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Natale e Capodanno al Museo e Real Bosco di Capodimonte. Tutti gli eventi dal 23 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022

Tanti gli eventi per vivere l’atmosfera del Natale al Museo e Real Bosco di Capodimonte.

Aperture straordinarie serali a 2 euro, eventi musicali, visite guidate, laboratori e una collezione tutta da scoprire con nuove sale e riallestimenti.

Durante le festività natalizie il museo sarà aperto tutti i giorni come di consueto ad eccezione dei mercoledì, del 25 dicembre e del 1 gennaio mentre il 24 dicembre e il 31 dicembre osserverà l’orario di apertura al pubblico dalle 8.30 alle 14.00 (ultimo ingresso consentito alle ore 13.00). Il Real Bosco ed il parco saranno sempre aperti, nei consueti orari.

Le ultime tre aperture straordinarie serali al prezzo di soli 2 euro saranno lunedì 27, martedì 28 e giovedì 30 dicembre 2021, dalle ore 19.30 alle ore 22.30 (ultimo ingresso ore 21.30) mentre, salvo avverse condizioni meteo, sarà possibile visitare la Chiesa di San Gennaro nel Real Bosco di Capodimonte ridecorata da Santiago Calatrava il 24 e il 31 dicembre (ore 10.00-14.00) ed il 26 dicembre ed il 2 gennaio (ore 10.00-16.00)

 

Tante le attività didattiche in programma durante le festività natalizie al Museo e Real Bosco di Capodimonte, dalle visite guidate al presepe, alla scoperta della Natività nell’arte fino ai laboratori per bambini dedicati ai colori di Daniel Buren, artista che ha una sua opera site-specific nella sezione di arte contemporanea del Museo.

 

 

Riallestita la sala di Raffaello e aperte al primo piano del museo le sale che anticipano la nuova sistemazione della collezione del XIX secolo, oggi visibile nelle sezioni della Galleria dell’Ottocento al terzo piano e dell’Ottocento Privato, nonché nel percorso dell’appartamento reale, che avrà organica e cronologica presentazione nel progetto per il nuovo allestimento del museo.

Un nucleo consistente è dedicato alla produzione di Vincenzo Gemito, geniale scultore napoletano presente nelle collezioni del museo per acquisti reali o donazioni e arricchito dalla collezione di Achille Minozzi, illuminato mecenate sostenitore dello scultore di cui si presenta, oltre alle importanti sculture in terracotta, bronzo e cera, la particolare collezione di piatti dipinti con tecnica a nerofumo nel 1892.

Opere di artisti che con Gemito hanno dato vitalità alla cultura del secondo Ottocento e che indirettamente illustrano il significativo ruolo dell’Istituto di Belle Arti di Napoli sono i bellissimi pastelli del coetaneo Francesco Paolo Michetti e dell’amico Antonio Mancini con il Ritratto di donna con ventaglio.

Ritratti e volti di donna anche nei dipinti della pittrice inglese Jane Benham Hay, compagna di Saverio Altamura, nell’Amelia di Diodati o nella Monaca in orazione di Salvatore Postiglione con una sensibilità che anticipa il Novecento.

Così come l’attività di Gemito segna il passaggio alle innovazioni del nuovo secolo, anche il pastellista Giuseppe Casciaro nel colore stemperato del Paesaggio mostra attenzione per i nuovi orientamenti.

 

 

Come nelle ricche pareti dei padiglioni delle Esposizioni ottocentesche, nelle sale si affollano i dipinti e le sculture che hanno caratterizzato le vicende storiche e artistiche dell’Ottocento.

Una variegata tipologia di opere in cui ognuna rappresenta un pensiero sul significato del “fare arte”.

Primo segmento è la cultura figurativa che rappresenta il potere del governo francese agli inizi del secolo, con le opere di Antonio Canova, Alexandre-Hyacinthe Dunouy, Francois Gérard e Gaspare Landi di cui il grande dipinto Harun al Raschid nella sua tenda con i sapienti d’Oriente, fu eseguito nel 1811 per il Palazzo del Quirinale a Roma e trasferito a Capodimonte per volontà di Gioacchino Murat con l’intento di promuovere l’interesse culturale degli interventi di Napoleone in terre straniere.

Segue una fase di transizione legata alla Restaurazione borbonica e alla transizione tra arte accademica e le innovazioni della pittura di storia, anticipata da pittori del romanticismo storico come Francesco Podesti e Orest Kiprensky e portata avanti da Domenico Morelli con vigore e modernità realista.

