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Ospiti d'eccezione. Pieter Paul Rubens 'San Sebastiano curato dagli angeli' e Giovanni Baglione 'Amor sacro e Amor profano'

Dall’11 marzo 2025 al 7 luglio 2025, sale 61-62 secondo piano

Ingresso gratuito compreso nel biglietto del museo

Apertura tutti i giorni tranne il mercoledì

Nei giorni feriali dalle 8.30 alle 17.00 (ultimo ingresso alle 16.30) nei giorni festivi dalle ore 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso alle 18.30)

Rubens a Capodimonte: dall’11 marzo in mostra ‘San Sebastiano curato dagli angeli’ (1601-1602, olio su tela, 155,5 x 119,5 cm) uno dei capolavori delle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma custodito dalla Galleria Corsini. L’opera di Pieter Paul Rubens (Siegen, 28 giugno 1577 – Anversa, 30 maggio 1640), è in dialogo con alcune potenti raffigurazioni del martirio del Santo nelle collezioni del Museo e Real Bosco di Capodimonte (sala 61): i dipinti di Domenico Cresti detto il Passignano, Bartolomeo Schedoni, Andrea Vaccaro, Mattia Preti.

 

Pieter Paul Rubens (Siegen, 28 giugno 1577 – Anversa, 30 maggio 1640) San Sebastiano curato dagli angeli’ (1601-1602, olio su tela), Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma custodito dalla Galleria Corsini

 

Giovanni Baglione (Roma, 1573 circa –30 dicembre 1643) Amor sacro e Amor profano’ (1602, Olio su tela), Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma custodito da Palazzo Barberini

 

Da Palazzo Barberini, altra sede delle Gallerie, in prestito (allestito nella sala 62) anche ‘Amor sacro e Amor profano’ di Giovanni Baglione (1602, Olio su tela, 240 x 143 cm), pittore e biografo, noto anche come anti-Caravaggio (Roma, 1573 circa –30 dicembre 1643), protagonista della celebre rivalità con il Merisi, che portò a processo per ingiurie nella Roma del primo ‘600.

“L’arrivo di questi due capolavori rientra in un significativo scambio con le Gallerie Nazionali di Arte Antica – spiega Eike Schmidt direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte – sarà l’occasione per i frequentatori di Capodimonte, soprattutto per i cittadini che vengono al museo regolarmente, di ammirare questi dipinti, raramente prestati, in un diverso contesto e per giunta a Napoli. Un dialogo che stimolerà nuove riflessioni e paragoni, nel caso del San Sebastiano di Rubens con un allestimento dal punto di vista iconografico che è un vero e proprio compendio seicentesco sul tema. Mi piace ricordare che il capolavoro di Baglione torna a Napoli esattamente dopo 40 anni dalla mostra epocale ‘Caravaggio e il suo tempo’ firmata da Causa e Spinosa”.

Sebastiano, militare romano, si convertì al cristianesimo e fu condannato a morte per aver diffuso la fede tra i suoi compagni. Legato e trafitto da frecce, il suo corpo venne lasciato in pasto agli animali ma, la vedova Irene lo trovò ancora moribondo e lo curò con l’aiuto di una serva. Sebastiano poté quindi riprendere l’attività di proselitismo ma, gli fu presto inflitto un nuovo martirio: la fustigazione. Il suo corpo doveva essere poi gettato nella Cloaca Maxima in segno di disprezzo ma, fu recuperato dalla matrona Lucina che gli diede degna sepoltura.

La figura del soldato martire ha avuto grande fortuna nell’arte, dapprima uomo barbuto in armatura, poi sempre più spesso giovane nudo, trafitto da frecce, occasione per mostrare un’avvenente anatomia, una delle poche che avesse il diritto di essere esposta anche in ambienti sacri.

Nell’opera ‘ospite’ di Rubens, San Sebastiano curato dagli angeli, è rappresentato il momento successivo al primo martirio: il corpo del giovane soldato, legato a un albero, è stato trafitto dalle frecce e quattro angeli sono intenti a soccorrerlo e a liberarlo, una variazione dell’artista alla più comune iconografia con la vedova Irene. Il potente corpo maschile del protagonista come quelli più minuti dei suoi salvatori mostrano una fisicità debitrice dello studio dell’Antico e di Michelangelo, vere rivelazioni dei due soggiorni romani del pittore fiammingo.  

Co-protagonista della scena è la grande corazza a sinistra, riferimento al suo ruolo di militare, ma anche virtuosismo pittorico di Rubens che rende l’effetto riflettente del metallo. Il pittore restituisce una versione pienamente barocca e reinterpreta il soggetto insistendo su una resa teatrale e sottilmente erotica.

 

L’allestimento della sala 61 con l’opera di Rubens, ospite fiammingo, in dialogo con le opere del museo

 

La sala 62 con l’opera di Giovanni Baglione, ospite romano, tra i capolavori del museo

 

In concomitanza con le celebrazioni del Giubileo 2025, ‘La Flagellazione’ di Caravaggio, di proprietà del Fondo Edifici di Culto, in consegna a Capodimonte dal 1972, è esposta a Palazzo Barberini nella mostra Caravaggio 2025 (fino al 6 luglio). La sinergia attivata in occasione dei prestiti include promozione e scontistica reciproca per i visitatori di Capodimonte e della Mostra di Palazzo Barberini. In particolare, con il biglietto di Capodimonte il ticket della mostra si potrà acquistare scontato da 18 a 12 euro. Ai visitatori di Caravaggio 2025 il museo napoletano praticherà il biglietto ridotto di 12 euro (fino al 30 luglio).

