang Reitherman, Il libro della giungla
Walt Disney Production, 1967
durata: 1 h e 29 m
Le avventure dell’orfano Mowgli abbandonato in una cesta nella giungla indiana. La cesta è scoperta dalla pantera nera Bagheera che porta il neonato ad una coppia di lupi alle prese con una cucciolata. Cresciuto dovrà contrastare l’odio per gli umani della tigre del Bengala, espressione del male.
Domenica 13 settembre, ore 21.00
Tim Burton, Big Fish. Le storie di una vita incredibile
2003
durata: 2 h 5 m
Per tutta la vita Will è convinto che la storia della sua nascita raccontata dal padre sia una bugia. Non riesce a credere infatti di essere nato il giorno in cui suo padre avrebbe raccolto un grande pesce gatto utilizzando come esca la fede nuziale. Dopo anni di rottura Will torna nei luoghi della sua infanzia e il racconto riprende interrotto dall’infarto del padre. Al funerale saranno presenti tutti i protagonisti del racconto immaginario.
Venerdì 18 settembre, ore 21.00
Roman Polanski, Oliver Twist
2005
Durata: 2 h e 5m
Tratto dal romanzo di Charles Dickens. Il piccolo orfano vive di stenti nella Londra della seconda rivoluzione industriale. Cresciuto nella lotta alla sopravvivenza di un orfanotrofio gremito di ragazzini malnutriti, cade nella rete di delinquenza del perfido Fagin, avaro capo della banda di piccoli delinquenti a cui il giovane Oliver si affeziona, malgrado tutto.
Sabato 19 settembre, ore 21.00
Martin Scorsese, Hugo Cabret
2011
Durata: 2 h e 9 m
Hugo è un orfano che vive nella stazione di Parigi. Il padre è morto a seguito di un incendio divampato in un cinema dove lavorava. Affidato allo zio, vive di sotterfugi e in compagnia di un automa trovato dal padre nel museo dove lavorava. Nella stazione incontra la coetanea Isabelle, adottata dal proprietario del chiosco di giocattoli “George Mèliés” e con lei inizia una sorprendente avventura.
Domenica 20 settembre, ore 21.00
Wes Anderson, Grand Budapest Hotel
2014
Durata: 1 h e 40 m
I misteri di un grande albergo in una immaginaria Europa dell’Est, a cui assistono il garzone Zero e la giovane pasticciera Agatha, che si innamorano. Storie parallele che si incrociano con quella di Gustave su registri cronologici differenti, ma uniti da un filo conduttore svelato nel finale.
Monelli e Ribelli
Ingresso gratuito ma contingentato e prenotazione obbligatoria come misura di prevenzione del rischio contagio da Covid 19
Info e prenotazioni:
349 21 47 804
Cortile centrale della Reggia, ore 21.00
Ingresso Porta Piccola, via Miano 2 – Napoli
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