12 Aprile – 14 Luglio 2019
Il Museo e Real Bosco di Capodimonte e il Pio Monte della Misericordia, con la produzione e organizzazione della casa editrice Electa, promuovono una mostra per approfondire il periodo napoletano di Caravaggio e l’eredità lasciata nella città partenopea: Caravaggio Napoli, curata da Maria Cristina Terzaghi e Sylvain Bellenger.
Napoli rappresenta una tappa fondamentale per la vita e per le opere di Caravaggio. L’intensa resa della passione e dell’istinto nei dipinti più iconici realizzati dal maestro durante il periodo napoletano identifica, nella visione dei nostri contemporanei, lo stile e la personalità dell’artista lombardo, divenuto maggiormente drammatico in seguito all’episodio dell’assassinio romano.
Caravaggio visse a Napoli per un totale di 18 mesi. Il primo soggiorno è databile tra l’ottobre del 1606 e giugno del 1607. In questi nove mesi furono realizzati capolavori straordinari e ben documentati, come le Sette opere di Misericordia, dipinto per il Pio Monte di Misericordia, la Flagellazione attualmente al Museo di Capodimonte. Dopo i suoi viaggi a Malta e in Sicilia, l’artista ritornò a Napoli, capitale del Viceregno spagnolo, nell’ottobre del 1609 e vi rimase fino all’estate successiva.
Il 18 luglio del 1610 a Porto Ercole, durante il viaggio di ritorno a Roma, Caravaggio morì tragicamente.
Anche durante il secondo periodo napoletano il maestro lombardo dipinse opere di primaria importanza, tra cui il Martirio di Sant’Orsola (Napoli, Palazzo Zevallos Stigliano) e il San Giovanni Battista (Roma, Galleria Borghese).
Gli studi hanno affrontato più volte il problema, sebbene in modo meno massiccio di quanto sia stato fatto con la produzione romana di Caravaggio.
La mostra offre però un’occasione unica e totalmente inedita: il paragone di alcuni pezzi fondamentali del catalogo caravaggesco, in particolare la Flagellazione di Rouen eseguita a Napoli, che sarà per la prima volta esposta nel suo contesto originario a confronto con l’altra Flagellazione che l’artista realizzò per la chiesa partenopea di San Domenico
Caravaggio, Flagellazione,
1607
Museo e Real Bosco
di Capodimonte, Napoli
L’incontro con la città di Napoli, le relazioni che intrecciò con il panorama artistico locale, segnarono definitivamente il percorso di Caravaggio. L’intensa resa della passione e dell’istinto nei dipinti napoletani identifica oggi, più che in altri momenti, l’immagine e la personalità dell’artista lombardo.
Il legame di Caravaggio con il territorio ebbe un impatto incisivo sulla Scuola napoletana e nella costituzione della poetica del naturalismo partenopeo.
Sia gli artisti più giovani, come Battistello Caracciolo, che quelli già attivi a Napoli, come Fabrizio Santafede, non poterono restare immuni al realismo caravaggesco e tentarono di adeguarsi alla novità, creando opere inconfondibilmente suggestionate dal Caravaggio. Un influsso che toccò anche i colleghi della successiva generazione, quali Jusepe de Ribera o Massimo Stanzione.
I dialoghi
Il primo, potente dialogo in mostra è tra La Flagellazione, conservata a Capodimonte, che l’artista realizzò per la chiesa partenopea di San Domenico, e l’eccezionale prestito della Flagellazione del Musée des Beaux-Arts di Rouen, assente da Napoli da 35 anni e in arrivo dopo un restauro che ha recuperato a nuova vita il capolavoro. Il raffronto si arricchisce dell’esposizione di una copia del dipinto di Rouen (che Mahon attribuiva in un primo momento al maestro con l’avvallo di Longhi), insieme ad alcuni quadri strettamente ispirati ad esse, quali la Flagellazione, restaurato per l’occasione, attribuito Fabrizio Santafede di Palazzo Abatellis, che riprende quella francese tutta d’un fiato: un vecchio maestro tardomanierista, che cambia, sedotto dalle novità del maestro lombardo; il Cristo alla colonna di Battistello Caracciolo (Museo di Capodimonte) e quello di Jusepe de Ribera (Complesso Monumentale dei Girolamini), entrambi derivanti dal quadro del Merisi.
