Luca Giordano, dalla Natura alla Pittura
8 ottobre 2020 – 11 aprile 2021
a cura di Stefano Causa e Patrizia Piscitello
Sala Causa (10.00-18.00)
La mostra Luca Giordano. Dalla Natura alla Pittura, a cura di Stefano Causa e Patrizia Piscitello, è un’idea di Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte e di Christophe Leribault, direttore del Petit Palais di Parigi, dove si è svolta la prima esposizione dal titolo Luca Giordano. Le triomphe de la peinture napolitaine (14 novembre 2019 al 23 febbraio 2020) che, insieme alla mostra su Gemito, ha completato “la stagione napoletana” dell’autunno 2019 nel cuore della capitale francese.
“In questa seconda tappa, a Napoli – afferma il direttore Sylvain Bellenger – Giordano ci viene raccontato come non lo è mai stato prima, diversamente da Parigi. Sebbene Giordano abbia contato molto per i francesi, non lo si poteva presentare allo stesso modo ai napoletani, che sono abituati a incontrarlo frequentemente, a volte senza riconoscerlo, nel loro museo o nelle loro chiese. I curatori hanno saputo ricollocare la particolarità del grande pittore e anche pensarlo nel contesto delle chiese napoletane, poiché in fondo è a Napoli e soprattutto nello spazio delle architetture barocche, più ancora che nei musei, che Giordano si mostra in tutta la sua dimensione e dà prova del mestiere e della visione che porterà fino in Spagna, con i rapimenti trionfanti e gioiosi che rendono il monastero dell’Escorial un luogo un po’ meno austero”.
Luca Giordano (1634-1705), San Michele Arcangelo sconfigge gli angeli ribelli 1657
siglato: LG – Olio su tela; 375×280 cm
Napoli, Parrocchia della SS. Ascensione a Chiaia
La mostra, dedicata a Ferdinando Bologna, e realizzata in collaborazione con l’associazione Amici di Capodimonte onlus, si articola in dieci sezioni con oltre novanta opere, molte delle quali provenienti da importanti musei e istituzioni estere (Louvre, Prado, Patrimonio Nacional, Fondazione Santamarca e molte altre) e italiane (Palazzo Abatellis, Pinacoteca nazionale di Bologna, Musei civili di Vicenza) e, in particolare, napoletane (Complesso dei Girolamini, Curia di Napoli, Museo e Certosa di San Martino, Museo Duca di Martina, Museo del Tesoro di San Gennaro, Pio Monte della Misericordia, Società italiana di Storia Patria e molti altri).
L’allestimento in sala Causa, a cura di Roberto Cremascoli con Flavia Chiavaroli (Cor Arquitectos) conserva gli spazi della mostra Caravaggio Napoli ma ne ribalta il senso: dai vicoli di Napoli si passa ai salotti seicenteschi con una nuova sequenza espositiva che diventa un susseguirsi di “stanze delle meraviglie”.
La mostra termina con un’installazione multimediale interattiva progettata e realizzata da Stefano Gargiulo (Kaos Produzioni) con l’intento di mostrare alcuni dei luoghi e delle opere affrescate dall’artista a Napoli: nella chiesa di San Gregorio Armeno, di Santa Brigida, alla Certosa di San Martino e nei Girolamini.
Un vero e proprio invito rivolto al visitatore a proseguire la visita nella città di Napoli, alla ricerca delle opere di Luca Giordano nelle principali chiese e luoghi culturali cittadini.
La conferenza stampa e l’apertura nelle foto di Amedeo Benestante
Luca Giordano (1634-1705), Autoritratto, 1692 ca.
Olio su tela, 63 x 49 cm
Napoli, Pio Monte della Misericordia
L’artista
Luca Giordano nasce a Napoli il 18 ottobre 1634. Appena ventenne, tra il 1654 e 1655, realizza due dipinti per la chiesa di San Pietro ad Aram e la pala del transetto della chiesa di Santa Brigida.
Nei primi anni si muove nel solco di Jusepe Ribera, il maestro che gli resta dentro e che sarà come una guida per la sua vorace capacità di apprendimento, grazie alla quale assimila le esperienze di Tiziano, Lanfranco, Cortona e Rubens.
Fondamentali i viaggi giovanili a Roma, Venezia e Firenze. Proprio a Firenze, Giordano mette a punto un progetto di decorazione illusionistica e continua degli spazi che a Napoli non aveva mai attecchito: nella cappella Corsini della chiesa del Carmine, e soprattutto negli affreschi di Palazzo Medici Riccardi.
Le committenze per le maggiori chiese e per l’alta aristocrazia napoletana e spagnola aprono la strada al lungo soggiorno a Madrid, nell’ultimo decennio del ‘600. Resta in Spagna per circa dieci anni, lavorando con un’alacrità senza confronti e producendo una sterminata quantità di tele e di affreschi, tra residenze reali e chiese sotto l’alto patronato della Corona. Nel 1694, la consegna delle chiavi dello Studio del Palazzo da parte del Sovrano Carlo II lo consacra capo dei pittori della corte.
Giordano trascorre gli ultimi anni di vita a Napoli, lavorando per la Certosa di San Martino e per le chiese dei Girolamini e di Donnaregina. Muore nel 1705, ed è sepolto nella chiesa di Santa Brigida di Napoli.
Luca Giordano è senz’altro il più grande pittore napoletano del ‘6oo, oltre che il più prolifico con migliaia di disegni, dipinti e affreschi al punto da guadagnarsi l’appellativo di “Luca fa presto”. È l’ultimo dei maestri napoletani da esportazione: da giovane soggiorna a Roma, dove osserva e disegna tutto, da Raffaello a Caravaggio, ma il suo sogno è eguagliare i maestri del Rinascimento veneto, Tiziano e Tintoretto passando per Veronese, che ha imparato ad amare attraverso Ribera e Mattia Preti.
