Santa Caterina d’Alessandria
Ignoto pittore napoletano, 1470-75 ca., Santa Caterina d’Alessandria, olio su tavola, 78×54 cm, inv. Q 1946
Donazione: Cesare Colletta 2022
La Santa Caterina d’Alessandria è parte di un polittico smembrato di cui il Museo possiede un altro elemento (inv. Q 1781, Legato Cenzato 1965), fino ad oggi considerato un pezzo erratico, identificato come una Annunciata ed esposto al secondo piano nella sala 67, dedicata alla congiuntura culturale napoletana tra gli anni ’40 e ’70 del Quattrocento, durante il regno di Alfonso d’Aragona (1442-1458) e poi di suo figlio Ferrante (1458-1494).
In questo periodo nel Regno di Napoli, grazie anche alle vicende politiche, si incontrano realtà geograficamente distanti tra loro, che creano un’unità di cultura “mediterranea”, dove i portati provenienti dalle Fiandre, dalla Provenza, dalla Borgogna e dalla Spagna, si intrecciano con le novità prospettiche centro-italiane.
In particolare, gli anni ’70 del XV sec. in Italia Meridionale risentono delle ricerche di Antonello da Messina sul virtuosismo prospettico, sulla luce che rende solide le forme e sulla minuziosa descrizione degli oggetti.
A Napoli, questa innovazione è recepita dall’ignoto maestro che eseguì il polittico per la chiesa dei Santi Severino e Sossio (1470-75 ca.), oggi conservato a Capodimonte, e in questa congiuntura culturale possono essere inseriti sia il dipinto già presente nelle collezioni del Museo che quello oggetto di donazione.
Entrambe le opere hanno evidenti nessi con le ricerche di Antonello da Messina, nella tematica della figura femminile leggente, nell’attenta collocazione prospettica dei personaggi nel vano della stanza, con il pavimento tirato di scorcio, nella preziosità dei gioielli sfoggiati, nel libro di taglio che sonda lo spazio in diagonale, con i decori sul labbro e la preziosa rilegatura, nei due attributi della ruota dentata e del vaso in metallo poggiato sul davanzale fortemente scorciati.
L’acquisizione alle collezioni di Capodimonte della Santa Caterina d’Alessandria di donazione Colletta, chiaramente identificabile dalla presenza della ruota dentata, strumento del martirio, serve a far luce anche sull’altro dipinto, che potrebbe essere identificato come una Santa Lucia, permettendo lo sviluppo di nuove ipotesi riguardanti l’assetto originario del polittico di provenienza, forse raffigurante nel registro superiore una teoria di vergini martiri leggenti.