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Arazzi della Battaglia di Pavia. Nuovo allestimento dopo il restauro

La serie dei sette arazzi della Battaglia di Pavia, realizzati nelle Fiandre tra il 1528 e il 1531, celebra la vittoria delle truppe imperiali di Carlo V d’Asburgo su quelle francesi di Francesco I di Valois, avvenuta solo qualche anno prima, all’alba del 24 febbraio 1525. Sul piano politico la battaglia segna il corso della storia: l’Italia, ambita dagli Stati europei per la sua posizione strategica, entra nell’orbita della Spagna, che conquista il Ducato di Milano e il Regno di Napoli. 

Gli arazzi vengono presentati in un nuovo allestimento secondo una sequenza che ne ricostruisce il paesaggio in un’unica veduta panoramica del campo di battaglia (Cecilia Paredes 2014). 

In questo monumentale scenario, delimitato in primo piano dal muretto del Parco Visconteo, alle porte di Pavia e luogo degli scontri, si muovono i protagonisti in campo, con azioni che si svolgono in simultanea o in successione temporale, con scarti di poche ore. 

Gli arazzi furono donati a Carlo V dagli Stati Generali di Bruxelles nel 1531; passarono in seguito alla famiglia d’Avalos, marchesi del Vasto e di Pescara. Nel 1862 Alfonso D’Avalos li donò per testamento allo Stato italiano e vennero esposti nel 1882 al Museo Nazionale di Napoli (attuale Museo Archeologico) e dal 1957 a Capodimonte. 

 

 

 

Il nuovo allestimento viene presentato al pubblico a conclusione degli interventi di revisione conservativa e manutenzione degli arazzi, iniziati con una delicata e attenta pulitura per rimuovere lo sporco depositato nel fitto intreccio tessile. I filati in lana e seta colorata sono impreziositi da fili d’oro e d’argento per dare maggiore luce a particolari del disegno o utilizzati nelle scritte per individuare alcuni personaggi. 

Inoltre, sono state riapplicate ai quattro arazzi, che erano privi delle bordure cinquecentesche, le bordure in tela dipinta realizzate a imitazione di quelle originali dall’artista Pietro Baldelli a inizio Novecento, che erano state rimosse negli anni Novanta e conservate nei depositi del museo. Con questo intervento si è restituita l’unità e piena leggibilità della serie favorendone una lettura immersiva. 

 

 

Gli arazzi sono stati tessuti a Bruxelles nell’atelier Dermoyen (o Van der Moyen) tra il 1528 e il 1531 su disegni di Bernart van Orley, pittore di corte degli Asburgo. L’artista aveva eseguito del ‘modelletti’ in scala ridotta per l’approvazione del progetto (oggi conservati a Parigi, Museo del Louvre) per poi realizzare i cartoni preparatori per la tessitura, della stessa grandezza dell’arazzo. 

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