A Napoli è il primo a liquidare gli eroici furori della pittura caravaggesca con una scrittura spregiudicata e colorata. Insofferente dei limiti della cornice amplia la scelta dei soggetti che, tra gli amici del Caravaggio, si limitava a una rosa tutto sommato ristretta. “Giordano reinventa il barocco romano in una versione aggressiva e come scatenata: Rubens, Cortona e Bernini stanno sempre alle spalle. Ma si capisce che per saltar meglio ha preso la rincorsa lunga scegliendosi, tra i maestri, Tiziano e Veronese” affermano i curatori Stefano Causa e Patrizia Piscitello.
Dalla fine degli anni sessanta, Giordano riesce a farsi un nome sul mercato difficile e concorrenziale della città dei dogi. In seguito la fama di Giordano si espande così rapidamente oltre i confini del Vicereame spagnolo che il pittore è chiamato a Firenze, dove giunge per la prima volta nel 1682. Grazie ai suoi viaggi, Giordano diventa il pittore napoletano più importante e conosciuto, tanto che nel 1692 viene chiamato a dar prova del suo talento in Spagna, dove si fermerà per dieci anni. Sarà nominato pittore del re e realizzerà un’incredibile quantità di quadri e di affreschi.
Luca Giordano (1634-1705), Assunzione della Vergine, 1698 ca.
olio su tela, 61 x 82,2 cm
Madrid, Museo del Prado
Luca Giordano (1634-1705), San Gennaro intercede per la peste del 1656 presso la Vergine, Cristo e il Padre Eterno,
Siglato a destra con le lettere LF, 1660-1661
Olio su tela, 400 x 315 cm
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte
(proveniente dalla chiesa di Santa Maria del Pianto)
“Poco più che cinquantenne (età che per l’epoca era vecchiaia piena) si trasferisse in Spagna, diventando pittore di corte e decorando pareti su pareti tra Madrid e l’Escorial. Giordano diventa il maggiore pittore spagnolo tra Velazquez e Picasso” affermano i curatori.
Tutti i ricercatori moderni si sono interessati a Giordano. Roberto Longhi (1890-1970), lo ammirava molto, ha scritto su di lui alcune pagine fondamentali, ma la prima monografia importante su Luca Giordano arriva solo del 1966, ma già si compone di tre volumi. Giordano è stato studiato inoltre dai compianti Ferdinando Bologna (1925-2019) e Raffaello Causa (1923-1984).
La mostra Luca Giordano. Dalla Natura alla Pittura offre un ulteriore contributo alla conoscenza dell’artista, restituendo alla virtuosità il suo prestigio e al grande artista napoletano il posto che gli spetta nell’universo dei pittori.
Negli spazi espositivi della sala Causa, al Museo e Real Bosco di Capodimonte, sarà possibile ristudiare capolavori provenienti dalla pinacoteca stessa, insieme a opere delle principali raccolte italiane ed europee. L’allestimento dell’architetto Roberto Cremascoli fa riprecipitare Giordano in un arredo barocco liberandolo dai vincoli di un museo moderno.
Giordano si vedrà documentato nelle fasi salienti del suo lavoro che, per familiarizzarsi con il suo linguaggio proteiforme, è messo in dialogo con alcuni dei suoi maestri, dei compagni di strada e dei contemporanei che provarono a eguagliarne lo stile o, più saggiamente, se ne distanziarono (Jusepe de Ribera, Lanfranco, Pietro da Cortona, Mattia Preti, Micco Spadaro, Andrea e Lorenzo Vaccaro, Pacecco de Rosa, Giuseppe Recco, Giuseppe De Maria e altri).
Alcuni dei più vividi riflessi di Giordano si ritroveranno in artisti a lui affini, che sperimentarono però tecniche diverse: dalla pittura su vetro alle ceramiche alle nature morte.
L’allestimento nelle foto di Amedeo Benestante
L’allestimento in sala Causa
L’allestimento della mostra Luca Giordano. Dalla Natura alla Pittura al Museo Real Bosco di Capodimonte è curato da COR arquitectos (Roberto Cremascoli, Edison Okumura, Marta Rodrigues) con Flavia Chiavaroli e occupa gli spazi della sala Causa, stesse professionalità che avevano già lavorato all’allestimento della mostra Caravaggio Napoli (12 aprile-14 luglio 2019), nel quale furono ‘ricostruiti’ i vicoli di Napoli. Ora la ‘messa in scena’ della città di Caravaggio diventa quella di Luca Giordano, dai vicoli si passa ai salotti, si trasformano gli stessi spazi definendo una nuova sequenza espositiva.
Dall’interpretazione dei salotti seicenteschi napoletani nasce un percorso tra le sale che diventa un susseguirsi di “stanze delle meraviglie”, Wunderkammer con quadreria, carta da parati e boiserie di color rosso scuro: ambienti in grado di raccontare l’atmosfera vissuta dal grande pittore napoletano. I materiali di finitura sembrano consumati dal tempo come la carta da parati che simula la tappezzeria antica. Ogni “sala-salotto” ha una carta con lo stesso disegno, ma di tonalità diverse. Le sale introduttive e quelle finali, con la ricostruzione della Cappelletta Girolamini, saranno dipinte con colorazioni di tonalità “bruciata” riprese dalla natura. Lo spazio dell’allestimento diventa una stratigrafia del racconto espositivo.
