L’Italia chiamò – Capodimonte oggi racconta… Il futuro digitale inizia oggi
Digitalizzazione come missione strategica del Museo e Real Bosco di Capodimonte: non solo strumento di comunicazione e di valorizzazione del bene culturale, ma anche mezzo di tutela del patrimonio stesso.
Apertura alla tecnologia e ai nuovi linguaggi digitali, creazione a Capodimonte di una Apple Academy, maratone Hackaton nella Reggia e nel Cellaio, una Scuola di digitalizzazione collegata all’Università Federico II, la sala multimediale della mostra Caravaggio Napoli e una intera sala digitalizzata grazie alla realtà aumentata e alle videoproiezioni realizzate da Stefano Gargiulo.
Sono alcune delle azioni innovative messe in campo dal Museo e Real Bosco di Capodimonte che in questo articolo per la rubrica L’Italia chiamò – Capodimonte oggi racconta… ci illustra Giovanni Lombardi, presidente dell’Advisory Board di Capodimonte, organo consultivo – altrettanto innovativo – voluto dal direttore Sylvain Bellenger.
L’arrivo della pandemia ha fatto emergere tutte le potenzialità di comunicazione dello strumento digitale.
Potenzialità ancora in ritardo nel sistema di comunicazione italiano, soprattutto nel campo della Cultura.
La comunicazione, come attualmente avviene sui social e più genericamente attraverso il web, sembra non essere all’altezza delle esigenze manifestate dal pubblico: i messaggi sono generalisti o sono pervasi di demagogia e propaganda.
Soprattutto il pubblico viene spesso trascurato, sottovalutandone la diversità, i gusti delle classi d’età e l’ampiezza della curiosità.
Quello che viene richiesto è in parte di prestare attenzione alle tipicità del territorio, quello regionale in primis, così differente e così raffinato, e quello internazionale all’altezza di un mondo sempre più condiviso.
La comunicazione digitale permette di prendersi grande cura della diversità del pubblico abbandonando le precedenti logiche televisive generaliste e portando sempre una creatività e una qualità educativa ed un intrattenimento capace di allargare la platea e la curiosità.
Altro elemento per una corretta comunicazione è la coerenza nel messaggio fornito su Internet che permette di sviluppare una grande varietà di linguaggi nella forma e nel contenuto: se lo strumento è Instagram appare ovvio che il target è un pubblico smart e/o giovanile, differente da quello più cattedratico adatto a una conferenza su YouTube.
Stiamo assistendo a un vero e proprio inseguimento delle esigenze del pubblico da parte delle aziende: si moltiplicano i prodotti multimediali, pervasivi e trasversali che propongono le esperienze digitali, e vincono i contenitori di prodotti scientifici diversamente complessi a seconda del pubblico-target.
Si sente la necessità di avvicinare il servizio pubblico a questa viva sensibilità delle aziende.
In questo contesto è chiaro che un’opera d’arte può essere narrata in innumerevoli modi rispettando la multidisciplinarità contemporanea, impattando anche su infiniti strati di segmento di pubblico: ad ogni segmento diverso, un diverso strumento utilizzato per raggiungerlo.
Al Museo e Real Bosco di Capodimonte la mission del MIBACT è stata amplificata grazie al processo di digitalizzazione, avviato dal 2018, per la lungimiranza che sta contraddistinguendo questa Direzione.
È in corso un imponente processo di digitalizzazione delle opere, quelle esposte come parrebbe ovvio, ma anche tutte le altre conservate nei depositi.
La digitalizzazione rende grande servizio ai depositi che, per definizione, sono sempre stati una grande parte della tutela.
La digitalizzazione comprende la catalogazione digitale e la digitalizzazione degli archivi, degli inventari, la documentazione storica, la ripresa fotografica in alta definizione con il conseguente accesso online ad un livello più democratico, una sorta di carta d’identità digitale per ogni opera.
Le informazioni sono stratificate per layers in funzione della complessità e dell’interesse di analisi: la descrizione, il contesto storico, la correlazione con altre opere, fino a schede sulle varie tecniche di restauro per gli addetti ai lavori.
In tal modo l’informazione può essere approfondita secondo i livelli di interesse permettendo di essere coerente con la logica del digitale, che valorizza le informazioni, in funzione dei diversi strumenti di comunicazione social-media, ognuno con un proprio pubblico ben definito.
Con il futuro inserimento della “carta d’identità digitale” sul sito web istituzionale, sarà consentita la fruizione di ogni singola opera da ogni singolo punto del pianeta.
Oggi più che mai, con la chiusura totale dei musei e l’impossibilità fisica di muoversi, il digitale ci ha permesso di conservare un legame visuale, emozionale ed intellettuale con il museo e l’opera d’arte, spesso con approfondimenti che vanno oltre una semplice visita della collezione.
Questo processo, nato in un momento di non-crisi si è rivelato all’avanguardia e geniale.
È la più grande espressione di ‘comunicazione democratica’, parafrasando il Direttore Sylvain Bellenger: chiunque, diversamente abile, studente, artista, turista, amatore, curioso o studioso d’arte, potrà godere delle opere, approfondendole in assoluta pluridisciplinarità ed in funzione del suo singolo e specifico interesse.
Il processo ha avuto inizio con il programma Google Arts and Culture che ha visto la digitalizzazione di 500 opere tra le più rappresentative, con la possibilità di cogliere dettagli invisibili all’occhio umano grazie alla poderosa capacità di ingrandimento della tecnologia Art Camera.
