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Pianta Appartamento Reale

L’Appartamento Storico è in riallestimento (il celebre Salottino di Porcellana non è visitabile per il progetto di allestimento del Cabinet di porcellana di Federico Forquet).

Le nove sale, dal Salone della Culla al Salone delle Feste, con un allestimento tematico per presentare i sovrani di Napoli e il gusto di corte tra Settecento e Ottocento, che sono rimaste aperte durante questa complessa fase di lavorazione, sono temporaneamente chiuse per lavori di restauro, riqualificazione e efficienza energetica.

L’Appartamento Reale ha ospitato la spettacolare mostra Napoli, Napoli. Di lava, porcellana e musica, disallestita per lasciare spazio al prossimo progetto di Federico Forquet tra tecnologia e arte, diplomazia e piacere, del Cabinet delle Porcellane del Museo e Real Bosco di Capodimonte.

Il museo di Capodimonte possiede un nucleo di circa 6000 porcellane e ceramiche tra le più importanti in Italia, gran parte di Collezione Borbone, arricchita da acquisti e doni dopo l’Unità d’Italia.

Il progetto di allestimento delle dieci sale del Cabinet intende riallacciarsi all’ambizioso progetto di Annibale Sacco, direttore di Casa Reale Savoia, che su incarico del re riunì a Capodimonte a partire dal 1872 un gran numero di porcellane e terraglie appartenute ai Borbone e dislocate nei vari siti reali.

Le porcellane, in linea con il criterio espositivo di Sacco, che non le distribuì nei diversi ambienti con  funzione di arredo, saranno allestite in sale tematiche dedicate, potenziando il numero dei pezzi e la varietà delle raccolte.

Tra le sale a tema, quelle dedicate alle manifatture europee di Meissen, Sèvres, Vienna, Berlino, Napoli e Capodimonte, che collega il nome stesso del sito alla manifattura di porcellana voluta a Napoli da Carlo di Borbone.

Fanno parte della raccolta importanti porcellane acquisite dalla Corte borbonica attraverso prestigiosi doni o acquisti regali, come quelle di Vienna, portate a Napoli dalla moglie di re Ferdinando IV, Maria Carolina d’Austria, o donati dalla corte imperiale asburgica, di Berlino, di Sèvres, di Dagoty ed ancora terraglie all’uso inglese, un nucleo composto da circa 600 pezzi, delle manifatture napoletane di Del Vecchio e Giustiniani e di quella siciliana del barone Giuseppe Malvica.

 

 

Le sale dell’Appartamento Reale sono dedicate ai suoi principali protagonisti come Carlo di Borbone che decide la costruzione del palazzo nel 1738, Ferdinando IV che diventa re di Napoli a soli nove anni, Ferdinando II autore del completamento della reggia, fino al decennio francese e ai riallestimenti postunitari.

 

Il palazzo, poco abitato dai sovrani borbonici, diventa una più stabile residenza reale con l’arrivo di Carolina Bonaparte che adegua l’appartamento al gusto della corte imperiale, e Gioacchino Murat che realizza la strada di collegamento con il centro della città, risolve il problema di approvvigionamento idrico, e si serve dell’opera di artisti del calibro di Antonio Canova, autore del ritratto in gesso di Letizia Ramolino Bonaparte.

 

L’edificio diventa oggetto di una radicale opera di rinnovamento a partire dal 1838, quando Ferdinando II decide di dargli una nuova veste. In questo periodo viene ultimata anche la decorazione del Salone delle feste con una lieve e fastosa decorazione pittorica di gusto neoclassico, come quella che adorna la camera da letto ‘pompeiana’ di Francesco I e Maria Isabella, collocata nell’ala meridionale, la più antica del palazzo, che si affaccia sul mare del golfo di Napoli.

 

Con l’Unità d’Italia e la nomina del piemontese Annibale Sacco a direttore della Real Casa Savoia sono sistemate alcune sale con l’intenzione di allestire nel palazzo una Galleria di pittura e scultura “moderni” di cui è suggestiva testimonianza il Salone Camuccini, che prende nome dalle monumentali tele del pittore romano.