Una diversità di allestimento – pur negli stessi spazi espositivi – che sottolinea la differente cifra stilistica fra Caravaggio e Luca Giordano. Lo sottolineano bene i curatori Causa e Piscitello:
“Caravaggio non ha disegnato (non nel senso accademico del termine), e men che mai affrescato; Giordano invece è autore di alcuni dei fogli più strepitosi del ‘6oo oltre ad aver dipinto, letteralmente, chilometri di affresco. Caravaggio ha il diavolo in corpo del vero e procede dalla pittura alla natura; Giordano fa il percorso inverso. La Pittura gli interessa mille volte di più. D’altronde, mentre Caravaggio era ciò che si dice un cattivo ragazzo; Giordano è un integerrimo padre di famiglia. Per viaggiare viaggiò: ma spinto dall’odore dei soldi. Gli spostamenti di Caravaggio disegnano l’itinerario di un fuggiasco; quelli di Giordano sono un modello di strategia autopromozionale. I panni dell’artista maledetto gli avrebbero solo rallentato il passo”.
Le opere di Luca Giordano
Artisti a confronto
Lorenzo Vaccaro, scultore(1655-1706) e Gian Domenico Vinaccia (1625-1695), San Michele Arcangelo, 1689-1691
Argento, rame dorato e bronzo, con applicazioni in bronzo dorato, 160 x 65 cm
Napoli, Museo del Tesoro di San Gennaro
Luca Giordano (1634-1705), San Michele Arcangelo sconfigge gli angeli ribelli 1657
siglato: LG – Olio su tela; 375×280 cm, part.
Napoli, Parrocchia della SS. Ascensione a Chiaia
Opere in mostra
Foto delle opere in mostra di Giovanna Garraffa
Percorso espositivo
La mostra, dedicata a Ferdinando Bologna, si articola in dieci sezioni e termina in un’installazione intermediale progettata e realizzata da Stefano Gargiulo (Kaos Produzioni) con l’intento di mostrare alcuni dei luoghi e delle opere affrescate dall’artista a Napoli: nella chiesa di San Gregorio Armeno, di Santa Brigida, alla Certosa di San Martino e nei Girolamini. Il progetto site specific ripropone una piccola cappella dove negli archi e nelle volte traspirano le immagini e i suoni del mondo napoletano e degli affreschi di Luca Giordano.
Il visitatore viene invitato ad interagire con le candele votive poste al centro dell’ambiente, un fulcro simbolico dove attivare gli scenari che trasformano lo spazio, tra la realtà degli affreschi del Maestro e l’illusione delle tecnologie digitali.
La sala multimediale è un invito al viaggio. Luca Giordano è un pittore da osservare dal vivo, preferibilmente nei contesti originari di chiese o palazzi (Giordano non è mai stato davvero a suo agio negli allestimenti museali). Per questo la mostra a Capodimonte su Giordano vuole stimolare nel pubblico la curiosità di andare a vedere gli affreschi spagnoli e italiani, a cominciare da quelli presenti nella città di Napoli, nelle chiese e nei principali luoghi di cultura.
Percorso espositivo
Come salta all’occhio dalla breve antologia, radunata a mo’ di ouverture, Giordano è un disegnatore pittorico e scenografico: dipinge anche quando disegna. Si può dire che oggi le piste più promettenti sul pittore provengano proprio dal settore della grafica.
“Giordano fu il Prototipo dell’artista ambulante… La rapidità con cui produceva le sue grandi improvvisazioni fu proverbiale… considerava l’intero passato un libro aperto da usarsi per i propri scopi. Studiò Durer come Lucas van Leyden, Rubens come Rembrandt, Ribera come il Veronese, Tiziano come Raffaello ed era capace di dipingere in qualsiasi maniera scegliesse. Ma non copiò mai… Egli si valse di tutte le tradizioni piuttosto che essere legato a una e il suo stile è sempre inconfondibile”. (Rudolf Wittkower ,1958)
I conti con il caravaggismo e il peso di Ribera
Se Ribera, approdato a Napoli nel 1616, non fu, in senso stretto, il maestro di Giordano; lo fu per contagio. Giordano non smise mai di ripensare a quel magistero di stile, rileggendolo in uno spartito cromaticamente più chiaro e mosso. Negli ultimi decenni gli studi hanno tralasciato la produzione del Ribera maturo, specialmente quella dell’ultimo periodo, quando, per difficili contingenze biografiche, il pittore distribuì il lavoro ai migliori cavalli della sua scuderia. E tra questi non vi è dubbio che passasse anche il giovane Giordano.
La definizione di un Mito
L’irresistibile ascesa di Giordano sulla scena napoletana è testimoniata da una sequenza spettacolare di dipinti d’altare di particolare coinvolgimento, databile a partire dalla seconda metà degli anni ’50, in cui le citazioni dai maestri, da Lanfranco a Ribera, si fondono mirabilmente con i prelievi dall’Antico. Alcune di queste opere sono visibili nella loro collocazione originaria; altre, per ragioni diverse, sono state da tempo musealizzate: ma la vera mostra di Giordano rimane Napoli con i suoi dipinti e i suoi affreschi.
Si tratta di un contatto, talvolta simbiotico, come nel caso del notturnale e quasi stregato San Sebastiano di Ajaccio, o intelligentemente emulativo, come nei ‘filosofi’ dei musei francesi.
Giordano, Preti e Ribera
Il confronto con Ribera caratterizza e condiziona tutta la storia di Giordano. Anche per questo chiedersi se fosse stato suo discepolo in senso proprio rimane una questione oziosa o piuttosto mal posta: di tutti i maestri putativi di Giordano (da Tiziano a Rubens da Lanfranco a Pietro da Cortona), Ribera è quello con cui non smise mai di confrontarsi.
