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Le collezioni di Capodimonte approdano nel Medieval Kingdom of Sicily Image Database

Negli scorsi mesi, Michela Perrotta, borsista presso il Centro per la Storia dell’Arte e delle Città Portuali “La Capraia”, ha lavorato per caricare sul sito del Medieval Kingdom of Sicily Image Database alcuni importanti pezzi delle collezioni di disegni e ceramiche del Museo e Real Bosco di Capodimonte, in linea con gli obiettivi del database stesso. Ora, con l’aggiornamento del sito, quelle schede sono disponibili on line.

Il Medieval Kingdom of Sicily Image Database è stato fondato nel 2011 dalla Duke University in collaborazione con il Dipartimento di Architettura dell’Università di Napoli “Federico II”. Il suo obiettivo era quello di raccogliere e rendere disponibili, per studiosi, studenti, viaggiatori e comunità locali, le immagini storiche ritraenti i monumenti del Regno di Sicilia (1100-1450 circa) sparse in musei, archivi e biblioteche tra l’Europa e gli Stati Uniti. L’attento studio di queste immagini consente ai ricercatori di ricostruire la storia di un sito, di un monumento o di una città, nonché di attestarne l’aspetto prima di un ammodernamento, un restauro o della sua distruzione, soprattutto in seguito a disastri naturali e ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Fin dall’inizio, il database è stato concepito come una collaborazione tra studiosi degli Stati Uniti e dell’Italia.

Da poche settimane, il database è stato trasferito dalla Duke University all’Edith O’Donnell Institute of Art History (EODIAH), l’istituto di storia dell’arte dell’Università del Texas di Dallas col quale il Museo di Capodimonte ha fondato nel 2018 il centro di studi “La Capraia”. Questo trasferimento assicura la continuazione e l’ulteriore sviluppo di questa preziosa risorsa informatica per lo studio del patrimonio culturale dell’Italia meridionale. Al momento del trasferimento, il database comprende le voci di catalogo di oltre 9.000 immagini storiche (tra le quali disegni, stampe, dipinti e fotografie fino agli anni Cinquanta) che documentano centinaia di monumenti medievali dell’Italia meridionale.

Dopo il ritiro in pensione della sua fondatrice, Caroline Bruzelius, il progetto è attualmente diretto da Paola Vitolo, professoressa alla “Federico II”, e da Sarah K. Kozlowski, direttrice del Centro “La Capraia” e direttrice associata dell’Edith O’Donnell Institute. In questo quadro istituzionale, si inserisce la collaborazione con il Museo di Capodimonte, grazie alla quale è stata realizzata questa prima campagna di catalogazione di opere del Museo nel database.

 

Giacinto Gigante, Veduta del golfo di Napoli, XIX sec., carta bianca e matita, 21 x 31 cm, Museo e Real Bosco di Capodimonte, inv. GDS 1973

 

Michela Perrotta ha potuto lavorare su un consistente gruppo di immagini già digitalizzate e messe a disposizione da Carmine Romano, Responsabile Digitalizzazione e Catalogo digitale delle opere del Museo di Capodimonte. Le immagini catalogate provengono dalla donazione Astarita, che comprende numerosi disegni di Giacinto Gigante, e da un servizio di porcellana del XIX secolo prodotto dalla manifattura Ginori.

 

 

Giacinto Gigante, Monastero di Santa Maria di Donnaregina, 1865, carta avorio, matita, biacca e acquerello, 31.5 x 47.1 cm, Museo e Real Bosco di Capodimonte, inv. GDS 2135

 

La collezione raccolta da Angelo Astarita, che comprende oltre 400 acquerelli e disegni a matita e a penna, tra i quali gli schizzi di Giacinto Gigante e di altri esponenti della Scuola di Posillipo, fu donata dal fratello Mario Astarita al Museo di Capodimonte nel 1970. Gli splendidi disegni di Giacinto Gigante mostrano come egli abbia sperimentato una varietà di tecniche e materiali, dall’acquerello al disegno a penna o a matita con biacca, su carta marrone, avorio o bianca. Allo stesso tempo, Gigante è fedele alla realtà, e registra con precisione i paesaggi del Regno delle Due Sicilie. Per questa ragione, i suoi disegni sono estremamente utili nella ricostruzione della storia materiali dei monumenti medievali e degli scorci urbani dell’Italia meridionale.

 

Manifattura Ginori, Molo di Napoli, 1810-1825, porcellana dipinta e dorata, ⌀ 24 cm, inv. OA 1907-1915, Museo e Real Bosco di Capodimonte, inv. n. 1008

 

Le porcellane Ginori utilizzavano le vedute di Napoli, Roma e Firenze come soggetto principale della decorazione di serviti da tavola. Per lo scopo del database, sono state prese in considerazione esclusivamente le raffigurazioni di Napoli e di altre città meridionali che rappresentassero monumenti medievali. Le porcellane sono quasi tutte corredate da un titolo – una sorta di didascalia – alla base dell’oggetto, o sul retro, che permette l’identificazione di ogni veduta. Questa indicazione si rivela particolarmente utile poiché si tratta di vedute piuttosto generiche e non accurate che si basavano su schizzi di viaggio raffiguranti città, porti, edifici monumentali e ambienti naturali. Tuttavia, ciò non sminuisce il loro interesse e, anzi, solleva nuove domande. Al di là della loro effettiva verosimiglianza e fedeltà al sito reale, infatti, le vedute erano riprodotte in quanto riconoscibili o comunque significative per i destinatari delle porcellane.

 

 

Un esempio di scheda disponibile on line al link: https://koseodiah.org/imgoverview.php?action=new&img=EEBBF3A2-AD7D-1D4F-8547-E92DA8A0A760

 

In totale, sono state redatte 77 schede per le opere di Capodimonte, di cui 42 disegni dalla collezione Astarita e 35 porcellane Ginori. Le schede, coerentemente con lo scopo del database, si focalizzano sulla descrizione del monumento o degli edifici medievali che compaiono nell’opera d’arte. Esse sono consultabili attraverso il sito web del database https://koseodiah.org

 

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