Di impatto fortemente emozionale è il dipinto della maturità di Salvatore Fergola, Gesù nella barca degli apostoli impone al mare tempestoso di placarsi, 1859, che nel Catalogo dell’Esposizione, viene presentato sottolineandone il sentimento minaccioso e la veridicità della tempesta del dipinto.

Ma non mancano le opere della fase di forte esigenza realistica con le opere di Achille d’Orsi e Ettore Ximenes, entrambi presenti all’Esposizione di Parigi nel 1878, dove i Parassiti furono accolti in modo contrastante per la forza di rottura, quasi brutale, del realismo sociale.

Incroci tra avvenimenti storici e relazioni in cui si ritrovano nella stessa sala Letizia Bonaparte, madre di Napoleone, che Canova ritrae su modello della statua romana dell’Agrippina seduta in Campidoglio, assieme al nipote ed erede universale, raffigurato da giovanissimo soldato alla corte degli Asburgo dal pittore austriaco Joseph Krafft.

 

 

L’Appartamento Storico, la cui totale riapertura è prevista nel corso del 2022, è in riallestimento ma durante questa complessa fase di lavorazione, si è scelto di aprire nove sale, dal Salone della Culla al Salone delle Feste, con un allestimento tematico per presentare i sovrani di Napoli e il gusto di corte tra Settecento e Ottocento.

Sedie, poltrone e consoles di stili diversi, che ben testimoniano le mode del tempo, dialogano con dipinti dinastici, arazzi, orologi e porcellane. La grande eterogeneità degli arredi presenta stili, lavorazioni e materiali molto vari: decori “all’antica” con un forte riferimento alla grande impresa archeologica degli scavi di Ercolano e Pompei, marmi preziosi, alabastri e lacche ornate con motivi a chinoiserie di influenza rococò.

Il progetto definitivo prevede un’evocazione che coinvolgerà l’impianto complessivo di ogni ambiente, dal soffitto alle tende, dagli arredi ai dipinti.

 

 

Napoleone imperatore realizzato da François Gérard nel 1805 per l’Hôtel de Talleyrand di Parigi, oggi conservato a Versailles introduce il percorso di visita. L’opera, simbolo del potere, testimonia il decennio di dominio francese a Napoli, prima col fratello di Napoleone, Giuseppe (1806-1808), e poi col cognato, Gioacchino Murat (1808-1816), maresciallo dell’Impero e marito della sorella Carolina.

Oltre alle riforme giuridiche e militari sul modello francese, furono intraprese azioni di risistemazione urbanistica e di abbellimento dei siti reali. In particolar modo nella Reggia di Capodimonte, scelta dai coniugi Murat come residenza privilegiata per via della sua vicinanza alla città, arrivarono dipinti, mobili, porcellane, orologi e suppellettili improntati al gusto neoclassico di matrice maestosa e celebrativa, che si ispirava al modello della Roma imperiale, i cui esempi più pregiati sono esposti nel Salone della Culla così denominato perché in essa era esposta la culla donata dal popolo di Napoli ai Savoia per la nascita di Vittorio Emanuele III nel 1869, oggi conservata alla Reggia di Caserta).

 

 

La sala ospita un pavimento in marmo rinvenuto durante gli scavi archeologici di una villa imperiale a Capri, utilizzato prima per decorare la Villa Favorita a Resina durante il periodo borbonico e poi trasferito nella Reggia di Capodimonte nel 1877, regnante Vittorio Emanuele II.

I dipinti esposti sono legati al decennio francese, con le due tele di soggetto storico di Vincenzo Camuccini, realizzate in un primo momento per lo stesso Napoleone e poi acquisite da Gioacchino Murat, e i due grandi paesaggi di Jean Joseph Xavier Bidauld e Alexandre Hyacinthe Dunouy.

Negli arredi, come negli orologi impreziositi da marmi rari, bronzi cesellati, porcellane e biscuits e decorati con obelischi, faraoni e piramidi si manifesta l’interesse verso l’arte egiziana che diventa di moda in tutta Europa a seguito delle campagne di Napoleone in Egitto (1798-1801) e che a Napoli era già diffusa per la presenza a Pompei del Tempio di Iside, ritrovato tra il 1764 e il 1766.

 

 

Le sale successive mostrano l’interesse nelle corti dell’Europa del Settecento per i mondi esotici che genera una smania collezionistica per le chinoiserie, tutto ciò che deriva dalla Cina, intesa in senso ampio come mondo orientale e non come entità geografica.