Si tratta di un contatto, talvolta simbiotico, come nel caso del notturnale e quasi stregato San Sebastiano di Ajaccio, o intelligentemente emulativo, come nei ‘filosofi’ dei musei francesi.
Il trionfo della morte
Il contagio, che dilagò a Napoli nel 1656, costituisce uno degli ultimi flagelli dell’Europa premoderna. In tempi di peste si moriva, si scampava o si pregava rifugiandosi nell’aria salubre di San Martino. Anche a Napoli, per i pochi artisti sopravvissuti, il trionfo della morte fu occasione di spunti e pretesti. Preti, Spadaro, lo stesso Giordano realizzarono per l’occasione degli ex voto. I due bozzetti di Preti per le porte di Napoli sono tra le stazioni consacrate dell’antologia napoletana.
Ma è Spadaro l’inarrivabile cronista della peste: nello slargo del Mercato, il centro città diventa protagonista con le mura impregnate degli umori e dei miasmi che salgono dai cadaveri degli appestati. Giordano non avrebbe dimenticato questo sorprendente strappo urbano.
“L’artista sommo non è tanto colui che infrange la regola quanto colui che varia la consuetudine, così come il buon giocatore non è il baro, ma l’inventore di soluzioni inconsuete nello sviluppo dell’azione ludica” (Padre Giovanni Pozzi).
Il Vernacolo Barocco
Non a Napoli, ma a Firenze Giordano ha modo di qualificarsi come il massimo genio barocco dell’Europa di fine secolo. Gli affreschi del salone e della biblioteca di Palazzo Medici Riccardi (1682) costituiscono una lezione sul decorativismo nel tardo barocco a quindici anni dalla morte di Pietro da Cortona.
Il dialogo a distanza con il Cortona connota, senza mai più cadere di tensione, l’iter creativo di Giordano fino dagli esordi. Tra le pale di Santa Brigida (1655) e delle Anime del Purgatorio ad Arco (1661) si misurano non solo gli incrementi stilistici e culturali di un maestro poco più che ventenne; ma si evidenzia, al più alto grado di qualità, lo scatto barocco della pittura a Napoli e in area mediterranea nella seconda metà del secolo.
Wunderkammer
La forza e il raggio di diffusione del genio di Giordano non si contengono nella pittura: la selezione di vetri e opere di ceramica rende l’eredità di Giordano un episodio articolato e centrifugo.
Nel presentare quella che i tedeschi definiscono una Wunderkammer, una camera delle meraviglie e i francesi, in accezione non troppo diversa, un cabinet d’amateur, si sollecita una riflessione su quello che poteva annoverarsi nelle stanze di un palazzo patrizio.
Circondarsi di cose belle e anticaglie non è solo la certificazione di un raggiunto status economico e culturale, ma fornisce l’illusione che gli oggetti possano prolungare i piaceri terreni.
Le metamorfosi del Barocco
Nel corso degli anni ’60 del Seicento la fama di Luca Giordano cresce nei domini spagnoli e nella Spagna stessa. Si trasferisce alla corte di Madrid nell’ultimo decennio del secolo e vi rimane per una decade, lavorando con un’alacrità senza confronti e producendo una sterminata quantità di tele, anche di grandi dimensioni, e soprattutto di affreschi. Vi sono stati alcuni storici e scrittori d’arte del secolo scorso – a cominciare da Roberto Longhi – che hanno considerato il momento spagnolo di Giordano come quello più felice e creativamente compiuto.
Finale di partita
Gli ultimi lavori napoletani di Giordano rientrato dalla Spagna – e dei suoi satelliti (primo fra tutti un notevole comprimario come Nicola Malinconico) – vedono la scena locale ripiegata in senso neoconservatore e orientata in una direzione che sarebbe poco definire accademica. Il primo ‘700 ha imbrigliato, fino a rinnegare, l’ansia sperimentale e senza sconti di Giordano.
Il Settecento napoletano non è il secolo di Giordano, ma di Solimena e di Francesco de Mura, che impongono a Giordano la camicia pulita. Saranno i francesi di secondo ‘700 a tentare di rimodulare la scrittura sciolta, antinaturalistica, delle tele dei Girolamini o del soffitto della cappella del Tesoro nella chiesa di San Martino, dipinta in un fiato e in un solo giro di pennello.
Il virtuosismo barocco di Giordano: drappeggi surreali, affascinante realismo aneddotico e imitazione della realtà fino al trompe-l’œil
Successo internazionale di Luca Giordano al Petit Palais di Parigi
CRONOBIOGRAFIA
1634
Il 18 ottobre nasce a Napoli Luca Agostino Francesco, figlio di Antonio Giordano, pittore, e di Isabella Imparato. Viene battezzato nella parrocchia di Sant’Anna di Palazzo.
1654
Viene pagato per l’esecuzione di due dipinti per la tribuna della chiesa napoletana di San Pietro ad Aram, rispettivamente San Pietro e San Paolo si abbracciano prima di andare al martirio e La consegna delle chiavi.
1655
Appena ventenne, firma la pala del transetto della chiesa di Santa Brigida con il Miracolo di San Nicola.
1658
Sposa Margherita Dardi.
1665
Riceve l’ultimo pagamento per la Crocifissione della chiesa di Santa Maria del Pianto a Napoli; dal documento pare che la restante parte del credito Giordano l’abbia donato a beneficio “dell’anime del Purgatorio”. Nei mesi successivi si reca a Venezia, ospite presso il marchese Agostino Fonseca.