 

Ludovico Carracci (Bologna, 1555 – 1619) ‘L’Annunciazione’ (1585. Olio su tela) Pinacoteca Nazionale di Bologna

 

Dopo Rubens e Baglione nel mese di marzo atteso anche un terzo ‘Ospite’ a Capodimonte, per il ciclo aperto lo scorso anno da Courbet: è Ludovico Carracci (Bologna, 1555 – 1619)con ‘L’Annunciazione’ (1585. Olio su tela cm 182,5 × 221 cm) prestito della Pinacoteca Nazionale di Bologna.

Pieter Paul Rubens (Siegen, 28 giugno 1577 – Anversa, 30 maggio 1640) San Sebastiano curato dagli angeli' (1601-1602, olio su tela), Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma custodito dalla Galleria Corsini

In dialogo con Rubens allestite nella sala 61 sono quattro opere. Di Domenico Cresti detto il Passignano (Passignano, 1559 – Firenze, 1638) è il San Sebastiano condotto al sepolcro(1602 – olio su tela – collezione Borbone- acquisto tramite Domenico Venuti, 1802). La scena è ambientata nella Roma di Diocleziano, in particolare è riconoscibile la Colonna Traiana. È rappresentato il momento del recupero del corpo di Sebastiano, condotto al sepolcro da Lucina con altre donne e un anziano neofita. La composizione è dominata dalle pallide ma vigorose membra del santo, intorno al quale si distribuiscono gli altri personaggi in primo piano.

 

Domenico Cresti detto il Passignano (Passignano, 1559 – Firenze, 1638) San Sebastiano condotto al sepolcro (1602 – olio su tela – collezione Borbone- acquisto tramite Domenico Venuti, 1802) Museo e Real Bosco di Capodimonte

Di Bartolomeo Schedoni (Modena, 1578 – Parma, 1615) è il San Sebastiano curato dalle pie donne (1615 olio su tela – collezione Farnese). Qui lo scorcio del corpo nudo e contratto del Santo, è posto in diagonale così da negare allo spettatore la visione del suo volto, mentre le donne restituiscono con le loro espressioni il sentimento di pietà che le muove ad averne cura. Il dipinto, pur rimasto incompiuto, mostra corpose pennellate e un’attenzione particolare ai tocchi di luce.

Bartolomeo Schedoni (Modena, 1578 – Parma, 1615) San Sebastiano curato dalle pie donne (1615 olio su tela – collezione Farnese) Museo e Real Bosco di Capodimonte

 

Nell’opera di Andrea Vaccaro (Napoli, 1604 – Napoli, 1670) San Sebastiano (1635-1640 – olio su tela- donazione Edoardo Dalbono, 1907, restaurato nel 2024)) il santo è rappresentato nel momento culminante del martirio: i polsi legati a un albero, il corpo colpito dalle frecce, il volto sofferente. La rotazione della figura mette in evidenza la muscolatura. Il recente restauro ha fatto riemergere i bagliori sull’armatura in primo piano e brani di paesaggio illuminati da una luce crepuscolare.

 

Andrea Vaccaro (Napoli, 1604 – Napoli, 1670) San Sebastiano (1635-1640 – olio su tela- donazione Edoardo Dalbono, 1907, restaurato nel 2024) Museo e Real Bosco di Capodimonte

Infine di Mattia Preti (Taverna, 1613 – La Valletta, 1699) San Sebastiano (1656 ca. olio su tela da Napoli, chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori , in deposito cautelativo a Capodimonte dal 1980). Il Santo spogliato della sua armatura che appare scomposta a terra, i polsi legati all’albero, ha appena subito il primo martirio e volge lo sguardo verso il cielo. Rappresentato con un’inquadratura dal basso verso l’alto, la sua figura acquista monumentalità e una plasticità scultorea, accentuata dalla luce che illumina pienamente il corpo, facendo risaltare il bianco panneggio.

Mattia Preti (Taverna, 1613 – La Valletta, 1699) San Sebastiano (1656 ca. olio su tela da Napoli, chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori , in deposito cautelativo a Capodimonte dal 1980) Museo e Real Bosco di Capodimonte

 

date e orari

Dall’11 marzo 2025 al 7 luglio 2025

Apertura tutti i giorni tranne il mercoledì

Nei giorni feriali dalle 8.30 alle 17.00 (ultimo ingresso alle 16.30) nei giorni festivi dalle ore 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso alle 18.30)

sede

Museo e Real Bosco di Capodimonte, via Miano 2 – Napoli /
Sale 61-62 secondo piano

biglietti

Ingresso gratuito compreso nel biglietto del museo

info e prenotazioni

Servizio di informazioni del Museo e Real Bosco di Capodimonte.

Tel. 0810106129

Il servizio telefonico non effettua prevendita di biglietti e servizi.

Gli operatori sono a disposizione dal martedì alla domenica, festivi esclusi, dalle 9.00 alle 13.00.

Per informazioni e per l’acquisto dei biglietti segnaliamo il sito https://portale.museiitaliani.it/

Informazioni

mu-cap.accoglienza.capodimonte@cultura.gov.it

per condividere l’esperienza e l’emozione della mostra sui social

Fb museodicapodimonte

Instagram museoboscocapodimonte

Twitter Capodimonte_mus

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