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Apre la mostra Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli

Inaugurata la mostra “Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli” (dal 31 marzo 2022 al 7 gennaio 2023), a cura di Stefano Causa, docente di Storia dell’arte moderna e contemporanea presso l’Università degli studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa” e Patrizia Piscitello, responsabile Ufficio mostre e prestiti del Museo e Real Bosco di Capodimonte, che si sviluppa nelle 24 sale del secondo piano del Museo e Real Bosco di Capodimonte, diretto da Sylvain Bellenger.

In esposizione 200 opere provenienti tutte dalle collezioni permanenti del museo, senza prestiti esterni.

Una mostra, realizzata in collaborazione con le associazioni Amici di Capodimonte Ets e American Friends of Capodimonte, che si propone di rilanciare il dibattito presentando un’altra lettura del ‘600 napoletano, diventato per amatori e storici il secolo di Caravaggio.

 

Caravaggio (Michelangelo Merisi), Flagellazione di Cristo, 1607, olio su tavola, Napoli, chiesa di San Domenico Maggiore, proprietà Ministero dell’Interno, Fondo Edifici di Culto (in temporanea consegna dal 1972)

 

Abbiamo deciso di mettere il museo in mostra con dei racconti che avvicinano il pubblico alle opere e un nuovo percorso espositivo. Stefano Causa e Patrizia Piscitello, curatori della mostra, hanno indicato un tema preciso per ogni sala che non è più solo cronologico o iconografico ma che offre diverse aperture multidisciplinari al pubblico dei musei sempre più attento e sensibile afferma il direttore Sylvain Bellenger

Accanto al Direttore in conferenza stampa, i due curatori Patrizia Piscitello e Stefano Causa, il presidente di Amici di Capodimonte Errico di Lorenzo e il Direttore Generale dei Musei Massimo Osanna che ha dichiarato:

La mia presenza qui oggi testimonia la vicinanza del Ministero della Cultura al Museo e Real Bosco di Capodimonte e al direttore Bellenger in particolare, che porta avanti con grande passione tutti gli importanti progetti di questo sito culturale nonostante la carenza di personale che riguarda il nostro ministero e non solo. Ho imparato in questi anni a conoscere la passione e la competenza del personale di Capodimonte che supporta il direttore Bellenger.

Mentre il sindaco prof. Gaetano Manfredi ha inviato il messaggio:

Con la Mostra “Oltre Caravaggio, un nuovo racconto della Pittura a Napoli” – la prima esposizione dopo la pandemia – si arricchisce ulteriormente la già straordinaria offerta culturale del Museo di Capodimonte consolidando la sua capacità di attirare migliaia di visitatori e di dare lustro all’intera città di Napoli. Il ruolo di Caravaggio nel ‘600 napoletano, e di molti altri autori che arrivarono a Napoli e qui trovarono terreno fertile per la loro arte, ci ricorda in maniera visibile la millenaria stratificazione di una Napoli capace di assorbire le influenze esterne conservando la propria identità multiforme. Ciò rappresenta un punto di forza da valorizzare in ogni campo, a partire dall’arte e dalla cultura. “Oltre Caravaggio”, ne sono certo, fornirà in tale senso un prezioso contributo.

Presenti in sala anche alcuni mecenati che hanno sostenuto il restauro di opere del museo: Gianfranco d’Amato (Solimena, Enea si presenta a Didone), Amici di Capodimonte (Bernardo Cavallino, San Sebastiano curato dalle pie donne), Roberto Nicolucci (Nicola Malinconico, Adamo ed Eva piangono la morte di Abele).

Il direttore ha anche ringraziato i rappresentanti del Nucleo Tutela Patrimoniale dei Carabinieri per aver recuperato negli anni recenti il pellicano e le virtù, supporti decorativi del prezioso Tabernacolo di Santa Patrizia.

Tra i tanti intervenuti all’inaugurazione, il notaio Fabrizio Pascucci membro del CDA di Capodimonte, i docenti Cristina Terzaghi e Andrea Zezza membri del Comitato Scientifico, il presidente dell’Advisory Board Giovanni Lombardi, la Direttrice Generale dei Musei della Campania Marta Ragozzino, il Direttore di Palazzo Reale Mario Epifani e la presidente del Museo Madre-Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee Angela Tecce.

Presente in sala anche Luigi Borrelli per l’azienda napoletana di sartoria Luigi Borrelli-Napoli, grazie al cui contributo, la rivista di informazione turistica Tips of Naples- Travelling in Campania ha pubblicato una speciale mappa della città di Napoli con tutte le informazioni sulla mostra e sul Museo e Real Bosco di Capodimonte.