1666
È a Napoli, dove viene nominato prefetto della Congregazione dei pittori dei santi Anna e Luca, a cui era già scritto da un anno.
Compra una casa in via Toledo a Napoli.
1668
Dipinge l’affresco con San Gennaro in gloria e la Madonna della Purità su rame per la sagrestia della Cappella del Tesoro. In quest’anno abita a Sant’Anna di Palazzo.
1669
Nasce il primo figlio, Lorenzo, a undici anni dal matrimonio.
1682
Giordano è a Firenze; dimora presso Andrea Del Rosso. Qui lavora alla cappella Corsini nella Chiesa del Carmine, e a Palazzo Riccardi.
1684
A Napoli, dipinge l’affresco con Gesù che caccia i mercanti dal Tempio per la controfacciata della chiesa dei Gerolamini.
1694
È a Madrid. Qui riceve le chiavi dello studio di Palazzo, diventando capo dei pittori di Corte.
1699
Viene eletto, in contumacia, prefetto della Corporazione dei pittori napoletani.
1702
Ritorna a Napoli.
1705
Muore il 3 gennaio. Il giorno dopo viene sepolto nella chiesa di Santa Brigida a Napoli.
Restauri
Installazione multimediale
a cura di Stefano Gargiulo / Kaos Produzioni
Kaos Produzioni ha progettato e realizzato una installazione intermediale con cui termina il percorso espositivo della mostra Luca Giordano. Dalla Natura alla Pittura con l’intento di mostrare alcuni dei luoghi e delle opere affrescate dall’artista a Napoli, nella chiesa di San Gregorio Armeno, di Santa Brigida, alla Certosa di San Martino e nei Girolamini.
“Tra i sopralluoghi e i primi profani approfondimenti mi sono imbattuto in una breve descrizione di Nicola Spinosa che mi ha fissato in un attimo nella mente quello che in quel momento era solo percezione – afferma Stefano Gargiulo – Queste le sue parole: per Giordano la creazione dello spazio è l’elemento centrale.. elementi distintivi della sua pittura sono l’attenzione alla realtà e la nuova concezione illusionistica dello spazio, realizzando un’opera che sta tra sogno e verità…con la combinazione dei contrasti, orchestrata al punto tale da inserire armonicamente gli elementi reali in un sogno fantastico… Luca Giordano giunge ad un’implosione dello spazio….. E’ come se, da una breccia, il mondo della strada penetrasse nella chiesa… lo spazio esterno penetra nell’edificio affrescato e lo dilata…”
Giordano appartiene dunque ad un mondo visionario in grado di progettare con lo sguardo e trasformare con un gesto, per certi versi simile al mondo visionario al quale si rivolgono le tecnologie digitali.
Il progetto site specific è realizzato nello spazio raccolto e quasi nascosto che la mostra dedica a questa installazione, quasi una piccola cappella dove negli archi e nelle volte traspirano le immagini e i suoni del mondo napoletano e degli affreschi di Luca Giordano.
Il visitatore viene invitato ad interagire con le candele votive poste al centro dell’ambiente, un fulcro simbolico dove attivare gli scenari che trasformano lo spazio tra la realtà degli affreschi del pittore e l’illusione delle tecnologie digitali.
Progetto e realizzazione
Kaos Produzioni
Direzione Artistica
Stefano Gargiulo
Immagini
Mattia Galione, Tommaso Vitiello
Sound designer e musiche originali
Bruno Troisi
Progetto software e interazione
Antonio Spagnuolo
Editing video e postproduzione
Mattia Galione
Progetto scenotecnico
Stella Calculli
Produzione e coordinamento
Giorgia Chiera
Backstage
Tommaso Vitiello
Impianti e Hardware multimediale
ISI Congress
Per le riprese nelle chiese di Santa Brigida e di San Gregorio Armeno in Napoli si ringrazia la Direzione Centrale per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno. Per le riprese alla Certosa di San Martino si ringrazia la Direzione Regionale Musei Campania – Museo e Certosa di San Martino. Per le riprese alla Chiesa dei Girolamini si ringrazia la Biblioteca e complesso monumentale dei Girolamini. Si ringraziano, infine, per la concessione dei diritti di riproduzione delle immagini presenti nell’installazione la Hermandad del Refugio, proprietaria della Chiesa di San Antonio de los Alemanes di Madrid, il Museo Nacional del Prado e il Patrimonio Nacional spagnolo.
Negli articoli, dedicati al più grande pittore del Seicento napoletano, potrete leggere il testo del curatore Stefano Causa, docente di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Il punto di vista del direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger accompagnato dal video di Carmine Romano, responsabile del progetto di digitalizzazione.
Un viaggio nella storia: il cammino lungo secoli segnato da eventi bellici, cambi dinastici e disastri naturali delle tele di Luca Giordano dalle Chiese di Napoli al Museo e Real Bosco di Capodimonte, raccontato da Patrizia Piscitello, co-curatrice dell’esposizione, e Alessandra Rullo, storiche dell’arte del Museo e Real Bosco di Capodimonte.
E ancora l’esposizione a Parigi al Petit Palais, e Lucia Arbace, Dirigente Storica dell’arte presso il Mibact, direttore regionale dei musei di Abruzzo e Molise e direttore del Munda (Museo Nazionale d’Abruzzo) all’Aquila, ci parla di una delle opere presenti nella collezione De Ciccio: la Caduta di Fetonte, il superbo piatto impreziosito da raffinate lumeggiature in oro, dipinto intorno al 1680 da Carlo Antonio Grue, il mago della maiolica. Un suo capolavoro dalla collezione De Ciccio alla mostra dedicata a Luca Giordano.