Il gusto per i “motivi cinesi” diventa preponderante, in particolare per le arti decorative, spesso filtrato attraverso il gusto rococò.

Esposti anche preziosi manufatti della Real Fabbrica di Capodimonte, come il Bacile a forma di conchiglia, la Specchiera e le due Girandole con scene galanti dipinte, ghirlande di fiori e frutta.

 

 

A seguire le sale dinastiche con i ritratti di Ferdinando IV di Borbone, re a soli otto anni raffigurato da Anton Raphael Mengs, e della sposa Maria Carolina d’Austria, di Carlo di Borbone e Maria Amalia di Sassonia raffigurati a cavallo, negli ultimi anni di Regno napoletano prima di partire alla volta della Spagna nel 1759, i preziosi arredi, le portantine e la Galleria delle Porcellane che ospita preziosi pezzi della Real Fabbrica di Porcellana di Napoli.

Gli arredi e le suppellettili in sala sono tutti legati alla coppia regale: le portantine, una delle quali siglata con le iniziali dei sovrani BFC, dagli ornamenti raffinati; il biscuit raffigurante la regina, in dialogo col quasi coevo ritratto di Camillo Landini; il servizio da caffè composto da una sola tazza (detto solitaire), dono di Maria Carolina a Ferdinando, effigiato di profilo sul plateau. Completa la sala l’Apoteosi di Ferdinando IV e Maria Carolina d’Austria di Pietro Bardellino, uno dei bozzetti preparatori per l’affresco che ancora oggi decora la volta del Salone della Meridiana nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

 

 

A chiusura del percorso la sala con il grande biscuit “La Caduta dei Giganti” di Filippo Tagliolini  capomodellatore della Real Fabbrica di porcellana di Napoli, testimonia proprio l’altissimo livello tecnico e virtuosistico a cui era pervenuta la Manifattura, e il Salone delle Feste, tra i pochi ambienti di rappresentanza del piano nobile del palazzo che ancora conserva l’originario carattere di gala e che nel corso del primo Ottocento venne allestito per ospitare ricevimenti durante le cerimonie di corte.

Durante il regno di Ferdinando II,  la sala venne dipinta, tra il 1835 e il 1838, da Salvatore Giusti, pittore napoletano attivo tra il 1815 e il 1845, allievo di Jacob Philipp Hackert, sulla base dei progetti grafici di Antonio Niccolini, architetto e scenografo.

L’ambiente viene quindi trasformato in uno spazio elegante e sontuoso con raffinate simmetrie di matrice neoclassica, dalla decorazione pittorica lieve e festosa sulla volta e sulle pareti caratterizzata da tonalità pastello chiare e delicate, con motivi ornamentali ispirati dai temi della pittura ercolanese e pompeiana.

Dell’assetto originario della sala fanno parte gli specchi e i brillanti lampadari in cristallo e i due divani dall’elegante cintura di gusto neoclassico costituita dal motivo delle lance incrociate, verosimilmente progettati dal Niccolini stesso, al quale spetta anche la paternità del disegno dell’elegante intarsio marmoreo del pavimento.

 

 

Riaperta inoltre al primo piano del museo la sala dei grandi cartoni di Raffaello e Michelangelo, vera preziosità del nucleo Farnese del Gabinetto disegni e stampe di Capodimonte.

I celebri cartoni di Michelangelo e Raffaello erano quelli preparatori rispettivamente per gli affreschi della Cappella Paolina e della Stanza di Eliodoro in Vaticano, provenienti dalla raccolta del bibliotecario Fulvio Orsini, lasciata in eredità nel 1600 al cardinale Odoardo Farnese.

Gli enormi disegni a grandezza naturale sono in realtà un collage di più fogli (il Mosè davanti al roveto ardente di Raffaello è costituito da 23 fogli, il Gruppo di Armigeri di Michelangelo da 19 fogli) sui quali sono visibili i fori per il trasporto su muro con la tecnica dello spolvero: il cartone veniva fatto aderire alla parete da dipingere e tamponato con un sacchetto di tela riempito di carbone, in modo da lasciare una traccia puntinata da seguire nell’esecuzione dell’affresco.