 

Lo stesso Sacco raccoglie nel Museo di Capodimonte tesori provenienti da altre dimore borboniche come il prezioso Salottino di porcellana, trasferito qui dalla reggia di Portici nel 1866, o il pavimento in marmo intarsiato rinvenuto in una villa dell’imperatore Tiberio a Capri in epoca borbonica e rimontato nel Salone della Culla, che deve il suo nome alla culla disegnata da Domenico Morelli (oggi alla Reggia di Caserta), donata nel 1869 dalla città di Napoli ai Savoia per la nascita di Vittorio Emanuele III.

 

 

 

 

Galleria delle porcellane

 

Una selezione di porcellane di manifattura napoletana ed europea provenienti dalle collezioni borboniche, ad eccezione della statuina dell’Immacolata, acquistata nel 1972, tra i pochi esemplari di porcellana a soggetto religioso realizzata su modello di Giuseppe Gricci dalla Real Fabbrica di Porcellana di Capodimonte.

 

Il vasellame da tavola e gli oggetti d’arredo, utilizzati nei vari Siti Reali, sono raccolti e riordinati sotto la direzione di Annibale Sacco, direttore di Casa Savoia, che divide i manufatti per fabbriche.

 

Il Servizio dell’Oca, così denominato per la presenza sul pomello di alcune zuppiere del putto che strozza un’oca, motivo derivato da esemplari ellenistici, eseguito dalla Real Fabbrica di Napoli (1771-1806) per la corte borbonica nell’ultimo decennio del XVIII secolo, si compone di oltre quattrocento pezzi, alcuni dei quali esposti in altre collezioni pubbliche.

Utilizzato in occasione di pranzi ufficiali per presentare agli ospiti monumenti e bellezze naturali del Regno, dall’Abruzzo alla Sicilia, negli antichi inventari viene indicato come “Servizio delle vedute napoletane”, derivate da incisioni di Cardon, Hamilton e Saint-Non e da dipinti di Joli e Hackert.

 

Il nucleo più cospicuo delle porcellane della Real Fabbrica di Napoli è costituito da un notevole numero di biscuit, a cui si affiancano le opere delle manifatture europee, come quelle di Berlino, Sèvres e Vienna, pervenute a Capodimonte tramite la regina Maria Carolina d’Asburgo, moglie del re di Napoli Ferdinando IV di Borbone e figlia dell’imperatrice d’Austria Maria Teresa.

 

 

Salottino di porcellana

 

Il salottino, attualmente non accessibile fino al completamento dei lavori di riallestimento delle sale adiacenti, è interamente realizzato in porcellana per la regina Maria Amalia di Sassonia faceva parte del suo appartamento privato nella Reggia di Portici.

 

Completato tra il 1757 ed il 1759, è una delle ultime realizzazioni della Real Fabbrica della Porcellana di Capodimonte voluta da Carlo di Borbone e da lui trasferita al Buen Retiro presso Madrid quando, nel 1759, diventa re di Spagna col nome di Carlo III.

Alla sua realizzazione, che segue il progetto di Giovan Battista Natali, pittore e quadraturista piacentino, partecipano tutte le maestranze e gli artisti specializzati della Fabbrica, come quelli impegnati nella lavorazione dei pezzi, condotta sotto la direzione di Giuseppe Gricci, nella loro cottura, o nell’esecuzione degli stucchi.

 

L’ambiente, fastosamente decorato a cineserie, è a pianta quadrangolare con pareti interamente rivestite di lastre di porcellana, fissate a un telaio ligneo, interrotte da sei grandi specchiere, e completata da un soffitto in stucco ad imitazione della porcellana.

La decorazione si compone di rami, foglie, frutti e fiori, trofei musicali e scimmie intervallati da piccole e grandi specchiature con scene di vita cinese.

Arricchisce il salottino il lampadario a dodici bracci che raffigura un giovane cinese dall’aria malinconica e ammiccante che pungola un drago con il suo ventaglio.

 

Con i Savoia nel 1866 il salottino viene smontato dalla Reggia di Portici e trasferito a Capodimonte, mentre il soffitto in stucco raggiunge il Museo e viene ricongiunto alle pareti solo nel 1957.

 

 

 

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