Luca Giordano
dalla Natura alla Pittura
8 ottobre 2020 – 10 gennaio 2021
Museo e Real Bosco di Capodimonte
PROGETTO DI
Sylvain Bellenger, Direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte
Christophe Leribault, Direttore del Petit Palais di Parigi
CURATORI SCIENTIFICI
Stefano Causa, Patrizia Piscitello
UFFICIO MOSTRE
Patrizia Piscitello
Giovanna Bile
Concetta Capasso
con Benedetta Damiani e Antonella Pisano
UFFICIO DOCUMENTAZIONE
Alessandra Rullo
Paola Aveta
Valentina Canone
Marco Liberato
RESPONSABILE CATALOGO DIGITALE E DIGITALIZZAZIONE
Carmine Romano
COORDINAMENTO PROGETTO DIDATTICO-EDITORIALE E MULTIMEDIALE
Francesca Dal Lago
PROGETTO DI ALLESTIMENTO
COR arquitectos (Roberto Cremascoli, Edison Okumura, Marta Rodrigues) & Flavia Chiavaroli
DIREZIONE LAVORI
Renata Marmo
RESTAURI CONSERVATIVI E VERIFICA CONDITION REPORT
Angela Cerasuolo
Antonio De Riggi
Simonetta Funel
Alessandra Golia
Giuseppe Silvestro
Antonio Tosini
Sara Vitulli
Alessia Zaccaria
Liliana Caso
RESTAURI
Sara Vitulli, Angela Cerasuolo e Viviana Tacchi
Restauro del dipinto:
Luca Giordano, Il buon samaritano
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte
Antea Restauri di Sabrina Peluso e Ilaria Improta
Restauro del dipinto:
Luca Giordano e Nicola Malinconico, Incontro dei Santi Carlo Borromeo e Filippo Neri
Napoli, Complesso Monumentale dei Girolamini
Bruno Arciprete
Restauro del dipinto:
Luca Giordano, Deposizione di Cristo
Napoli, Pio Monte della Misericordia, cappella
R.O.M.A. Consorzio
Smontaggio, spolveratura, pulitura e integrazioni dei dipinti di Giordano del Museo e Real Bosco di Capodimonte, del Pio Monte della Misericordia e della Parrocchia della Ss. Ascensione a Chiaia
Gianluca Tartaglia
Restauro delle cornici dei dipinti del Museo e Real Bosco di Capodimonte
APPARATI DIDATTICI
Stefano Causa
Giovanna Bile
Antonella Pisano
TRADUZIONI
Christopher Bakke
DIDATTICA
Servizi Educativi Museo e Real Bosco di Capodimonte
UFFICIO STAMPA
Luisa Maradei
COMUNICAZIONE
Roberta Senese
SITO WEB, SOCIAL MEDIA E CERIMONIALE
Giovanna Garraffa
Marina Morra
SUPPORTO GIURIDICO AMMINISTRATIVO
Carmine Panico
COORDINAMENTO ALLESTIMENTO E MOVIMENTAZIONI
Patrizia Piscitello
Alessandra Rullo
Vincenzo Paciello
STOCCAGGIO E DEPOSITO CASSE
Antonio Ferola
TRASPORTI
Arterìa Srl
F.lli Bevilacqua Sas
MOVIMENTAZIONI
Arterìa Srl
Montenovi Srl
ASSICURAZIONI
BIG S.R.L.
Blackwall Green a Gallagher Company
Kuhn & Bülow
Società Alessandra e Cesare D’Ippolito
S.A.S.
REALIZZAZIONE ALLESTIMENTO
Eikon SBC Sas
Flooring dei F.lli Messina Srl
ERCO Illuminazione Srl
INSTALLAZIONE SALA MULTIMEDIALE
Progetto e realizzazione
Kaos Produzioni
Direzione Artistica
Stefano Gargiulo
Immagini
Mattia Galione, Tommaso Vitiello
Sound designer e musiche originali
Bruno Troisi
Progetto software e interazione
Antonio Spagnuolo
Editing video e postproduzione
Mattia Galione
Progetto scenotecnico
Stella Calculli
Produzione e coordinamento
Giorgia Chiera
Backstage
Tommaso Vitiello
Impianti e Hardware multimediale
ISI Congress
Per le riprese nelle chiese di Santa Brigida e di San Gregorio Armeno in Napoli si ringrazia la Direzione Centrale per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno.
Per le riprese alla Certosa di San Martino si ringrazia la Direzione Regionale Musei Campania – Museo e Certosa di San Martino.
Per le riprese alla Chiesa dei Girolamini si ringrazia la Biblioteca e complesso monumentale dei Girolamini.
Si ringraziano infine per la concessione dei diritti di riproduzione delle immagini presenti nell’installazione la Hermandad del Refugio, proprietaria della Chiesa di San Antonio de los Alemanes di Madrid, il Museo Nacional del Prado e il Patrimonio Nacional spagnolo.
