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Inaugurata la mostra “Salvatore Emblema”: paesaggio e trasparenza

La “Giostra” di Salvatore Emblema continuare a girare, sospinta da un vento già troppo estivo, al centro dello storico Cellaio nel Real Bosco di Capodimonte. L’opera del 1973 realizzata con tele tinte e detessute di colore rosso e ocra dà il benvenuto alla stampa e a un nutrito pubblico di visitatori, tra loro critici e galleristi, che hanno partecipato all’inaugurazione della mostra “Salvatore Emblema” al Museo e Real Bosco di Capodimonte.

 

Salvatore Emblema. Ricerca sul vento/Giostra, 1973. Struttura girevole di tele tinte e detessute. Foto Amedeo Benestante

Ad accoglierli il direttore Sylvain Bellenger nello doppia veste anche di curatore dell’esposizione. Al suo fianco, emozionatissima, la signora Raffaela Auricchio Emblema, i figli Giuseppe, Francesco ed Elena e il nipote Emanuele Leone che condurrà anche una serie di visite guidate e laboratori.

 

Mostra “Salvatore Emblema”, un momento della conferenza stampa nel Cellaio del Real Bosco di Capodimonte

 

“Questa era una mostra dovuta” ha esordito il direttore Bellenger “un omaggio a un’artista di una grande sensibilità e, forse troppo dimenticato nel suo stesso territorio. Devo ringraziare il notaio Fabrizio Pascucci, membro del Cda del Museo e Real Bosco di  Capodimonte e il gallerista Giangi Fonti per avermelo fatto scoprire, ma soprattutto la grande famiglia Emblema per avermi accolto nel Museo Emblema, alle falde del Vesuvio alla scoperta di una poetica spirituale rispettosa della Natura”.

Lo spazio del Cellaio è abitato dalle tante installazioni ambientali, strutture modulari in ferro e da pitture ambientali, strutture autoportanti di assi in legno e tele tinte, capaci di ricreare un’armoniosa sensazione di pace e serenità. Impossibile, poi, non restare incantati dal blu delle Fascine, dipingere il paesaggio, un’opera del 1973-75 che domina lo spazio.

 

Salvatore Emblema, Fascine / Dipingere il paesaggio, 1973-75. Terre colorate su rami di castagno. Foto Amedeo Benestante

 

Qui Emanuele Leone Emblema spiega il rapporto con la Natura e il concetto di “trasparenza”, di “siepe” che si riallaccia poi a quello di “margine” nelle opere pittoriche esposte nella sezione di Arte Contemporanea del Museo. “In questo mio nonno Emblema distingueva la sua spiritualità da quella di Mark Rothko, artista americano che aveva frequentato a New York e che influenzò in maniera profonda la sua ricerca”. Anche Giuseppe Emblema, figlio dell’artista, sottolinea l’importanza della ‘relazione’ con la Natura, un rapporto simbiotico che influenza e cambia continuamente l’opera d’arte.

Lo si nota nell’opera Ricerca sul Paesaggio, opere del 1972-74 donata dagli eredi al Museo e Real Bosco di Capodimonte in bella vista sulle praterie davanti al Cellaio.

 

Salvatore Emblema Ricerca sul Paesaggio / Survey on landscape 1972 – 1974 Istallazione Ambientale di reti metalliche colorate. Dono degli Eredi Emblema. Foto Amedeo Benestante

 

Altro dono per il Museo il dipinto di enormi dimensioni (250 x 450 cm) Senza Titolo / Terraemotus 1984, realizzato con terre colorate e carbone su tela di juta esposto nella sezione di Arte Contemporanea del Museo e che qui resterà grazie agli Eredi Emblema.

 

Salvatore Emblema. Senza Titolo / Terraemotus 1984 Terre colorate e carbone su tela di juta Dono degli Eredi Emblema. Foto Amedeo Benestante.

 

Si potranno ammirare anche un’altra trentina di opere pittoriche dell’artista che amava lavorare con le tele di juta, colorarle e detesserle, in qualche modo denudarle, alla ricerca di continua trasparenza per “far uscire il quadro dal muro”.

Ma è nella sala 82 del secondo piano del Museo, quella dedicata al tipologia di mostre-focus “Incontri sensibili” che si respira la vera “trasparenza” di Emblema, con l’opera Scatole Trasparenti, un progetto risalente agli inizi degli anni Settanta che segna il tentativo più avanzato e rarefatto di includere la variabile ambientale e l’elemento paesaggistico all’interno dell’opera d’arte, qui presentata per la prima volta con plastica completamente eco-sostenibile.

Salvatore Emblema. Sala 82 “Incontri Sensibili” con due opere: Scatole trasparenti/ricerca sul paesaggio, 1969-74 in plexiglass trasparenti ecocompatibili e Senza Titolo, 1989 Terre colorate su tela di juta. Foto Amedeo Benestante

 

Infine, nella poetica di Emblema gioca un ruolo chiave la materia e il “suo” Vesuvio. Ed ecco l’opera Senza Titolo / Ricerca sull’architettura, 1995-2000 che accoglie il visitatore nel Cortile Monumentale del Museo, una struttura cubica in ferro e pietra lavica.

 

Salvatore Emblema. Senza Titolo / Ricerca sull’architettura, 1995-2000 struttura in ferro e pietra lavica. Foto di Amedeo Benestante

 

Tra i tanti intervenuti all’inaugurazione ricordiamo la presidente della Fondazione Donnaregina per la arti contemporanee-Museo Madre Angela Tecce, il gallerista Giangi Fonti, il notaio Fabrizio Pascucci membro del Cda del Museo, Luigi Solito che curerà il catalogo di mostra con la Iemme edizioni, l’ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, il presidente degli Amici di Capodimonte Errico di Lorenzo, il presidente dell’Advisory Board del Museo Giovanni Lombardi, Isabella Valente, membro del Cda del Museo e tanti altri ospiti.

 

I visitatori del Museo Emblema a Terzigno avranno diritto a uno sconto di 2 euro sul biglietto di ingresso intero a Capodimonte, pagheranno 10 anziché 12 euro.

 

Per saperne di più consultare la pagina dedicata

 

foto di Amedeo Benestante e Giovanna Garraffa

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