Tiziano, Parmigianino, Artemisia Gentileschi, El Greco, Carracci, Caravaggio. Bentornati a Capodimonte! I capolavori sono a casa
Il Museo e Real Bosco di Capodimonte, direttore Eike Schmidt, riunisce diciotto opere simbolo delle collezioni, tutte appena rientrate da lunghi prestiti in Italia e all’estero, in un nuovo allestimento nella grande sala 62 al secondo piano.
Tra queste la ‘Danae’ e i ritratti di Paolo III di Tiziano, ‘Antea’ del Parmigianino, ‘Giuditta decapita Oloferne’ di Artemisia Gentileschi e con loro ‘La Flagellazione’ di Caravaggio (Proprietà del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno) assente dal museo da oltre due anni e mezzo.
Altri importanti dipinti, reduci dalle mostre a La Venaria Reale (Torino) e prima ancora al Louvre, sono già esposti da inizio ottobre nelle rispettive sale di provenienza. Tra questi ‘La Trasfigurazione’ di Bellini e ‘la Crocifissione’ di Masaccio, ‘La Fondazione di Santa Maria Maggiore’ e ‘l’Assunzione della Vergine’ di Masolino e il ‘San Girolamo’ di Colantonio.
Il Direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Eike Schmidt dichiara:
“L’identità delle collezioni storiche di Capodimonte è un patrimonio di Napoli. Con il ritorno a casa di tante opere iconiche e il loro riallestimento, parte oggi una nuova fase, anche nel dialogo del museo con il suo territorio. Questo non vuol dire che i nostri capolavori debbano essere considerati tutti e sempre inamovibili. Vogliamo però che il museo si imponga nuovamente quale meta irrinunciabile del turismo culturale italiano, con flussi più adeguati al suo prestigio, che i cittadini lo frequentino con orgoglio, riconoscendosi nella sua storia per trasmetterla alle giovani generazioni. Capodimonte deve tornare ad essere conosciuta, valorizzata e comunicata per l’immensa ricchezza della sua pinacoteca, seconda in Italia solo agli Uffizi, e circondata dal magnifico Real Bosco, il parco urbano più grande d’Europa.
La scelta di questo allestimento che riunisce diciotto grandi opere, assenti da tempo dal museo, è stata dettata anche dai lavori in corso per la transizione digitale ed ecologica. Il risultato è però magnifico. Certo una visita così densa ed emozionante può avvenire solo qui, a Capodimonte’’.
Il nuovo allestimento, che apre al pubblico dal 24 ottobre, oltre a celebrare il ritorno a Napoli delle opere tra le più rappresentative del museo, vuole ripercorrere come in un’ideale antologia la storia del collezionismo di Capodimonte: i Farnese, i Borbone, gli acquisti italiani, le donazioni fino all’arte contemporanea.
Al visitatore la straordinaria sala proporrà anche una anteprima del progetto ‘Grande Capodimonte’: già realizzati infatti gli interventi di illuminotecnica (sostituzione delle lampade con tecnologia a Led per il risparmio energetico) previsti nell’intero Palazzo dall’innovativo Lighting concept.
Dallo scorso dicembre il Museo napoletano ha avviato come è noto la sua transizione energetica, digitale ed economica in partenariato con Engie. Grazie ad una ‘cantierizzazione per fasi’ fino al dicembre 2025 restano chiuse solo alcune aree e sezioni ed assicurata al pubblico la fruizione delle principali collezioni che oggi tornano al completo.
IL PERCORSO
La sala 62 è stata divisa in due parti da una parete di cartongesso. Sulla destra si incontra subito ‘Il ritratto di Luca Pacioli’ (attribuito a Jacopo de’ Barbari, 1495), immagine icona del matematico autore della Summa de Arithmetica. Accanto a quello del fondatore della Ragioneria, proposti altri celebri ritratti di area veneta: sono ‘Bernardo de’ Rossi, vescovo di Treviso’ (1505) di Lorenzo Lotto e due opere di El Greco (cretese di nascita, vissuto tra Venezia, Roma e la Spagna, tra i pittori più innovativi della seconda metà del Cinquecento), il ‘Ritratto di Giulio Clovio’ (1571-1572) e ‘El soplón’ (1570-1572).
Al centro di questo primo spazio si può ammirare la Cassetta Farnese, capolavoro dell’oreficeria cinquecentesca. Una curiosità: il prezioso scrigno potrebbe aver custodito il Libro delle Ore miniato di Giulio Clovio, che lo mostra proprio nel suo ritratto di El Greco!
L’allestimento prosegue con ‘Ercole al bivio’ di Annibale Carracci (1596), e sulla sinistra, con tre opere di Tiziano: il ‘Ritratto di Papa Paolo III a capo scoperto’ (1543), il ‘Ritratto di Papa Paolo III con i nipoti Alessandro e Ottavio Farnese’ (1545-1546), il ‘Ritratto del cardinale Alessandro Farnese’ (1545-1546).
Nella seconda parte della sala, si incontra un gruppo di affascinanti donne rinascimentali, alcune tra le più celebri della storia dell’arte: la ‘Danae’ di Tiziano (1544-1545), la giovane ‘Antea’, (1535) e ‘Lucrezia’ (1540) entrambe del Parmigianino, affrontato al gruppo di donne barocche costituito da ‘Sant’Agata’ di Francesco Guarino (1637-1640, Collezione Borbone), ‘Santa Cecilia in estasi’ di Bernardo Cavallino (1645. Esposti sia il bozzetto dalla collezione Borbone che la tela, assegnata a Capodimonte nel 1984, dopo il recupero post bellico), ‘Giuditta decapita Oloferne’ di Artemisia Gentileschi (1612-1613, Collezione Borbone) prima versione del quadro forse più indagato e drammatico della pittrice che fu vittima di stupro.
In fondo alla sala splende la ‘La Flagellazione’ di Caravaggio (1607) opera dipinta a Napoli per la chiesa di San Domenico Maggiore e custodita nel museo di Capodimonte dal 1972. Chiude il percorso, di fronte al Merisi, l’iconico Vesuvio di Andy Warhol (1985), donazione di Lucio Amelio.
Da novembre al via le visite di approfondimento gratuite sui capolavori esposti in sala 62, riservate ai visitatori muniti di biglietto previa prenotazione. Info sul sito e sui social.