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Oggi vi raccontiamo… Da Frisio a Santa Lucia di Eduardo Dalbono

Prosegue il racconto del patrimonio storico-artistico del Museo e Real Bosco di Capodimonte.

Oggi vi raccontiamo la tela Da Frisio a Santa Lucia di Eduardo Dalbono.

Lo fa per noi Paola Aveta del Dipartimento Documentazione del Museo e Real Bosco di Capodimonte.

 

Il dipinto è esposto alla Promotrice di Belle Arti del 1866.

Successivamente il re Vittorio Emanuele II lo acquista e lo destina alla Galleria di Arte Moderna del Museo di Capodimonte.

 

 

Eduardo Dalbono, Da Frisio a Santa Lucia

 

 

Da Frisio a Santa Lucia è commissionata all’artista Eduardo Dalbono (Napoli 1841–1915) dallo svizzero Frierz che ne accetta, di buon grado, una copia.

Si trova oggi esposto all’Ottocento Privato, una sezione, dedicata alle Collezioni permanenti dell’Ottocento inaugurata nel 2012.

 

Ottocento privato

 

 

Da Frisio, torna a Santa Lucia, sul rosseggiare dell’aurora, una famiglia di marinai su una barca votiva.

 

La barca trasporta un gruppo di figure immobili: a poppa un bambino nudo in piena luce, disteso su uno scialle ripiegato che sembra quasi un prezioso tappeto persiano, gioca con una ghirlanda di fiori e poggia la testa in grembo alla madre vestita di un rosa lucente.

 

 

 

Al centro un suonatore di mandolino baciato dal primo raggio di sole, copre un’altra figura.

A prua si adagia un pescatore.

Al centro due giovinette in piedi di cui l’una ha la fronte inghirlandata di freschi pampini e l’altra suona le nacchere.

 

 

 

Un mare calmo, curiosamente silenzioso, una luce limpida e tersa che crea una atmosfera fiabesca, irreale, con la musica dolce della mandola e la poesia del mare.

 

Il dipinto viene collocato nella fase giovanile del pittore, ed è una testimonianza dell’adesione di Dalbono al gusto paramacchiaiolo della cosidetta “Scuola di Resina” attiva a Napoli dal 1863 al 1867.

 

 

 

 

Da Frisio a Santa Lucia è un’opera di particolare interesse per il realismo luministico, caratterizzata da una pittura più raffinata dai colori chiari e brillanti e da un fare più “poetico”e fantastico.

 

Testo di Paola Aveta

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