A testimonianza della traccia profonda lasciata da Caravaggio nella pittura napoletana sono esposte inoltre a confrontocon la Salomé di Caravaggio custodita a Londra (National Gallery) e quella di Madrid (Palacio Real), alcune grandi interpretazioni di Battistello Caracciolo (Museo de Bellas Artes, Siviglia) e di Massimo Stanzione (collezione privata) per la prima volta a Napoli.
Relativamente all’influsso di Caravaggio sull’arte europea, il percorso presenta poi opere mai esposte in Italia del pittore Louis Finson, quali il Martirio di San Sebastiano. Noto per essere l’autore delle copie della Maddalena in estasi, come testimoniano i due dipinti in mostra, Finson fu tra i primi amici seguaci e copisti di Caravaggio a Napoli. Sono ora infatti più chiari i primi passi napoletani compiuti da Caravaggio nella sua bottega e in quella del fiammingo Abraham Vinck, che le fonti ricordano “amicissimo del Caravaggio”.
I due lo accolsero appena giunto in città, quando si trovava senza una bottega a cui appoggiarsi, fornendogli probabilmente anche gli strumenti con cui lavorare. Gli artisti fiamminghi possedevano opere del pittore che portarono ad Amsterdam, esportando così il linguaggio del Merisi nel cuore dell’Europa.
Accanto al Martirio di San Sebastiano di Finson, le tele di Battistello (Crocifissione), Stanzione (Martirio di Sant’Agata) e Hendrik De Somer (San Sebastiano) della collezione del Museo di Capodimonte, che indubbiamente ebbero come modello comune La Crocifissione di sant’Andrea di Caravaggio oggi a Cleveland.
La mostra costituisce inoltre l’occasione per ripercorrere l’attività dei più dotati caravaggeschi attivi a Napoli, quali Filippo Vitale, di cui in questi ultimi anni è stata ricostruita la fase giovanile, rappresentato in mostra dal San Sebastiano, uno dei capolavori del maestro di questi anni, e Tanzio da Varallo, che a Napoli trascorse un intero decennio in contemporanea a Caravaggio. Di questo dotatissimo artista sarà esposto un capolavoro in anteprima mondiale: il San Giovanni Battista di collezione privata, ispirato al San Giovanni Battista di collezione Borghese di Caravaggio a cui verrà affiancato.
Chiude il percorso espositivo, l’ultimo dipinto realizzato dal Merisi in città, il Martirio di Sant’Orsola, oggi a Napoli presso le Gallerie d’Italia a Palazzo Zevallos, affiancata ad una interpretazione di Giovanni Bernardino Azzolino,autore di numerose repliche della tela caravaggesca di cui si espone a Capodimonte una delle più naturalistiche dalla Pinacoteca Nazionale di Siena. Alle tarde soluzioni della Sant’Orsola rimandano inoltre il Battesimo di Cristo di Caracciolo (Monumento Nazionale dei Girolamini, Napoli) e il Martirio di San Sebastiano di Filippo Vitale, di collezione privata, autore di cui in questi ultimi anni è stata ricostruita la fase giovanile.
Poco prima della Sant’Orsola Caravaggio aveva dipinto tre tele per la cappella Fenaroli in Sant’Anna dei Lombardi, oggi perdute. Una rara testimonianza visiva di una di esse è probabilmente il San Francesco di Carlo Sellitto, pittore di origine lucana e giunto a Napoli nel primo decennio del Seicento, dove inizia a modellare in modo rapido e deciso il proprio linguaggio sulle novità introdotte da Caravaggio.
