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L'Ospite Bergamasca Lucina Brembati di Lorenzo Lotto. Capodimonte è di Moda – Percorsi nella storia del Costume

Dal 2 ottobre 2025 al 6 gennaio 2026, sala 61 secondo piano

Ingresso gratuito compreso nel biglietto del museo

Apertura tutti i giorni tranne il mercoledì

Nei giorni feriali dalle 8.30 alle 17.00 (ultimo ingresso alle 16.30) nei giorni festivi dalle ore 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso alle 18.30)

Aperture serali straordinarie

Lucina Brembati di Lorenzo Lotto è L’Ospite Bergamasca
(2 ottobre 2025- 6 gennaio 2026)
Capodimonte è di Moda – Percorsi  nella storia del Costume
Primo appuntamento con Silvia Malaguzzi 
 “Una dama e il suo pittore. Il mistero dei gioielli’

 

È il ritratto di Lucina Brembati di Lorenzo Lotto (1521 – ca. 1523), capolavoro dell’Accademia Carrara di Bergamo, il nuovo ‘ospite’ del Museo e Real Bosco di Capodimonte (2 ottobre- 6 gennaio). Dopo Courbet, Rubens, Baglione, Carracci e Caravaggio (prosegue l’esposizione dell’Ecce Homo ritrovato di Madrid fino al 2 novembre accanto alla Flagellazione) nuovo appuntamento con la serie di preziose mostre che pongono in dialogo opere che sono capisaldi della storia dell’arte con il patrimonio di Capodimonte.

 

Il  celebre ritratto dell’elegantissima gentildonna bergamasca, la cui identità fu scoperta dagli storici risolvendo un enigma contenuto nel quadro, sarà esposto nella sala 61 (al secondo piano del museo) insieme a capolavori della collezione Farnese di Capodimonte, scelti proprio perché testimoniano la moda e il costume di quel periodo, opulenta e carica di significato.

 

L’arrivo a Napoli dell’Ospite bergamasca è anche l’occasione per presentare un nuovo ciclo di incontri dal titolo ‘Capodimonte è di moda- Percorsi nella storia del costume’ che ospiterà  fino a dicembre 2025 tre tra le maggiori studiose internazionali sul tema della storia della gioielleria, della pellicceria, dei tessuti e degli abiti femminili del ‘500.

 

“Invitare a Capodimonte ‘Lucina Brambati’ e immaginare un viaggio nella storia del costume è stato immediato e coinvolgente – spiega Eike Schmidt, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte. Intanto esponendo intorno all’opera, identitaria della città di Bergamo e raramente prestata, i nostri  ritratti di Antea e di Galeazzo Sanvitale, di Parmigianino, insieme a quello di Bernardo de’ Rossi, che è anche, al momento il più precoce ritratto eseguito da un giovane Lotto. Per approfondire questi temi, abbiamo subito avuto l’adesione di tre importanti studiose: Silvia Malaguzzi, Patricia Lurati e Roberta Orsi Landini. Saranno incontri  brillanti e coinvolgenti, per un pubblico curioso, amante del bello ma anche della storia sociale e umana che questi celebri ritratti raccontano”.
In collaborazione con gli Amici di Capodimonte partirà quindi un nuovo format. Il titolo ‘Capodimonte è di moda’  vuole essere anche un invito a frequentare  sempre più il nostro museo scoprendo una offerta culturale diversificata e in crescita”.

