Le acquisizioni dello Stato per Capodimonte
Sono nuovamente visibili le opere di recente acquisizione del Museo di Capodimonte prestate alla mostra a Castel Sant’Angelo: il Ritratto virile di Girolamo Santacroce, il Ritratto dell’arciduca Carlo d’Asburgo di Francesco Solimena, il San Girolamo di Gaspare Traversi e la Madonna con il Bambino fra san Matteo e san Giovanni Evangelista attribuita all’officina meridionale di Cesare da Sesto.
La mostra Lo stato dell’Arte, l’arte dello Stato. Le acquisizioni del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Colmare le lacune – Ricucire la Storia (Roma, Castel Sant’Angelo) ha consentito di presentare al pubblico le acquisizioni di opere d’arte effettuate dallo Stato negli ultimi anni per ampliare il patrimonio culturale italiano.
Il Ritratto virile dello scultore Girolamo Santacroce (acquisto 2004), esponente di spicco del Rinascimento meridionale, e il Ritratto dell’arciduca Carlo d’Asburgo di Francesco Solimena (acquisto 2005), uno dei più ricercati artisti della Napoli settecentesca, sono stati ricollocati rispettivamente nelle sale 70 e 104 della sezione Galleria delle Arti a Napoli dal ‘200 al ‘700, al secondo piano del Museo.
Vengono invece inseriti per la prima volta nel percorso espositivo del secondo piano il San Girolamo di Gaspare Traversi (acquisto 2011), in sala 106, testimonianza della fase giovanile del pittore settecentesco, ancora legata alle sperimentazioni naturalistiche del secolo precedente, e la Madonna con il Bambino fra san Matteo e san Giovanni Evangelista (acquisto 2010), in sala 70, opera già riferita ad Andrea Sabatini da Salerno e attribuita in occasione della mostra all’officina meridionale di Cesare da Sesto, esponente della diffusione, nel primo Cinquecento, della Maniera Moderna nel Viceregno.
Il dipinto è stato oggetto di un accurato restauro, condotto da Claudio Palma, che ha riguardato principalmente interventi localizzati di consolidamento della preparazione al supporto, operazioni di pulitura del film pittorico e risanamento materico e pittorico delle lacune, restituendo alla tavola la brillantezza cromatica, la leggibilità e la volumetria della composizione, che erano considerevolmente alterate.