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The Sword of an Angel

Jan Fabre

(Anversa, 1958)

The Sword of an Angel

2019

corallo del Mediterraneo, pasta polimera, metallo

7,4 x 121,2 x 29,7 cm

Acquisto 2022 del Museo e Real Bosco di Capodimonte con fondi della Dg-Creatività contemporanea tramite PAC – Piano dell’Arte Contemporanea

L’opera The Sword an Angel è stata realizzata dall’artista belga Jan Fabre, in occasione della mostra Jan Fabre. Oro Rosso. Sculture d’oro e corallo, disegni di sangue (30 marzo – 15 settembre 2019), curata da Stefano Causa insieme a Blandine Gwizdala, nell’ambito di un progetto espositivo diffuso e condiviso con il Museo Madre – Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, la Chiesa del Pio Monte della Misericordia e la galleria Studio Trisorio.

La spada, così come le altre opere della stessa fattura che furono presentate in mostra, si compone di elementi di corallo rosso, lavorati dai laboratori Liverino, attivi dal 1894 a Torre del Greco (Napoli). Con l’utilizzo di questo materiale, denominato “oro rosso”, Jan Fabre ha omaggiato una delle produzioni manifatturiere autoctone di lunga tradizione più note al mondo. Attraverso il corallo l’artista propone una rivisitazione dei temi caratteristici della sua poetica: dalla mutazione delle forme minerali, animali e artificiali, fino alla rappresentazione e, talvolta alla messa in scena, delle pulsioni primarie dell’essere umano e dell’intero sistema naturale. Quest’ultimo è sondato analiticamente ma anche manipolato, come avviene nel caso del Corallium rubrum, che da essere vivente delle profondità marine, diventa gioiello, orpello, decorazione e rivestimento.

Fabre è tra i primi artisti in ambito internazionale a scegliere questo materiale di cui ben conosce le qualità intrinseche, estetiche e simboliche, essendo stato per secoli identificato come portafortuna o metafora della lussuria, simbolo della persistenza, amuleto contro la cattiva sorte, rimedio omeopatico associato al sangue e alla vitalità. L’artista ha declinato in numerose forme il corallo plasmando corazze di scaglie, lamelle, cornetti, sfruttando le forme arboree e ramificate di questo elemento che veniva non a caso denominato dai greci lithodendron, albero della pietra.

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