 

Lorenzo Lotto
(Venezia, 1480 ca. – Loreto, 1556)
Ritratto di Lucina Brembati
1521- ca. 1523
Olio su tavola
Bergamo, Accademia Carrara

Lorenzo Lotto
(Venezia, 1480 ca. – Loreto, 1556)
Ritratto di Bernardo de’ Rossi, vescovo di Treviso
1505
Olio su tavola
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte

 

Francesco Mazzola detto il Parmigianino
(Parma, 1503 – Casalmaggiore, 1540)
Ritratto di Galeazzo Sanvitale
1524
Olio su tela
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte

 

Francesco Mazzola detto il Parmigianino
(Parma, 1503 – Casalmaggiore, 1540)
Ritratto di giovane donna, l’Antea
1535-1537
Olio su tela
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte

 

LUCINA BREMBATI

 

Enigmatici, intensi e raffinati: i ritratti di Lotto, pittore viaggiatore e inquieto, costituiscono una vetta della pittura della prima metà del Cinquecento. Per la capacità dell’artista di cogliere i tratti psicologici dei suoi protagonisti, Bernard Berenson lo definì il “primo ritrattista moderno” alla fine dell’Ottocento.
L’ ospite bergamasca ne è un esempio eccellente: con lo sguardo fiero, le ricche vesti e i gioielli ricercati e simbolici, la protagonista assume un’identità ben riconoscibile.
Oltre al rebus sulla luna che ne svela il nome, l’anello della mano sinistra reca lo stemma di famiglia. Ed è proprio questo stemma  inciso nella gemma, e il rebus enigmistico sullo sfondo, che hanno facilitato l’identificazione della nobildonna.
La ricchezza dell’abbigliamento sottolinea l’elevato rango sociale: il vestito con le maniche rigonfie, la collana di perle e più fili, il pendente d’oro e la cosiddetta “capigliara”, il copricapo voluminoso, confanno a una nobile e ricercata mecenate.

 

Le opere di Parmigianino, invece, mostrano i differenti esiti della coeva ritrattistica emiliana: nel Galeazzo Sanvitale, comandante nobile e volitivo, e nell’Antea, il grande pittore diede vita ai suoi protagonisti attraverso una luce più morbida.

 

Ad inaugurare il ciclo di conferenze, il 2 ottobre alle ore 16,00 in sala 20, è la prof.ssa Silvia Malaguzzi. Titolo dell’incontro: “Una dama e il suo pittore. Il mistero dei gioielli’.

Lorenzo Lotto
(Venezia, 1480 ca. – Loreto, 1556)
Ritratto di Lucina Brembati
1521- ca. 1523
Olio su tavola
Bergamo, Accademia Carrara

Francesco Mazzola detto il Parmigianino
(Parma, 1503 – Casalmaggiore, 1540)
Ritratto di Galeazzo Sanvitale
1524
Olio su tela
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte

Francesco Mazzola detto il Parmigianino
(Parma, 1503 – Casalmaggiore, 1540)
Ritratto di giovane donna, l’Antea
1535-1537
Olio su tela
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte

Lorenzo Lotto
(Venezia, 1480 ca. – Loreto, 1556)
Ritratto di Bernardo de’ Rossi, vescovo di Treviso
1505
Olio su tavola
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte

L’arrivo a Napoli dell’Ospite bergamasca è anche l’occasione per presentare un nuovo ciclo di incontri dal titolo ‘Capodimonte è di moda- Percorsi nella storia del costume’ che ospiterà  fino a dicembre 2025 tre tra le maggiori studiose internazionali sul tema della storia della gioielleria, della pellicceria, dei tessuti e degli abiti femminili del ‘500.

Ad inaugurare il ciclo di conferenze, il 2 ottobre alle ore 16,00 in sala 20, è la prof.ssa Silvia Malaguzzi. Titolo dell’incontro: “Una dama e il suo pittore. Il mistero dei gioielli’.

 

Per Malaguzzi, il Ritratto di Lucina Brembati è punto di partenza e di arrivo di un’indagine dedicata ai gioielli dal pittore Lorenzo Lotto. Per l’artista infatti essi non sono solo sfide pittoriche, ma anche – come vedremo – veicoli di significati occulti, strumenti sofisticati per definire l’identità anagrafica e la psicologia dei suoi personaggi. Sullo sfondo di questa analisi si stagliano Bergamo, Treviso e Venezia nel XVI secolo, con la loro raffinata società urbana, con gli aristocratici, e i mercanti appassionati d’arte e di preziosi che il pittore serve e frequenta. Emergono fra i suoi legami più stretti alcune scomode figure di gioiellieri veneziani dalle alte aspirazioni morali e dalle dichiarate simpatie protestanti, un milieu con il quale Lotto condivide sia le convinzioni spirituali che la passione per la metallurgia e il mondo magico delle gemme.