A queste si aggiungono le migliaia di opere già digitalizzate con il Progetto Digitalizzazione interno al museo ed i nuclei collezionistici che saranno digitalizzati con la Regione Campania grazie ai fondi FESR 2014-2020-Asse 2.
Un interessante esperimento è stato presentato anche nella mostra Caravaggio Napoli (12 aprile 2019 – 14 luglio 2019) dove sono state poste sotto la lente di ingrandimento le tre opere di Caravaggio conservate a Napoli, Le sette opere di Misercordia, Il martirio di Sant’Orsola, e La Flagellazione. Gli ingrandimenti realizzati con la tecnologia dell’Art Camera vanno oltre il dettaglio, e permettono di entrare nella materia pittorica e di capire anche la tecnica di questo particolare momento di Caravaggio a Napoli.
Anche la mostra Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica, a cura di Sylvain Bellenger (21 settembre 2019 – 20 settembre 2020) ha un’intera sala digitalizzata grazie alla realtà aumentata e alle videoproiezioni dell’artista Stefano Gargiulo / Kaos Produzioni che riporta su quattro grandi monitor immagini della Napoli di ieri e di oggi, scene delle principali opere tratte dall’archivio storico del Teatro San Carlo, molte delle quali sotto la direzione artistica del M° De Simone (maggio 82 – dicembre 87) e poi Capodimonte, reggia e museo, sintesi di quella Napoli del Settecento capitale delle arti.
Unica e fruttuosa si è rivelata la contaminazione avvenuta con i giovani programmatori della manifestazione Hackaton, ospitata nel Cellaio antico del Bosco di Capodimonte: duecento ragazzi in competizione per 48 ore, per la creazione di app, su challenge suggerite da imprese private.
Mai era successo che in un luogo del genere si potesse assistere alla coesistenza di arte, botanica, giovani, impresa privata e innovazione tecnologica.
Dopo questa esperienza è seguita la comunicazione innovativa, supportata da imprese private, da parte di giovani studenti dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, su Radio Capodimonte, con dodici puntate a cadenza settimanale, dedicata al Museo e Real Bosco di Capodimonte, che sta prendendo la forma della sua vocazione di essere un grande campus culturale.
Con Apple Foundation invece, l’innovazione e la contaminazione tra giovani, arte e digitale è diventata strutturale.
Formazione totalmente gratuita, a disposizione degli studenti, grazie ai docenti della Apple Academy: nella sale della Collezione Mele seguono corsi di coding, anche con l’affiancamento di partner strategici quali il Gruppo Industriale Tecno.
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Arti decorative… da far girare la testa, con le opere che, scorrendo velocemente nel filmato, ballano al ritmo della tammorra.
Su Instagram brevi Pillole d’arte di 60 secondi che fanno da teaser per gli approfondimenti sugli altri social-media ufficiali e per tornare di persona al museo subito dopo la riapertura.
La Cassetta Farnese, uno dei più preziosi gioielli di oreficeria del Cinquecento e di tutti i tempi, presentata da Patrizia Piscitello
La Trasfigurazione di Giovanni Bellini, capolavoro del maestro veneziano raccontata da Alessandra Rullo
Sul canale Youtube del MIBACT in risposta all’appello L’Italia chiamò – la cultura non si ferma e aderendo alla campagna nazionale lanciata con l’hashtag #iorestoacasa sono stati presentati diversi video promozionale del Museo e Real Bosco di Capodimonte.
Il documentario dei fratelli Pedicini realizzato per la mostra Caravaggio Napoli da un’idea di Sylvain Bellenger, regia Matteo Pedicini, aiuto regia Marco Pedicini, testo Maria Cristina Terzaghi, voce narrante Celeste Savino, musica Enzo Avitabile, produzione esecutiva Anemone Film, in collaborazione con il Pio Monte della Misericordia e Electa editore, in partnership con Google Arts & Culture.
Ancora sul canale YouTube del museo il compositore Stefano Gargiulio ha celebrato il Real Bosco di Capodimonte con un brano inedito.
La visione strategica – utilizzo del digitale per la valorizzazione e la tutela dei beni museali – è stata “istituzionalizzata” con la sottoscrizione dell’accordo firmato con l’Università Federico II, per la creazione della Scuola di Digitalizzazione dei Beni Culturali nella Palazzina Colletta, futura sede di cinque facoltà universitarie.
Dopo l’apertura della Capraia (Centro per la Storia dell’Arte e dell’Architettura delle Città Portuali), il progetto di restauro della Palazzina dei Principi, la futura apertura della Palazzina Colletta come sede universitaria e del Giardino Torre come luogo di svago e di delizie, l’apertura del Cellaio a convegni e mostre e il prossimo ripristino della chiesa di San Gennaro su progetto dell’architetto Calatrava, si delinea con forza sempre maggiore il Grande Campus multidisciplinare e culturale Capodimonte, dove la missione del MIBACT – tutela e conservazione delle opere d’arte e divulgazione di contenuti scientifici – viene valorizzata anche con l’utilizzo delle tecnologie e mezzi di comunicazione più innovativi.
La Capraia. Centro per la Storia dell’Arte e dell’Architettura delle Città Portuali
Come presidente dell’Advisory Board di Capodimonte sono orgoglioso di essere associato, con tutti i membri, ai progressi di questa visione.
Il testo di Giovanni Lombardi è inserito nell’iniziativa “L’Italia chiamò – Capodimonte oggi racconta”.
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