 

 

Aperta anche la Collezione De Ciccio, l’importante raccolta donata da Mario De Ciccio allo Stato italiano nel 1958 e costituita da 1.300 pezzi, soprattutto oggetti d’arte applicata di differenti epoche e tipologia, raccolti dal collezionista nell’arco di oltre 50 anni: galanterie (ventagli, tabacchiere, astucci e orologi), vetri, bronzetti, avori e smalti medioevali, paramenti sacri, tessuti e ricami, argenti di uso liturgico, ceroplastiche, una importante selezione di oggetti archeologici e, soprattutto, uno sceltissimo gruppo di maioliche e di porcellane.

Visitabile l’Armeria di Capodimonte, una delle più notevoli d’Europa. Costituita dalle armi che appartenevano alla famiglia Farnese tra la fine del XV e il XVII secolo, fu ricevuta in eredità da Carlo di Borbone, che vi aggiunse nel Settecento la sua raccolta di armi da fuoco, alcuni doni diplomatici ed altre armi prodotte dalla Real Fabbrica di Napoli.

 

 

Al secondo piano del museo, il visitatore potrà ammirare la Galleria delle Arti a Napoli dal ‘200 al ‘700, la Flagellazione di Caravaggio, la sezione di arte contemporanea che prosegue al terzo piano con la Galleria fotografica di Mimmo Jodice, una raccolta di 52 fotografie, scattate tra il 1968 e il 1988 e dal 1996 parte della collezione permanente del Museo, diretta testimonianza della portata internazionale delle energie artistiche confluite a Napoli nel corso di un ventennio in cui arrivarono in città Warhol, Beuys, Nitsch, Merz, Burri, Kounellis, De Dominicis, Pistoletto, Kiefer, Oppenheim, Alighiero & Boetti e altri ancora.

Sempre al terzo piano il visitatore potrà vedere la mostra Paolo La Motta. Capodimonte incontra la Sanità (fino al 16 gennaio 2022) e la sezione dell’Ottocento e Novecento con opere della scuola pittorica napoletana: Domenico Morelli, Filippo Palizzi, Gioacchino Toma, Francesco Paolo Michetti, Vincenzo Migliaro, sculture di Raffaele Belliazzi e Luigi De Luca, e la grande tela risorgimentale di Michele Cammarano, La Breccia di Porta Pia, fa da ‘spartiacque’ tra la sezione ottocentesca e quella di arte contemporanea.

 

 

Aperta anche la sezione dell’Ottocento privato, l’appartamento ad uso privato della corte, all’epoca dei Borbone e poi dei Savoia, con ampi spazi, vista panoramica sul parco, sulla città e sul golfo di Napoli, dove si respira l’atmosfera accogliente di un elegante ambiente privato che conserva la memoria storica del passato insieme ad una pregevole galleria d’arte: sette sale con oltre duecento opere tra dipinti, sculture, oggetti d’arredo in cui anche i tessuti e i tendaggi.

La suddivisione delle opere in ambienti tematici consente di attraversare la storia dell’arte come in un viaggio e scoprire i cambiamenti del gusto e della cultura figurativa napoletana, dal neoclassicismo (Raffaele Postiglione, Vincenzo Camuccini, Gennaro Maldarelli) alla scuola di Posillipo (Anton Sminck Pitloo, Giacinto Gigante, Gabriele Smargiassi, Teodoro Duclère), dalla pittura della seconda metà del secolo, ricca di storia (Domenico Morelli, Vincenzo Marinelli), nuove visioni del paesaggio (Filippo Palizzi, Giuseppe De Nittis) e della realtà (Gioacchino Toma, Vincenzo Migliaro, Michele Cammarano, Teofilo Patini), orientalismi (Marco De Gregorio, Ettore Cercone), ricerche cromatiche (Antonio Mancini, Francesco Paolo Michetti) e raffinatezze galanti (Giovanni Boldini), fino ai primi decenni del ‘900 (Giacomo Balla, Pellizza Da Volpedo).

 

ATTIVITÀ MUSICAPODIMONTE

Giovedì 23 dicembre 2021, ore 11.30, Salone degli Arazzi (secondo piano del Museo)

Il presepe di Benino: viaggio nel presepe popolare napoletano, tra canti e misteri

Il presepe popolare napoletano mette in campo una serie innumerevole di segnali e simboli legati alla più antica tradizione del Sud Italia. Aldilà della nascita del Bambinello e della sua sacra Famiglia, il presepe popolare napoletano si mostra con luoghi e personaggi, ben definiti sia nei nomi sia nelle loro funzioni di guardiani della soglia; precisamente collocati sulla costruzione a tre piani ed epicamente immobili a raccontare con le loro storie e leggende modalità comportamentali, tabù e rituali della tradizione popolare napoletana e più in generale del Sud Italia. Un viaggio stimolante e piacevole, ricco di segni dimenticati che riaffiorano nei propri ricordi infantili e che riconciliano col Natale e le sue molteplici usanze. Una tradizione che sarà narrata dall’attore Mario Brancaccio e da inframezzi musicali di Aurora Giglio che eseguirà le melodie tradizionali partenopee accompagnata al pianoforte dal maestro Vittorio Cataldi.

