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“C’era un bosco irrigato nel mezzo da una fonte d’acqua perenne affiancata da una grotta ombrosa. E poiché Numa vi si recava spesso per incontrarsi con la dea, consacrò quel bosco alle Camene che si ritrovavano con Egeria sua sposa.”
Lo storico latino Livio trascrive questa storia nella sua Historiae romanae. Il dipinto raffigura la ninfa Egeria mentre riceve la notizia che suo marito Numa Pompilio, re di Roma, è morto. Egeria nel suo abito blu è seduta e reagisce a ciò che ha appena ascoltato, mentre il messaggero con un mantello rosso indica la città. Il paesaggio monumentale domina la scena, mentre le figure e la città sembrano essere sminuite dallo schiacciante potere della natura. Claude Lorrain esercitò una grande influenza nello sviluppo dei paesaggi come genere a sé stante. La combinazione di uno scenario verdeggiante e una fantasiosa architettura antica ha allo stesso tempo la capacità di evocare il passato mentre localizza lo spettatore all’interno di luoghi reali.
Questo episodio è ambientato in un paesaggio immaginario ispirato al lago Nemi, situato sulle terre feudali della famiglia Colonna, la quale commissionò l’opera nel 1669. Il dipinto entrò a far parte delle collezioni borboniche nel 1800, acquistato per volontà di re Ferdinando IV Borbone.

Si prevede di realizzare una serie di indagini per studiare la tecnica esecutiva del dipinto e i materiali impiegati e per valutarne lo stato di conservazione.
Le condizioni di tensionamento del supporto e di stabilità degli strati pittorici appaiono discreti, si prevede solo una revisione.
Sarà eseguita una pulitura per rimuovere lo sporco superficiale e le vernici e integrazioni alterate. Le lacune saranno stuccate con gesso e colla e integrate con colori a vernice, e sarà quindi applicata una verniciatura protettiva.
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