Caravaggio
Flagellazione
1607
Olio su tela, cm 266 x 213
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte
Su concessione del Fondo Edifici di Culto, Direzione Centrale del Ministero dell’Interno / Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali: Polo Museale della Campania / foto di Luciano Romano
Fabrizio Santafede (attribuito)
Flagellazione
1609 circa
Olio su tela, cm 128 x 155
Palermo, Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis Polo Regionale di Palermo per i Siti culturali / Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis / foto di Enzo Brai
Giovanni Baglione
Deposizione di Cristo nel sepolcro
1608
Olio su tela, cm 280 x 178
Napoli, Pio Monte della Misericordia, Quadreria © Archivio dell’arte, Luciano e Marco Pedicini
Caravaggio
Salomè con la testa del Battista
1609
Olio su tela, cm 91,5 x 106,7
Londra, National Gallery
© Archivio Scala Group, Antella / © 2019. Copyright The National Gallery, London / Scala, Firenze
Battistello Caracciolo
Salomè con la testa del Battista
1615-1618 circa
Olio su tela, cm 129 x 167
Siviglia, Museo de Bellas Artes
Museo de Bellas Artes de Sevilla, foto di Pepe Morón
Battistello Caracciolo
La crocifissione
1610 circa
Olio su tela, cm 151 x 103,5
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte
(in deposito dal Museo Civico di Castelnuovo)
Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali / Polo Museale della Campania / foto di Fabio Speranza
Massimo Stanzione
Martirio di sant’Agata
1618-1620 circa
Olio su tela, cm 204 x 150
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte
Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali / Polo Museale della Campania / foto di Fabio Speranza
Caravaggio
Martirio di sant’Orsola
1610
Olio su tela, cm 143 x 180
Collezione Intesa Sanpaolo
Napoli, Gallerie d’Italia, Palazzo Zevallos Stigliano, Intesa Sanpaolo, Archivio Patrimonio Artistico / foto Luciano Pedicini
Caravaggio
San Giovanni Battista
1610
Olio su tela, cm 159 x 124 Roma, Galleria Borghese Foto © Bridgeman Images
Caravaggio
Flagellazione
1607
Olio su tela, cm 134,5 x 175,5
Rouen, Musée des Beaux-Arts
© C. Lancien, C. Loisel /Réunion des Musées Métropolitains Rouen Normandie
Giovan Battista Caracciolo detto Battistello
Cristo alla Colonna
1618-1620 circa
Olio su tela, cm 184 x 130
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte,
Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali / Polo Museale della Campania / foto di Luciano Romano
Battistello Caracciolo
Madonna col Bambino in gloria
1610-1615 circa
Olio su tela, cm 150 x 220
Catanzaro, MARCA – Museo delle Arti di Catanzaro
Caravaggio
Salomé con la testa di Battista
circa 1607
Olio su tela, 116 x 140 cm
Madrid, Palacio Real
Colecciones Reales, Patrimonio Nacional
Massimo Stanzione
Salomè con la testa del Battista
1620 circa
Olio su tela, cm 122 x 152
Roma, collezione privata
Manusardi srl Artphotostudio, Milano
Louis Finson
Martirio di san Sebastiano
1615?
Olio su tela, cm 220 x 162 Rougiers (Var), chiesa parrocchiale Patrick Glotain / Baussan
Hendrik de Somer
Martirio di san Sebastiano
1630 circa
Olio su tela, cm 205 x 154
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte Su concessione del Ministero per i Beni
e le Attività Culturali / Polo Museale
della Campania / foto di Fabio Speranza
Carlo Sellitto
San Francesco riceve le stimmate
1611 circa
Olio su tela, cm 105 x 90 Collezione privata Courtesy Galleria Porcini
Antonio d’Enrico, detto Tanzio da Varallo
San Giovanni Battista
1610 circa
Olio su tela, cm 138,5 x 96 Collezione privata Courtesy Galerie Canesso
Caravaggio Napoli è stata realizzata con il contributo della Regione Campania e in collaborazione con il Comune di Napoli e con il sostegno di Aereoporto Internazionale di Napoli.
Crédit Agricole Italia ha contribuito alla mostra con il restauro di 4 opere, proseguendo così la lunga tradizione di sostegno al mondo dell’arte, iniziato proprio con la mostra di Caravaggio a Roma nel 2010.
Per la mostra, Google Arts & Culture collabora con il Museo e Real Bosco di Capodimonte per la ripresa ad altissima risoluzione dei tre dipinti Napoletani dell’artista attraverso la tecnologia Art Camera.
Art Camera è una fotocamera robotica creata appositamente per generare immagini di dipinti con la più alta risoluzione possibile. Le Sette Opere della Misericordia, dalla collezione di Pio Monte della Misericordia, la Flagellazione di Cristo, dalla collezione del Museo e Real Bosco di Capodimonte e il Martirio di Sant’Orsola, dalla Collezione Intesa SanPaolo Napoli, Gallerie d’Italia, Palazzo Palazzo Zevallos Stigliano, sono adesso accessibili su Google Arts & Culture dagli utenti di tutto il mondo che possono osservarle nei minimi dettagli.
Le immagini sono inoltre esplorabili dai visitatori attraverso schermi interattivi nel percorso di mostra.
Catalogo Caravaggio Napoli a cura di Cristina Terzaghi