 

Malaguzzi è stata professoressa di Renaissance Art al Fashion Institute of Technology di New York (dal 2002 al 2017) e di Luxury Jewels presso il Ent-Art Polimoda (fino al 2019) e dal 2017 insegna nel campus di Firenze del Middlebury College sia Arte del Rinascimento che Cibo nell’arte e History of Jewelry. Laureata cum laude presso l’Università di Siena con una tesi intitolata: “La perla e la sua iconografia nella pittura fra Rinascimento e Barocco”, ha svolto studi approfonditi sull’iconografia del gioiello nella pittura del Rinascimento da cui sono nati numerosi articoli per la rivista Art e Dossier, saggi fra i quali Raffaello e i gioielli, contributo al catalogo della mostra Raffaello 1520-1483 (Roma nel 2020); Gioielli e pittori nella Firenze del Quattrocento, in Ritratti di Donna, Vesti e gioielli nella Firenze del Quattrocento (2024) e Le perle di Eleonora, contributo al catalogo della mostra Eleonora di Toledo e l’invenzione della corte dei Medici (Firenze 2023), e libri: Perle (2000), il dizionario dell’arte Oro, gemme e gioielli (2007) e infine Diamanti rubini e smeraldi, il linguaggio dei gioielli nei dipinti degli Uffizi (2023). Numerose sono le conferenze tenute in Italia e all’estero sul tema della gioielleria dipinta e le collaborazioni con università (Iuav e Ca’ Foscari) e enti museali come Uffizi e Museo del Tessuto di Prato.

 

Secondo appuntamento il 20 Novembre 2025 con “Quando le pellicce erano di moda”, conferenza di Patrizia Lurati. In forma di animali interi quali lussuosi accessori femminili o di pregiate pelli per foderare le sopravvesti, in epoca rinascimentale la moda delle pellicce imperversò. Sono molte le opere d’arte in cui si possono riconoscere come elemento per impreziosire l’abbigliamento o per indicare il rango dei personaggi raffigurati. Nel linguaggio delle vesti, infatti, sfoggiare costose pellicce importate da paesi lontani equivaleva a manifestare pubblicamente status, ricchezza e potere. Ma allora per quale motivo le pelli erano occultate in forma di fodere lasciandone intuire la loro presenza solo attraverso i bordi di maniche e colletti? E perché invece gli accessori costituiti dall’intero animale venivano esibiti con orgoglio?

 

Ad accompagnare il pubblico in questo viaggio sarà Patricia Lurati che, dal 2018 insegna storia della moda alla New York University di Firenze. Laureata in arti decorative a Siena, si è specializzata all’Università di Firenze e ha ottenuto il PhD in storia dell’arte all’Università di Zurigo. Grazie a una borsa di studio del Fondo Nazionale Svizzero ha approfondito le sue ricerche presso l’Institute of Fine Arts a New York e l’École Pratique des Hautes Études della Sorbona a Parigi. I suoi campi di indagine e i suoi scritti vertono sull’arte rinascimentale, con un particolare focus sulla storia delle donne, sugli animali esotici, e sulla storia della moda dall’epoca rinascimentale fino ai nostri giorni. Tra le sue pubblicazioni scientifiche figurano articoli in riviste internazionali e i libri Doni nuziali del Rinascimento nelle collezioni svizzere (2007), La Chiesa di sant’Antonio Abate a Morcote (2014) e Animali ‘maravigliosi’. Orientalismo e animali esotici a Firenze in epoca tardogotica e rinascimentale: conoscenza, immaginario, simbologia (2021). Ha curato importanti mostre sul costume e la società dal Rinascimento ai giorni nostri:  nel 2014 Doni d’amore: donne e rituali nel Rinascimento per la Pinacoteca Züst a Rancate (Svizzera) e nel 2019 Animalia Fashion per il Museo della Moda e del Costume a Palazzo Pitti a Firenze.