Attività compresa nel biglietto di ingresso del Museo.

Fruizione statica con distanziamento, posti limitati, obbligo di green pass

 

Giovedì 30 dicembre 2021, ore 16.00, Salone degli Arazzi (secondo piano del Museo)

Racconti e suoni di festa

Selezione di poesie e brani di prosa sul Natale con accompagnamento musicale legato alla tradizione, un saluto in musica all’anno 2021 che va via e un benvenuto al 2022.

Voci: Rodolfo Fornario e Antonella Quaranta, al pianoforte il M° Rosario Ruggiero

Attività compresa nel biglietto di ingresso del Museo.

Obbligo di green pass

 

Nei weekend nel salone degli Arazzi sarà possibile ascoltare la musica al pianoforte del M° Rosario Ruggiero, “Un amico speciale”, che esegue pagine del repertorio pianistico classico opportunamente introdotte, donando al pubblico la magica atmosfera della musica che risuona tra le opere d’arte.

Nelle sale la Compagnia Arcoscenico (Rodolfo Fornario e Antonella Quaranta), intratterrà i visitatori con le sue performance teatrali raccontando al pubblico i segreti della Reggia e dei suoi più celebri abitanti.

Tutte le attività sono a cura dell’associazione MusiCapodimonte.

Il libro “Invito alla musica” del M° Rosario Ruggiero è un omaggio ai sostenitori dell’associazione no profit MusiCapodimonte, riferimento per la musica popolare al Museo e Real Bosco di Capodimonte.

Per informazioni scrivere a info.musicapodimonte@libero.it / 376 0198121

 

Chiesa di San Gennaro nel Real Bosco di Capodimonte ridecorata da Santiago Calatrava: aperta il 24 e il 31 dicembre (ore 10.00-14.00) ed il 26 dicembre ed il 2 gennaio (ore 10.00-16.00)

Riaperta a luglio 2021, dopo 50 anni, grazie all’intervento artistico di Calatrava, la Chiesa di San Gennaro nel Real Bosco mostra tutta la versatilità e il genio dell’artista che, per la prima volta si misura con la porcellana, una tecnica diversa e molto più sofisticata rispetto alla ceramica, appresa nella cittadina spagnola di Manises, dove l’artista realizza le sue grandi opere in ceramica.

Nella Chiesa di San Gennaro Calatrava, servendosi delle eccellenti maestranze artistiche locali (la Real Fabbrica di Capodimonte per le porcellane, che ha sede proprio davanti alla Chiesa, le sete di San Leucio e le vetrate artistiche di Vietri sul Mare) dona alla Cappella una nuova spiritualità legata agli elementi della natura: i fiori e le foglie del Real Bosco di Capodimonte.

La Chiesa sarà aperta salvo condizioni meteo avverse.

 

Ingresso al Museo e alla Chiesa di San Gennaro con obbligo di mascherina e previo controllo del green pass

 

 

Domenica 26 dicembre 2021, ore 10.30

Crea il tuo pastore   

Visita al Presepe di Capodimonte e attività laboratoriale per famiglie (bambini 5-12 anni accompagnati da un genitore)

Secondo piano e sala Mele

Il presepe di Capodimonte al secondo piano del museo (Sala 87) riunisce tre diversi gruppi presepiali del XVIII secolo uniti a formare un’unica scena. I tre gruppi sono stati donati da diversi membri della famiglia Catello nel corso degli ultimi decenni.

La struttura è ispirata alle ‘scarabattole’ settecentesche (vetrine in cui venivano conservati ed esposti i presepi) con una parte frontale dritta e due lati leggermente inclinati per aumentare la visibilità delle figure. I tre gruppi, omogenei dal punto di vista stilistico, sono ‘montati’ su tre piani di differente altezza, larghezza e profondità per distinguerli l’uno dall’altro.

