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Apertura straordinaria mercoledì 1 maggio 2024 per la Festa del Lavoro. Chiuso il museo giovedì 2 maggio 2024

Il 1 maggio 2024, in occasione della Festa del Lavoro, il Museo di Capodimonte sarà eccezionalmente aperto (ingresso a pagamento secondo le consuete modalità) e chiuderà giovedì 2 maggio 2024.

Vi ricordiamo gli orari di ingresso alle varie sezioni:

Il secondo piano con il Salone degli Arazzi, la Galleria delle Arti a Napoli dal ‘200 al ‘700, il Corridoio Barocco, il presepe saranno visitabili dalle 8.30 fino alle 19.30 (ultimo ingresso alle 18.30).


Saranno visitabili anche le Mostre in corso: Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli e lopera Damasa di Gian Maria Tosatti al secondo piano del Museo (8.30-19.30).

 


Sarà possibile visitare anche la mostra allestita nel Salone degli Arazzi con i tre grandi pannelli con le riproduzioni di alcune delle tavole del fumetto  La Battaglia di Pavia. Gli arazzi di Capodimonte”, prorogata fino al 5 maggio 2024.

Il fumetto è edito da arte’m, ed è stato prodotto dalla Scuola Italiana Comix, realizzato da Chiara Macor (soggetto sceneggiatura), Fabiana Fiengo (illustrazioni), Maria Dalmotto (progetto grafico e lettering), con la direzione artistica di Andrea Scoppetta e la curatela scientifica di Carmine Romano.

Resterà chiuso il primo piano e il terzo piano con la sezione di Arte contemporanea e sezione Ottocento – Novecento.

Il Real Bosco ed il parco saranno aperti, nei consueti orari.

 

 

Al secondo piano del museo, il visitatore potrà ammirare il Salone degli Arazzi della Battaglia di Pavia che ospita fino al 5 maggio 2024 le tavole del fumetto edito da arte’m e prodotto dalla Scuola Italiana Comix, la Galleria delle Arti a Napoli dal ‘200 al ‘700, il Corridoio Barocco, il presepe, lopera Damasa di Gian Maria Tosatti (l’installazione, allestita permanentemente nella sala 82 della Reggia, è acquisita in collezione grazie al sostegno del PAC 2022-2023 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura) e l’allestimento della mostra Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli.

 


La serie dei sette arazzi della Battaglia di Pavia, realizzati nelle Fiandre tra il 1528 e il 1531, celebra la vittoria delle truppe imperiali di Carlo V d’Asburgo su quelle francesi di Francesco I di Valois, avvenuta solo qualche anno prima, all’alba del 24 febbraio 1525. Sul piano politico la battaglia segna il corso della storia: l’Italia, ambita dagli Stati europei per la sua posizione strategica, entra nell’orbita della Spagna, che conquista il Ducato di Milano e il Regno di Napoli. 

Gli arazzi vengono presentati in un nuovo allestimento secondo una sequenza che ne ricostruisce il paesaggio in un’unica veduta panoramica del campo di battaglia (Cecilia Paredes 2014). 

In questo monumentale scenario, delimitato in primo piano dal muretto del Parco Visconteo, alle porte di Pavia e luogo degli scontri, si muovono i protagonisti in campo, con azioni che si svolgono in simultanea o in successione temporale, con scarti di poche ore. 

Gli arazzi furono donati a Carlo V dagli Stati Generali di Bruxelles nel 1531; passarono in seguito alla famiglia d’Avalos, marchesi del Vasto e di Pescara. Nel 1862 Alfonso D’Avalos li donò per testamento allo Stato italiano e vennero esposti nel 1882 al Museo Nazionale di Napoli (attuale Museo Archeologico) e dal 1957 a Capodimonte. 

 


Il nuovo allestimento, che ospita fino al 5 maggio 2024 le tavole del fumetto edito da arte’m, e prodotto dalla Scuola Italiana Comix, viene presentato al pubblico a conclusione degli interventi di revisione conservativa e manutenzione degli arazzi, iniziati con una delicata e attenta pulitura per rimuovere lo sporco depositato nel fitto intreccio tessile. I filati in lana e seta colorata sono impreziositi da fili d’oro e d’argento per dare maggiore luce a particolari del disegno o utilizzati nelle scritte per individuare alcuni personaggi.

Inoltre, sono state riapplicate ai quattro arazzi, che erano privi delle bordure cinquecentesche, le bordure in tela dipinta realizzate a imitazione di quelle originali dall’artista Pietro Baldelli a inizio Novecento, che erano state rimosse negli anni Novanta e conservate nei depositi del museo. Con questo intervento si è restituita l’unità e piena leggibilità della serie favorendone una lettura immersiva. 

Gli arazzi sono stati tessuti a Bruxelles nell’atelier Dermoyen (o Van der Moyen) tra il 1528 e il 1531 su disegni di Bernart van Orley, pittore di corte degli Asburgo. L’artista aveva eseguito del ‘modelletti’ in scala ridotta per l’approvazione del progetto (oggi conservati a Parigi, Museo del Louvre) per poi realizzare i cartoni preparatori per la tessitura, della stessa grandezza dell’arazzo. 

 

 

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