Attribuito a Domenico Ghirlandaio nel 1802 nella Collezione Torlonia, la tavola fu successivamente attribuita a Signorelli da Bernard Berenson negli anni ’30 del Novecento. L’opera è entrata a far parte delle collezioni di Capodimonte nel 1939. Signorelli è uno fra i più importanti pittori tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. L’opera presenta una composizione monumentale, con le figure di San Giuseppe e Maria dipinte simmetricamente in primo piano. San Giuseppe gioca un ruolo attivo nella scena, mentre si inginocchia a braccia incrociate in adorazione del Bambino Gesù. Di fronte a San Giuseppe, la Vergine raccoglie le mani in preghiera, contemplando il frutto del suo grembo. Gesù, senza vesti, è adagiato ai piedi di San Giuseppe e con
sguardo diretto si rivolge allo spettatore. Gli angeli in volo sopra la Sacra Famiglia sono disposti simmetricamente, così come San Giuseppe e Maria. Mentre i pastori legano un fascio di grano alle spalle di San Giuseppe, in lontananza si intravede un gruppo di cavalieri, diretto verso una città posta in cima a una collina. Al centro dell’opera è raffigurata una valle fertile, probabilmente la valle del Tevere, dove animali esotici come la giraffa e il cammello sono raffigurati al di là di un arco ubicato lungo il sentiero.
La simmetria e le figure monumentali della composizione di Signorelli sono tratti caratteristici dello stile del maestro toscano che eserciterà un’influenza sulle generazioni di artisti della sua epoca, tra cui Michelangelo.
Si prevede la rimozione della parchettatura e la realizzazione di un telaio di sostegno che assecondi i movimenti del legno, saranno quindi realizzati il ristabilimento dell’adesione degli strati pittorici e una revisione degli interventi integrativi precedenti.