 

 

Il ’600 napoletano è una ‘invenzione’ recente. È stato riscoperto e definito meno di un secolo fa dallo storico d’arte Roberto Longhi (1890-1970). Secondo lo studioso, il naturalismo di Caravaggio sarebbe la spina dorsale dell’arte napoletana. Gli studi seicenteschi sul Sud derivano, quasi senza eccezione, dalle sue proposte formulate in una serie di saggi che sono stati pubblicati essenzialmente nel secondo decennio del secolo scorso.

Dall’inaugurazione della Pinacoteca di Capodimonte nel 1957 fino ad ora, l’esposizione dei dipinti del ’600 napoletano è stata in gran parte il risultato di quest’analisi. La realtà è più complessa e i curatori della mostra, Stefano Causa e Patrizia Piscitello, sulla base degli studi degli ultimi decenni, propongono di riconsiderare lo schema di Longhi, ormai ampiamente storicizzato, e di ripensare l’intera articolazione di un secolo che non fu solo quello di Caravaggio, ma soprattutto quello di Jusepe de Ribera, uno spagnolo arrivato a Napoli nel 1616, sei anni dopo la morte di Caravaggio.

 

Jusepe de Ribera, Sileno Ebbro, 1626
olio su tela
Collezione Borbone
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte

 

La mostra “Oltre Caravaggio” porta Ribera, rappresentato nelle collezioni di Capodimonte da opere sacre, mitologiche e nature morte, al centro della scena artistica napoletana.

Presentare la civiltà artistica napoletana vuol dire mettere in giusto risalto gli apporti esterni e gli scambi con gli altri centri, l’invio da fuori di opere e progetti, la residenza in città degli artisti ‘forestieri’. Napoli, infatti, era ed è una grande città portuale, crocevia della vita e della cultura italiana. Nel XVII secolo era diventata una delle megalopoli più popolose del mondo esercitando una profonda influenza sulla cultura europea; la sua storia si presenta come una ricca stratigrafia, fatta di diverse civiltà, popoli e espressioni artistiche che hanno lasciato tracce nel patrimonio artistico e monumentale. Per secoli ha subito attacchi, invasioni e distruzioni, facendo fronte a numerose catastrofi naturali: eruzioni vulcaniche, terremoti, maremoti e pestilenze.

 

 

In quest’ottica si può spiegare il ruolo centrale che hanno in questa rassegna, dedicata al XVII e XVIII secolo, lombardi come Caravaggio (1571-1610), emiliani come Giovanni Lanfranco (1582-1647), Domenichino (1581-1641) e Guido Reni (1575-1642), lo spagnolo (ma napoletano d’adozione) Jusepe de Ribera (1591-1652), i francesi Simon Vouet (1590-1649) e Pierre-Jacques Volaire (1729-1799), il bergamasco Cosimo Fanzago (1591-1678), i romani Artemisia Gentileschi (1593-1653) e Gregorio Guglielmi (1714-1773), il belga François Duquesnoy (1597-1643), che aveva collaborato all’altare per il cardinale Ascanio Filomarino (1583-1666) nella chiesa dei Santi Apostoli, imponente macchina realizzata tra il 1638 e il 1647 dall’architetto Francesco Borromini (1599-1667), tra i principali esponenti del barocco romano.

Gli artisti napoletani traevano ispirazione da questi apporti, rielaborando in maniera del tutto personale iconografie, tagli compositivi e utilizzo delle luci, esportando il loro linguaggio in Italia e in Europa. Un esempio tra tutti è Luca Giordano (1634-1705), che, campione della pittura barocca napoletana, viene chiamato a Venezia (1665, 1668), a Firenze (1682-83, 1685) e in Spagna (1692-1702), lasciando traccia sui pittori locali.

 

Gli studenti e i docenti del Liceo Musicale “Margherita di Savoia” di Napoli hanno proposto per il giorno dell’inaugurazione giovedì 31 marzo 2022 un omaggio in musica per la mostra “Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli”. Un programma di musiche del Seicento napoletano che spazia dalle villanelle di Andrea Falconieri ai cromatismi del principe Carlo Gesualdo da Venosa, scelte tenendo ben presente il milieu artistico dell’epoca, al fine di un’armoniosa contestualizzazione delle atmosfere musicali nell’ambiente storico e sociale della Napoli barocca.

 

Foto di Amedeo Benestante

Scopri tutto sulla mostra nella pagina dedicata

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