 

Giovedì 11 Dicembre, Roberta Orsi Landini, studiosa del tessuto e del costume, racconterà “L’abito femminile cinquecentesco: corpo svelato, corpo dimenticato”. La moda femminile cinquecentesca definisce un’immagine  della donna che ha un’origine più antica e che permane in pratica fino ai nostri giorni: la figura viene spezzata in una parte superiore e una inferiore, nettamente distinte.  Nella prima parte del secolo rimane, retaggio del secolo precedente, una morbidezza delle linee e parte del corpo in vista nella scollatura; poi le linee si irrigidiscono e non seguono più quelle naturali corporee, fino a stravolgerle completamente con l’uso di sottostrutture, che le restringono, le amplificano, le distorcono. Solo il volto e le mani rimangono in vista. L’abito femminile guarda a quello maschile come modello: da questo prende a prestito caratteristiche decorative che hanno un’origine militare.  Alla fine del secolo la donna è chiusa in un fortilizio di tessuti, che non è tanto rivolto a difenderla dall’altro sesso, ma da se stessa, dalle sue –allora considerate connaturate – cattive pulsioni. Roberta Orsi Landini ha lavorato da diversi anni sulle collezioni tessili e di costumi di Palazzo Pitti.

 

Orsi Landini è autrice di numerosi saggi e pubblicazioni e collabora con molte istituzioni e musei italiani ed esteri, per cui ha curato diverse esposizioni e cataloghi; in particolare per la Galleria del Costume di Firenze I principi bambini (1985), Moda alla corte dei Medici (1994), Anni Venti (1992), e Abiti in festa (1996). E’ stata membro del Consiglio Direttivo del Centre International des Études des Textiles Anciens come rappresentante dell’Italia; ha diretto per molti anni l’attività didattica della Fondazione Arte della Seta Lisio di Firenze e della Fondazione Roberto Capucci. E’ docente di Storia del tessuto e del Costume presso importanti Istituzioni e autrice di molte pubblicazioni e saggi, tra cui Moda a Firenze 1540-1580: lo stile di Eleonora di Toledo e la sua influenza (2005),  Moda a Firenze 1540-1580 Lo stile di Cosimo I de’ Medici (2011), e Moda a Firenze e nella Toscana del Trecento (2019), I Velluti nella collezione della Galleria del Costume di Firenze (2017), sintesi di accurate ricerche sulle tecniche di fabbricazione e metodi per individuare le manifatture.

date e orari

Dal 2 ottobre 2025 al 6 gennaio 2026

Apertura tutti i giorni tranne il mercoledì

Nei giorni feriali dalle 8.30 alle 17.00 (ultimo ingresso alle 16.30) nei giorni festivi dalle ore 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso alle 18.30)

Aperture serali straordinarie

sede

Museo e Real Bosco di Capodimonte, via Lucio Amelio 2 – Napoli /
Sala 61 secondo piano

biglietti

Ingresso gratuito compreso nel biglietto del museo

info e prenotazioni

Servizio di informazioni del Museo e Real Bosco di Capodimonte.

Tel. 0810106129

Il servizio telefonico non effettua prevendita di biglietti e servizi.

Gli operatori sono a disposizione dal martedì alla domenica, festivi esclusi, dalle 9.00 alle 13.00.

Per informazioni e per l’acquisto dei biglietti segnaliamo il sito https://portale.museiitaliani.it/

Informazioni

mu-cap.accoglienza.capodimonte@cultura.gov.it

per condividere l’esperienza e l’emozione della mostra sui social

Fb museodicapodimonte

Instagram museoboscocapodimonte

Twitter Capodimonte_mus

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