Il nuovo allestimento presepiale mostra La Natività in alto con adorazione di angeli fluttuanti nel cielo ed il corteo degli orientali venuti a rendere omaggio al nascituro, posti su un livello più basso, con i loro vestiti raffinati, le armi e gli animali tra cui un cammello ed un elefante oltre ad un cervo, dei levrieri e dei pappagalli ed un incantatore di serpenti.

Dopo un’attenta osservazione suggerita ai più piccoli, di alcuni dettagli decorativi dell’allestimento: dagli abiti raffinati dei personaggi, alle armi e agli animali – tra cui un cammello ed un elefante oltre ad un cervo, dei levrieri e dei pappagalli – fino ad un incantatore di serpenti sarà la premessa per proseguire l’esperienza di visita – in sala Mele – con il laboratorio “Crea il tuo pastore”.

A disposizione dei bambini e dei ragazzi alcuni fantocci in juta, da decorare con stoffe, bottoni, pietre e molto altro lasciandosi ispirare dal proprio gusto personale ma anche dagli esemplari ammirati in visita guidata.

Visita guidata con laboratorio per famiglie (bambini dai 5 ai 12 anni accompagnati da un genitore) a cura de Le Nuvole. Massimo 25 persone.

Attività non compresa nel biglietto del Museo; costo € 7.00

Durata 1 ora 30 minuti

Info: arte@lenuvole.com

Prenotazioni: https://www.coopculture.it/it/poi/museo-e-real-bosco-di-capodimonte/

Obbligo di green pass

Lunedì 27 dicembre 2021 ore 12.00

Domenica 2 gennaio 2021, ore 12.00

La Natività nell’arte

Visita guidata a tema – per tutti

Primo e secondo piano del Museo

Un’esperienza di visita suggestiva, fra arte e tradizione popolare.

Una passeggiata nelle sale del primo e del secondo piano del museo che percorre un unico filone tematico: gli episodi del racconto evangelico legato al Natale: dalla Natività all’adorazione dei pastori al viaggio dei Re Magi. A raccontarlo ai visitatori gli operatori didattici de Le Nuvole che solleciteranno il loro sguardo sulle interpretazioni stilistiche e la contestualizzazione storica di dettagli tecnici e particolari del racconto artistico.

Protagonisti assoluti le opere degli artisti da Boccaccio Boccaccino al fiammingo Joos van Cleve, da “L’Adorazione dei Magi” di Cesare da Sesto sino ad arrivare ad ammirare il Presepe, opera unica di straordinaria bellezza donata dalla famiglia Catello, che restituisce ancora oggi il calore e la sacralità di una scena senza tempo che va oltre il riferimento strettamente religioso.

Visita guidata a cura degli operatori didattici Le Nuvole. Per tutti. Massimo 25 persone.

Attività non compresa nel biglietto del Museo; costo € 7.00

Durata 1 ora

Info: arte@lenuvole.com

Prenotazioni: https://www.coopculture.it/it/poi/museo-e-real-bosco-di-capodimonte/

Obbligo di green pass

 

Giovedì 30 dicembre 2021, ore 16.00

Giovedì 6 gennaio 2022, ore 10.30

Le luci di Buren

Visita alla sezione di arte contemporanea e attività laboratoriale solo per bambini (5-12 anni)

Terzo piano e sala Mele

I bambini saranno accolti nella sezione di arte contemporanea al terzo piano del Museo, dove potranno osservare in particolare l’opera in situ di Daniele Buren (Boulogne-Villancourt, 1938), uno dei massimi artisti contemporanei molto legato alla città di Napoli, e il suo classico modulo di strisce colorate di 8,7 centimetri (una delle caratteristiche ricorrenti degli interventi in situ dell’artista francese). Grazie all’osservazione dei colori e degli spazi, i piccoli visitatori avranno gli elementi base per un racconto di una storia incentrata sull’artista, da trasporre su carta con l’ausilio di colori e tanti materiali, negli spazi dedicati ai laboratori. Visita guidata e laboratorio a cura de Le Nuvole in collaborazione con Storie a Manovella.

Visita guidata e laboratorio per bambini dai 5 ai 12 anni. Massimo 25 bambini.

Attività non compresa nel biglietto del Museo; costo € 10.00

Durata 1 ora 30 minuti

Info: arte@lenuvole.com

Prenotazioni: https://www.coopculture.it/it/poi/museo-e-real-bosco-di-capodimonte/

Obbligo di green pass (per i ragazzi di 12 anni)

 

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