PROGETTO GRAFICO
NMK Srl
REALIZZAZIONE MATERIALI GRAFICI
GLF Sas, SP Systema
CATALOGO
Electa Spa
CON LA COLLABORAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DI CAPODIMONTE ONLUS
Presidente
Errico di Lorenzo
Responsabile
Stefania Albinni
CON IL SOSTEGNO DELLA REGIONE CAMPANIA
SPONSOR TECNICI
Tecno Srl
ERCO Illuminazione Srl
UN PARTICOLARE RINGRAZIAMENTO A
Intesa Sanpaolo e Galleria d’Italia
ENTI E MUSEI PRESTATORI
Ajaccio, Palais Fesch, Musée des Beaux Arts
Amiens, Musée de Picardie
Bologna, Pinacoteca Nazionale
Brest, Musée des Beaux Arts de Brest
Metropole
Cava de’ Tirreni, Abbazia della ss.ma Trinità di Cava de’ Tirreni
Chambery, Musée des Beaux Arts
Grenoble, Musée de Grenoble
Madrid, Fundación de Santamarca y de San Ramón y San Antonio
Madrid, Museo Nacional del Prado
Madrid, Colecciones Reales. Patrimonio nacional, Real Monasterio de San Lorenzo de El Escorial
Nantes, Musée d’Arts
Napoli, Curia Arcivescovile nella persona di Sua Eminenza Reverendissima Cardinale Crescenzio Sepe
Napoli, Chiesa di Santa Brigida
Napoli, Collezione Liguori
Napoli, Biblioteca e complesso monumentale dei Girolamini
Napoli, Direzione Regionale Musei Campania, Museo e Certosa di San Martino
Napoli, Direzione Regionale Musei Campania, Museo Duca di Martina – Villa Floridiana
Napoli, Complesso Museale di santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco
Napoli, Museo del Tesoro di San Gennaro
Napoli, Museo Gaetano Filangieri
Napoli, Parrocchia della Ss. Ascensione a Chiaia
Napoli, Pio Monte della Misericordia
Napoli, Società Napoletana di Storia Patria
Napoli, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio
Palermo, Galleria Regionale della Sicilia – Palazzo Abatellis
Parigi, Galleria Canesso
Parigi, Musée du Louvre
Roma, Ministero dell’Interno, Fondo Edifici di Culto
Toledo, Fundaciòn Casa Ducal de Medinaceli
Vicenza, Musei Civici – Palazzo Chiericati
Un particolare ringraziamento ai collezionisti che hanno messo gentilmente a disposizione le loro opere desiderando rimanere anonimi.
SI RINGRAZIANO
Luisa Ambrosio, Francesca Amirante, Loren Arrimadas, Barbara Balbi, Luciano Basagni, Carolina Belli, Amedeo Benestante, Isabel Bennasar Cabrera, Susana Bernal Freytas, Sophie Bernard, Alberto Bile, Caroline Bongard, Claudia Borelli, Gian Giotto Borrelli, Padre Vincenzo Branno, Simonetta Buttò, Paloma Callejo Garrido, Maurizio Canesso, Fernanda Capobianco – Ufficio Mostre del Polo Museale della Campania, Riccardo Carafa d’Andria, Maureen Cassidy-Geiger, Marina Causa Picone, Caroline Chenevez, Arabella Cifani, Marie Clemente, Antonio Coca, Silvia Cocurullo, Philippe Costamagna, Anna Maria Cencig, Laure Dalon, Annunziata D’Alconzo, Eleonora D’Auria, Evelina De Castro, Lidia Del Duca, Francesco Delizia, Renata De Lorenzo, María de los Llans Castellanos Garijo, Don Ignacio de Medina y Fernández de Córdoba – duca di Segorbe, José Luis Diez, Elisa Fabbri, Antonio Falchi, Miguel Falomir, Paloma Fernadez-Iriondo, Laura Fernandez Palomino, Emanuela Fiori, Lucio Fiorile, Loredana Gazzara, Dorothee Gilmann, Gianfranco Gargiulo, Laura Giusti, Paola Giusti, Anna Imponente, Paolo Jorio, Elise Kerschelenbaum, Luigi La Rocca, Sophie Lessard, Sophie Lévy, Giovanni Liguori, Giulio Liguori, Sergio Liguori, Stéphane Loire, Don Leone Ugo Marinelli, Jean-Luc Martinez, Linda Martino, Paolo Mascilli Migliorini, Paola Milone, Marie-Laure Mattei Mosconi, Anna Maria Nocera, Giovanni Ottone, P. Eduardo Parlato, Alessandro Pasca di Magliano, Rita Pastorelli, Luciano Pedicini, Marco Pedicini, Rosa Perrotta, Francesco Pisano, Salvatore Pisano, Ugo Punzolo, Marta Ragozzino, Catherine Renaux, Biagio Ricciardiello, Ugo Righini, Celine Rince-Vaslin, Rosa Romano, Elena Rossoni, Luca Russo, Pasqualina Sabino, Stefania Santini, Mario Scalini, Cardinale Crescenzio Sepe Arcivescovo di Napoli, Chiara Signorini, Rossana Spadaccini, Fabio Speranza, Clelia Stefani, Guy Tosatto, Silvia Trisciuzzi, Andrés Ubeda de los Cobos, Isabelle Varloteaux, Lucìa Villareal, Vera Visone.
Un caro ricordo per l’amico Gianpaolo Leonetti di Santojanni.
