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Le arance e i mandarini del Giardino Torre donate ad Emergency per il progetto Nessuno escluso

Finiranno sulle tavole delle famiglie disagiate e di quelle persone che più hanno pagato e stanno pagando le conseguenze economiche della pandemia da Coronavirus le arance e i mandarini del Giardino Torre, il frutteto reale nel Real Bosco di Capodimonte, l’ultimo giardino produttivo rimasto attivo, uno scrigno di biodiversità prossimo alla riapertura al pubblico.

I volontari di Emergency insieme agli operai della ditta Euphorbia che si occupa della cura del verde nel Real Bosco raccolgono gli agrumi per donarli al progetto “Nessuno escluso” nella città di Napoli.

 

Il progetto è attivo a Napoli da fine ottobre 2020 e raggiunge circa 500 famiglie, per un totale di oltre duemila persone nei quartieri di Ponticelli (in cui è presente anche l’ambulatorio di Emergency), Miano, Pianura, Soccavo e Montesanto con 600 pacchi alimentari a settimana e un pacco al mese di prodotti per l’igiene personale e della casa.

 

Il progetto “Nessuno escluso” è stato realizzato e attivato con il Comune di Napoli, e in particolare l’ex assessore alle Politiche Sociali Monica Buonanno, e comitato  Lab00 (Spesasospesa.org) e, per la distribuzione, si avvale della collaborazione con CPRS-Comitato per la rinascita di Soccavo (Soccavo-Pianura), Sgarrupato (Montesanto), Maestri di Strada e Terra di Confine (Ponticelli) e Caritas e Parrocchia Santa Maria dell’Arco (Miano).

In Italia il progetto “Nessuno Escluso” è al momento attivo anche in altre città: Milano, Roma, Piacenza e Catanzaro.

 

Chi lavorava presso una pizzeria o un ristorante, magari in nero, ha visto il proprio impiego sfumare nel nulla. Purtroppo, ci sono parecchie famiglie in cui entrambi i coniugi hanno perso ogni fonte di reddito e si trovano in condizioni economiche difficili – afferma Peppino Fiordelisi, coordinatore dei volontari di Emergency in Campania.

 

La pandemia ha messo in ginocchio molte famiglie e ci è sembrato doveroso contribuire donando le arance e i mandarini biologici del nostro Giardino Torre. Un’istituzione culturale ha il dovere di stare accanto alla sua comunità non solo in tempi di sviluppo economico e culturale, ma soprattutto in momenti di crisi come questa – afferma il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger.

 

 

Foto di Giovanna Garraffa e Diana De Luca

 

Il Giardino Torre, posto al margine nord orientale del Bosco, è composto da numerosi alberi da frutto – circa 600 piante – come lo era nel Settecento quando era noto con il nome di “Giardino di Biancour” dalla provenienza e dal cognome della famiglia di giardinieri che lo ebbero in cura per la produzione di frutta, anche esotica: ananas, ma anche ribes e lamponi.

Questo era il giardino delle delizie della famiglia reale, inoltre vi si coltivavano anche molte varietà di fiori e vi era annesso il vivaio al servizio del Bosco. Ancora oggi sono presenti numerosi varietà di camelie. Tra i tanti alberi da frutto sono presenti diverse varietà di arance e mandarino.

 

Foto di Diana De Luca

 

Il mandarino è un agrume di origine cinese, dalle eccellenti qualità nutritive ed organolettiche, che arriva in Italia all’Orto botanico di Palermo nel 1810 e dopo qualche anno, nel 1816, approda nel Real Orto Botanico di Napoli retto dal grande botanico Michele Tenore per acquisire la denominazione di “Citrus Deliciosa”.

Ma dal Real Orto Botanico al Real Bosco di Capodimonte il passo è breve, nel 1817 l’albero del mandarino viene acclimatato nel Giardino Torre, ovvero l’orto delle delizie della famiglia reale dei Borbone. A distanza di oltre 200 anni, i mandarini e le arance continuano a crescere nel Giardino Torre all’interno del bosco di Capodimonte, in compagnia di altri frutti e varietà botaniche.

La gestione e valorizzazione del Giardino è stata affidata ad un gruppo d’impresa “Delizie Reali scarl” per farne un piccolo agro-ecosistema urbano produttivo, didattico, ricreativo e enogastronomico, luogo di produzione e conservazione di antiche cultivar e centro di promozione della biodiversità.

Qui è presente anche l’antico forno del “Casamento Torre” dove, come narra Salvatore di Giacomo in Luci ed ombre napoletane (1889) fu cotta la pizza con pomodoro e mozzarella che in onore della regina Margherita di Savoia prese il nome di ‘pizza margherita’.

La sua apertura al pubblico è prevista per l’estate 2021.

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