Due nuove acquisizioni per Capodimonte. I beati Morico e Leone di Colantonio
CAPODIMONTE, DUE NUOVE ACQUISIZIONI
I BEATI ‘MORICO E LEONE’ di COLANTONIO
Erano nella pala smembrata di San Lorenzo Maggiore con San Girolamo e San Francesco
Presentazione 12 dicembre ore 16,30. Dal 13 dicembre opere esposte in sala 67
Schmidt: Grazie al Ministero della Cultura, valorizziamo il ‘400 meridionale
Due preziose tavole raffiguranti i beati francescani Morico e Leone opera di Colantonio, il maggior artista del ‘400 napoletano e ‘maestro’ di Antonello da Messina, entrano a far parte delle collezioni del Museo e Real Bosco di Capodimonte acquistati dal MiC- Direzione generale architettura, belle arti e paesaggio.
I così detti beatini raggiungono il ‘San Girolamo nel suo studio’ e il ‘San Francesco che consegna la regola ai frati e alle clarisse’, due celebri grandi opere di Colantonio patrimonio di Capodimonte, che con i dieci Beati francescani sui pilastrini laterali, formavano una imponente pala della chiesa di San Lorenzo Maggiore a Napoli, sull’altare di San Girolamo.
Con lo smembramento del polittico intorno al 1639, il dipinto di San Girolamo venne trasferito nella sacrestia di San Lorenzo mentre il San Francesco fu utilizzato come pala d’altare per il barocco Cappellone, nel transetto destro della chiesa. Nel periodo napoleonico, con la soppressione degli ordini monastici, il San Girolamo fu musealizzato (1808), raggiunto solo nel 1922 dal San Francesco, inventariato nelle collezioni di Capodimonte nel 1930. Le piccole tavole con i beati francescani avevano preso intanto la via del collezionismo privato.
“Ringraziamo il Ministero della Cultura – dichiara il Direttore del Museo e real Bosco di Capodimonte Eike Schmidt – per questa importante acquisizione che ha l’obiettivo di ricomporre a Capodimonte, per quanto possibile, la pala d’altare di San Lorenzo Maggiore opera del napoletano Colantonio, un protagonista assoluto della pittura al tempo di Renato d’Angiò (1438-1442) e di Alfonso il Magnanimo (1442-1458). E’ nostra intenzione valorizzare sempre più l’arte del ‘400 meridionale, quando corti dal respiro europeo, prima la francese angioina e poi la spagnola aragonese, fecero incontrare il Rinascimento fiammingo con quello centro italiano, la Provenza e la Borgogna con la Spagna, creando da Napoli una unità culturale mediterranea“.
Morico e Leone, i due ‘beatini’ che fanno il loro ingresso nel patrimonio pubblico italiano, dal 13 dicembre sono esposti nella sala 67, dedicata al Colantonio, con il San Girolamo. Il San Francesco è attualmente in restauro nell’ambito del progetto Restituzioni di Intesa San Paolo.
Le altre otto tavolette, delle dieci identificate, sono ad oggi tutte in collezioni private: nella Collezione Cini di Venezia i Beati Pietro, Galbazio, Silvestro, Raniero e Maffeo), il Beato Egidio a Firenze nella Fondazione Longhi, il Beato Giovanni a Bologna al Museo Morandi, il Beato Leonardo a New York in una collezione privata.
La nuova acquisizione è stata presentata, nell’ambito degli incontri curati degli Amici di Capodimonte, giovedì 12 dicembre, ore 16,30 al Museo in sala 20. Interventi del direttore Eike Schmidt, Alessandra Rullo, Francesco Aceto, Pierluigi Leone de Castris.
Colantonio a Capodimonte – Il napoletano Colantonio si formò al gusto della pittura fiamminga grazie al re Renato d’Angiò, che aveva forse conosciuto i grandi nordici van Eyck e van der Weyden, e ai suoi suoi pittori di corte, come Jacomart, anche loro provenienti dalle Fiandre o dalla Provenza. I dipinti del grande retablo a due livelli per San Lorenzo furono con ogni probabilità commissionati attorno al 1444-45 da Alfonso il Magnanimo e impegnarono a lungo Colantonio. Nella sua bottega napoletana ebbe come allievo anche Antonello da Messina, che per alcuni storici dell’arte potrebbe essere autore di alcuni ‘beatini’.
Oltre al San Gerolamo e San Francesco, il museo di Capodimonte, custodisce anche altre due opere di Colantonio: Deposizione dalla croce (1455 circa) e il polittico di San Vincenzo Ferrer (1456-’57) dipinti per le chiese San Domenico Maggiore e San Pietro Martire (proprietà del Fondo Edifici di Culto del Ministero degli Interni)