Un sentito ringraziamento a tutto il personale di accoglienza e vigilanza del Museo e Real Bosco di Capodimonte la cui collaborazione è preziosa per la realizzazione e il successo della mostra
MUSEO E REAL BOSCO DI CAPODIMONTE
DIRETTORE
Sylvain Bellenger
DIPARTIMENTO CURATORIALE
Mario Epifani
Patrizia Piscitello
Alessandra Rullo
Maria Tamajo Contarini
Rosa Romano
Maria Rosaria Sansone
Alessandra Zaccagnini
UFFICIO MOSTRE
Patrizia Piscitello
Giovanna Bile
Concetta Capasso
UFFICIO DOCUMENTAZIONE
Alessandra Rullo
Paola Aveta
Valentina Canone
RESPONSABILE DEL CATALOGO
DIGITALE
Carmine Romano
DIPARTIMENTO RESTAURO
Angela Cerasuolo
Antonio De Riggi
Alessandra Golia
Giuseppe Marino
Antonio Tosini
Sara Vitulli
Alessia Zaccaria
Liliana Caso
GABINETTO DISEGNI E STAMPE
Mario Epifani
Francesca Caterina Arduini
Simonetta Funel
Giuseppe Silvestro
DIPARTIMENTO ARCHITETTURA
Anna Capuano
Andrea Nicola Pasquale Corvino
Chiara Figliolia
Renata Marmo
Eva Serpe
Giuseppe Frascogna
Giuseppe Vitalone
SEGRETERIA DIREZIONE
Luciana Berti
Anna Santoro
SEGRETERIA DIPARTIMENTO CURATORIALE
Francesca Dal Lago
UFFICIO STAMPA
Luisa Maradei
COMUNICAZIONE
Roberta Senese
Pasqualina Uccello
SITO WEB E SOCIAL MEDIA
Giovanna Garraffa
Marina Morra
ACCOGLIENZA E SERVIZI EDUCATIVI
Marco Liberato
Vincenzo Mirabito
Imma Molino
SERVIZI MUSEALI E DIDATTICI
Coopculture – Le Nuvole
Progetto Museo
COORDINAMENTO AMMINISTRATIVO
Anna Capuano
Grazia Barlese
Daniela Barone
Emilio Francesco Gino Cafaro
Salvatore Capasso
Domenico Esposito
Pia Raffaella Orsini
Antonella Romano
SUPPORTO GIURIDICO AMMINISTRATIVO
Carmine Panico
DIPARTIMENTO ICT
Gennaro Martano
Antonio Berriola
Bruno Mandragora
Callisto Russo
Giuseppe Trematerra
UFFICIO PROTOCOLLO
Pasqualina Uccello
Sergio Manna
ARCHIVIO
Pasqualina Uccello
Anna Coppola
Antonella Mazzariello
UFFICIO PERSONALE
Daniela Paesano
Vincenzo Avolio
Amelia Cappelli
Giustina De Mare
Anna Di Marzo
UFFICIO PENSIONI
Rosaria Mazza
Vittorio Lucignano
UFFICIO ACQUISTI E UFFICIO CONSEGNATARIO DEI BENI D’USO
Antonio Ferola
Francesco Pagano
SOSTENITORI
Amici di Capodimonte onlus
American Friends of Capodimonte
Un sentito ringraziamento va inoltre a tutto il personale del Museo e Real Bosco
ai coordinatori del Servizio di Vigilanza
Salvatore Carmellino
Silvana Grassi
Concetta Musello
e a tutto il personale di Accoglienza e Vigilanza del Museo e di Ales
Paolo Amalfitano, Gregorio Apolloni, Paolo Apperti, Francesco Aruta, Anna Avolio, Francesco Barbato, Francesco Battista, Carmine Bisaccia, Gaetano Borrelli, Vincenzo Borriello, Maria Buonanno, Gaetano Busacco, Gianna Caiazzo, Francesco Cammisa, Concettina Capone, Silvana Capriello, Ernesto Cariello, Ciro Chierchia, Pietro Ciliberti, Maurizio Cirillo, Luigi Ciuffo, Salvatore Corrado Mancino, Antonio Crispo, Alessandra Cutolo, Giuseppe D’Angelo, Gennaro D’Anna, Giovanni David, Carlo De Falco, Bruno De Felice, Giuseppe De Gennaro,
Immacolata De Gregorio, Ciro De Luca, Ciro De Luca, Raimondo Della Gatta, Elvira Della Luce, Maria Di Carlo, Gabriele Di Lanno, Giuseppe Di Lauro, Francesco Di Lorenzo, Salvatore Di Vaia, Antonio Dolmetti, Domenico Esposito, Raffaele Ferraro, Rosario Ferrone, Anna Figliolino, Vincenzo Fiorellineto, Ciro Fiorentino, Carmine Fiorenza, Mariano Fiorillo, Raffaele Flaminio, Gian Luca Fusco, Giacinto Gagliardi, Domenico Gentile, Agrippino Gervasio, Clara Giardulli, Ciro Gioffre’, Mario Giordano, Ciro Gottardo, Sossio Granata, Fabio Iannucci, Pietro Iervolino, Giuseppe Iescone, Modestino Imbriano, Pietro Iodice, Salvatore Lanciato, Carlo Longo, Annamaria Luongo, Antonella Magno, Palmiro Mambelli, Antonio Manfellotto, Vincenza Mangione, Antonio Migliaccio, Bruno Morra, Giuseppe Murolo, Iolanda Murolo, Pasquale Murolo, Vincenzo Napolitano, Teresa Nappa, Rocco Nocerino, Giuseppe Orlando, Donato Papadia, Giuseppe Perrella, Maria Petrazzuolo, Giovanni Piano Del Balzo, Carmela Pigno, Mario Carmine Rea, Antonio Riccio, Anna Russo, Giuseppe Russo, Angelo Salvatore, Pasquale Sansalvatore, Marco Santulli, Andrea Scapolan, Natale Severi, Antonio Testa, Raffaele Topo, Giuseppina Turco, Pasquale Viano, Salvatore Volpe e Francesco D’Agostino, Annamaria Farroni, Giuseppe Frezzetti, Vincenzo Mancinelli, CarmineMazzarella e Giuseppe Pacilio
Video di Carmine Romano: alla scoperta delle opere più significative esposte in mostra