Agrodiversità, conclusa al Giardino Torre la conferenza internazionale Genuine2023
Si chiude con una foto di gruppo sotto il canforo secolare del Giardino Torre, la conferenza internazionale sull’agrodiversità “Genuine2023”, acronimo esplicitato nel sottotitolo quanto mai esplicativo: “Strategia globale per la conservazione e l’uso delle risorse genetiche degli alberi da frutto”, tenutasi il 30 gennaio 2023 all’Università del Sannio, Complesso di Sant’Agostino di Benevento, che ha fatto tappa martedì 31 gennaio 2023 anche all’antico frutteto reale presente nel Real Bosco di Capodimonte.
“Genuine 2023” è stata organizzata dal Dipartimento di Scienze e tecnologie dell’Università del Sannio (Comitato scientifico: professor Carmine Guarino, professoressa Rosaria Sciarrillo e i ricercatori Daniela Zuzolo, Maria Tartaglia, Antonello Prigioniero e Pierpaolo Scarano) e ha portato a conoscenza della comunità scientifica internazionale, giunta a Benevento dagli Stati Uniti, dall’Inghilterra, dalla Spagna, l’esperienza maturata nell’ambito del progetto DiCoVaLe (Diversità Conservazione Valorizzazione delle specie Legnose da frutto), finanziato dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania nell’ambito PSR (Piani strategici regionali).
Un progetto, coordinato proprio dal prof. Carmine Guarino, che lo ha improntato alla più ampia collaborazione possibile tra Università, Centri di Ricerca, banche regionali del germoplasma e coltivatori-custodi che finora ha ottenuto ottimi risultati nella caratterizzazione morfologica, agronomica, biochimica e genetica in situ di circa 500 risorse fitogenetiche endemiche e minacciate, tra cui la mela “rosa” diffusa nella zona del Matese o la ciliegia “pellicciara” presente nell’Alto Casertano tra i comuni di Carinola, Nocelletto e Ciamprisco o le antiche cultivar di pesco e albicocco presenti nella zona vesuviana, molte delle quali a rischio estinzione.
Il Giardino Torre, posto al margine nord orientale del Real Bosco di Capodimonte, è composto da numerosi alberi da frutto come lo era nel Settecento quando era noto con il nome di “Giardino di Biancour” dalla provenienza e dal cognome della famiglia di giardinieri che lo ebbero in cura per la produzione di frutta, anche esotica: ananas, ma anche ribes e lamponi. Questo era il giardino delle delizie della famiglia reale e ancora oggi è uno scrigno di biodiversità con diverse cultivar tra le specie di arancio, mandarino, limone, pero, pesco, albicocco, susino, ciliegio e altre tipologie di alberi da frutta.
Quello che caratterizzata di più il il Giardino Torre è il vasto agrumeto con diverse cultivar di limoni, arance, mandarini, clementine, chinotti, bergamotti, pompelmi. Di vasto interesse botanico anche le camelie presenti e l’antico albero del canforo. Il Giardino Torre sarà prossimamente aperto al pubblico come punto di ristoro a Km 0 e orto didattico.
Un luogo unico, nel Real Bosco di Capodimonte, che raccoglie il monito con cui si è chiusa la conferenza Genuine2023: “E’ necessario fare rete tra ricercatori, banche regionali del germoplasma e coltivatori-custodi per preservare l’agro-diversità alimentare e tramandare alle generazioni future le molteplici varietà di frutta, oggi a rischio estinzione, attivando una filiera corta che sappia esaltare le peculiarità del territorio attivando anche una virtuosa economia di prossimità”.
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