Tra i più talentuosi pittori del Rinascimento a Firenze, Filippino Lippi nasce dal rapporto proibito tra Fra Filippo Lippi, grande Maestro del primo Rinascimento fiorentino e la monaca Lucrezia Buti. Filippino mostra nelle sue prime opere l’influenza di colui che fu il suo maestro, Sandro Botticelli, nella cui bottega Lippi compie il suo apprendistato. Questa influenza è testimoniata sia nelle figure centrali che in quelle laterali rappresentate da Filippino. Il dipinto però, appartiene al periodo della maturità dell’autore e questo è molto evidente se si osserva l’uso vivace del colore, il dialogo sereno che si instaura fra i personaggi e il senso di armonia generale che emerge dal quadro.
L’Arcangelo Gabriele si inginocchia dolcemente davanti alla Madonna che incontra il suo ospite celeste con equilibrio e umiltà. A sinistra, San Giovanni Battista solleva leggermente il braccio sinistro, indicando con la mano allo spettatore che è in corso un sacro incontro. Sant’Andrea contempla l’azione, mentre abbraccia la croce con entrambe le mani, attributo del suo martirio. I colori vibranti e l’atmosfera cristallina infondono alla scena una calma soprannaturale, mentre le profonde pieghe delle vesti conferiscono solidità alle figure. La scena si svolge all’aperto nella luminosa campagna fiorentina. In secondo piano si possono distinguere sia la cupola di Brunelleschi del Duomo che il campanile di Giotto, a sinistra. Le quattro figure sacre sono raffigurate all’interno di un rigoglioso giardino pieno di fiori e di erba verdeggiante, forse a sottolineare l’interesse di Filippino per la pittura fiamminga che si era diffusa a Firenze durante questo periodo.
Stato di conservazione
Il dipinto presenta un sensibile imbarcamento delle assi, una struttura di sostegno applicata in un precedente restauro, formata da tasselli lignei e traverse in alluminio, che esercita un’eccessiva trazione con conseguenti fratture in corrispondenza delle commettiture e cadute di colore lungo le lesioni, alcuni fori di insetti xilofagi. La presenza di vernici ossidate e ritocchi alterati compromette la leggibilità della superficie pittorica.
Intervento di restauro
Si prevede di eseguire le seguenti operazioni:
Rimozione della struttura di sostegno non più idonea e degli inserti dovuti a precedenti restauri. Disinfestazione e risanamento del legno di supporto. Applicazione di traverse o di un telaio in legno di castagno sagomati secondo il naturale orientamento assunto dalle tavole, fissati tramite tasselli cilindrici con viti basculanti e molle coniche che garantiscano l’elasticità del controllo. Fissaggio realizzato con collanti idonei e moderato apporto di calore e pressione, per ristabilire l’adesione degli strati pittorici. La pulitura della superficie dipinta, eseguita con gradualità dopo aver selezionato i solventi e gli eventuali supportanti più idonei con test di solubilità, per rimuovere i depositi superficiali, le vernici e le numerose integrazioni alterate. Le lacune saranno stuccate con gesso e colla e integrate con colori a vernice, e sarà quindi applicata una verniciatura protettiva.
Il restauro della cornice prevede disinfestazione, consolidamento localizzato, pulitura, stuccatura e integrazione pittorica.