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Prorogata fino al 31 marzo 2023 la mostra Salvatore Emblema

Prorogata fino al 31 marzo 2023, presso il Museo e Real Bosco di Capodimonte, la più ampia personale in un museo pubblico dedicata all’artista Salvatore Emblema (Terzigno, 1929), dopo la sua scomparsa avvenuta nel 2006.

La mostra, inaugurata il 26 maggio 2022, a cura di Sylvain Bellenger, è realizzata con il supporto scientifico del Museo Emblema e del suo archivio, con la collaborazione dell’Associazione Amici di Capodimonte Ets.

Inserita nel ciclo di mostre focus “Incontri Sensibili” in cui le opere di artisti contemporanei sono messe a confronto con quelle della collezione storica del Museo, la mostra evidenzia la stretta relazione tra l’attività pittorica e la parallela ricerca in campo installativo di Salvatore Emblema.

 

Una mostra dovuta, un omaggio a un’artista di una grande sensibilità e, forse troppo dimenticato nel suo stesso territorio. Devo ringraziare la grande famiglia Emblema per avermi accolto nel Museo Emblema, alle falde del Vesuvio alla scoperta di una poetica spirituale rispettosa della Natura – afferma il direttore Bellenger

 

Salvatore Emblema, Senza Titolo – Autoritratto, 1967 200x180cm Terre colorate cenere e graffi su tela di juta

 

Salvatore Emblema, Senza Titolo, 1978 – 70×60 Terre colorate su tela di juta

 

Salvatore Emblema, Senza Titolo, anni 90 – 70x35cm – Pietre di lapillo su struttura in ferro

 

Il progetto espositivo si articola in un percorso diffuso tra gli spazi interni del Museo e quelli esterni del Real Bosco, per approfondire quel processo di riappropriazione e sublimazione dell’elemento naturale e paesaggistico che ha caratterizzato gran parte dell’attività di Emblema tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’80.

Salvatore Emblema (Terzigno, 1929 – 2006), nato alle pendici del Vesuvio, ha saputo coniugare lo scenario delle sue origini con il linguaggio astratto di matrice americana. Conosciuto per l’uso di materiali comuni, come la juta con cui ha composto i grandi dipinti segnati da figure geometriche, in mostra sono presentate anche opere meno note, tra cui alcune installazioni ambientali, indagini sul rapporto tra opera e ambiente, azione e contesto.

Al successo che ha connotato gli anni ‘50 fino all’inizio degli anni ’80, è seguito un periodo di incomprensione da parte del pubblico.

Per questo Capodimonte ha voluto fortemente dedicare a Salvatore Emblema un’ampia mostra, diffusa tra secondo e terzo piano del Museo, Cellaio e Real Bosco, ripercorrendo le fasi della sua ricerca, sia in senso cronologico che tematico.

 

Per la prima volta è anche esposta, nella sala Incontri sensibili, l’installazione Scatole Trasparenti (1969-74)desunta da uno studio dell’artista, un progetto risalente agli inizi degli anni Settanta che segna il tentativo più avanzato e rarefatto di includere la variabile ambientale e l’elemento paesaggistico all’interno dell’opera d’arte, qui presentata per la prima volta con plastica completamente eco-sostenibile.

 

Salvatore Emblema. Sala 82 “Incontri Sensibili” con due opere: Scatole trasparenti/ricerca sul paesaggio, 1969-74 in plexiglass trasparenti ecocompatibili e Senza Titolo, 1989 Terre colorate su tela di juta.

 

Nelle opere esposte si coglie l’importanza della ‘relazione’ con la Natura e il concetto di “trasparenza”, di “siepe” che si riallaccia poi a quello di “margine”, un rapporto simbiotico che influenza e cambia continuamente l’opera d’arte anche nelle opere pittoriche dell’artista che amava lavorare con le tele di juta, colorarle e detesserle, in qualche modo denudarle, alla ricerca di continua trasparenza per “far uscire il quadro dal muro”.

In questo mio nonno Emblema distingueva la sua spiritualità da quella di Mark Rothko, artista americano che aveva frequentato a New York e che influenzò in maniera profonda la sua ricerca – sottolinea il nipote dell’artista, Emanuele Leone Emblema.

 

Lo spazio del Cellaio è abitato dalle tante installazioni ambientali, strutture modulari in ferro e da pitture ambientali, strutture autoportanti di assi in legno e tele tinte, capaci di ricreare un’armoniosa sensazione di pace e serenità.

 

Salvatore Emblema. Ricerca sul vento/Giostra, 1973. Struttura girevole di tele tinte e detessute.

 

Nella poetica di Emblema gioca un ruolo chiave la materia e il “suo” Vesuvio come nell’opera Senza Titolo / Ricerca sull’architettura, 1995-2000 che accoglie il visitatore nel Cortile Monumentale del Museo, una struttura cubica in ferro e pietra lavica.

 

Salvatore Emblema. Senza Titolo / Ricerca sull’architettura, 1995-2000 struttura in ferro e pietra lavica.

 

Doni degli eredi Emblema al Museo e Real Bosco di Capodimonte sono le opere Ricerca sul Paesaggio, del 1972-74 esposta in bella vista sulle praterie davanti al Cellaio, e il dipinto di grandi dimensioni (250 x 450 cm) Senza Titolo / Terraemotus 1984, realizzato con terre colorate e carbone su tela di juta esposto nella sezione di Arte Contemporanea del Museo.

 

Salvatore Emblema Ricerca sul Paesaggio / Survey on landscape 1972 – 1974 Installazione Ambientale di reti metalliche colorate. Dono degli Eredi Emblema.

 

Salvatore Emblema. Senza Titolo / Terraemotus 1984 Terre colorate e carbone su tela di juta Dono degli Eredi Emblema.

 

La mostra si inserisce nel filone di mostre monografiche dedicate al rapporto di alcuni artisti con la città di Napoli: Pablo Picasso, Caravaggio, Vincenzo Gemito, Luca Giordano, Santiago Calatrava.

 

Scopri tutto sulla mostra nella pagina dedicata.

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